Vitamine, acidi grassi “buoni” e movimento: i fedeli alleati delle donne con tumore al seno
Domande e risposte per le donne con tumore al seno.
Vi sono evidenze scientifiche che confermano la correlazione tra alimentazione e insorgenza del tumore al seno?
La correlazione sicuramente più certa e importante è quella in rapporto al peso corporeo: è accertato che una donna sovrappeso o obesa abbia maggiori probabilità di ammalarsi di tumore al seno. Altre correlazioni sono intuibili: il rischio di contrarre la patologia neoplastica diminuisce quando nella dieta è prevalente l’impiego di grassi “buoni”, se la donna possiede un corredo vitaminico ottimale grazie al consumo regolare di frutta e verdura e segue uno stile di vita salubre, cioè elimina il fumo, riduce il consumo di alcolici, limita anche l’assunzione di sodio e zucchero, e pratica attività fisica.
Queste semplici norme di certo non rendono immuni dal rischio della malattia, ma favoriscono la sua prevenzione in percentuali molto ampie.
Si parla spesso dei danni causati da errate abitudini alimentari: possiamo individuare più nel dettaglio i cibi consigliati e quelli da evitare per le pazienti operate di tumore al seno?
Le pazienti che sono state sottoposte a un’operazione chirurgica non devono evitare alcun alimento. È invece fondamentale controllare il peso corporeo. Spesso il tumore al seno compare nel periodo della menopausa: periodo in cui di solito la donna aumenta di peso.
Se si è in sovrappeso o si soffre di obesità è necessario rientrare nel peso giusto, controllando l’assunzione dei cibi e incrementando l’attività fisica.
Nell’ambito qualitativo dei singoli alimenti, è bene privilegiare i grassi di origine vegetale, cercando di ridurre la quota di quelli di derivazione animale, che derivano cioè da carne, formaggi, latte e burro; il pesce fa eccezione, dal momento che contiene grassi che sono “più buoni”, non solo per le donne operate di tumore al seno.
Per diminuire i fattori di rischio cancerogeni il consiglio è incrementare il consumo di frutta e verdura, variando il più possibile. Tra gli elementi nutritivi fondamentali vi sono le vitamine e i minerali: dal momento che non esiste un frutto o un vegetale che li contenga tutti quanti insieme, non ci resta che variare.
Qual è la differenza tra acidi grassi “buoni” e “cattivi”?
Gli acidi grassi sono classificati saturi o insaturi in base all'assenza o alla presenza di doppi legami nella catena carboniosa, da cui dipende anche la loro temperatura di fusione.
Gli acidi grassi saturi non hanno doppi legami, sono più densi e si accumulano più facilmente nei vasi sanguigni. I grassi buoni sono prevalentemente gli "insaturi", caratterizzati da uno o più legami con carbonio e idrogeno; sono ricchi di vitamina E, come l’olio extravergine d'oliva, i semi oleosi e gli oli di sesamo e girasole spremuti a freddo, e di acidi grassi omega 3, presenti negli sgombri, sardine, aringhe, trota, salmone, tonno, pesce azzurro. Un recentissimo studio pubblicato dal Journal of Clinical Oncology ha dimostrato che questi ultimi riducono gli aspetti fisici della cosiddetta fatigue, quel senso di stanchezza e spossatezza che le pazienti con tumore al seno possono avvertire a prescindere dalle attività svolte.
Spesso, a differenza delle altre forme tumorali, le donne affette da neoplasia mammaria possono andare incontro a un aumento di peso: come deve essere valutata questa evenienza e come affrontarla?
Non è del tutto certo che siano le terapie a provocare l’aumento del peso; in molti casi è la condizione generale della donna che porta a un incremento dell’indice di massa corporea. È facile che una donna che subisce un trauma come quello di una diagnosi di tumore e che deve sottoporsi alle terapie, inizi ad assumere abitudini completamente diverse.
Spesso il tumore al seno accade in una fase dell’età della vita di una donna in cui già sono in atto dei cambiamenti e una diagnosi di questo tipo peggiora la situazione dal punto di vista psicologico; si perde interesse per alcune attività salutari, oppure è la malattia stessa a costringere la paziente a rinunciare al movimento. L’attività fisica è invece estremamente importante: è di certo necessario affiancare ai programmi di educazione alimentare un programma di educazione all’attività motoria.
Un consistente consumo di verdure, olio d’oliva ma anche di vitamina C, betacarotene, calcio e potassio può determinare un abbassamento di uno dei fattori di rischio per il tumore al seno, la cosiddetta “densità mammografica” (MBD): quali sono le proprietà di questi elementi nutrizionali?
Qualunque reazione biochimica che avviene nel nostro organismo comporta inevitabilmente la produzione di alcune scorie; per eliminarle abbiamo bisogno di queste sostanze, che sono caratterizzate da un potenziale ossido-riduttivo, il cosiddetto ORP, in grado di depurare il corpo e rallentare o prevenire l’ossidazione, la reazione chimica che produce i radicali liberi, responsabili dell'avvio di una reazione a catena che danneggia le cellule. Questi elementi nutrizionali si trovano in quantità variabili nei cibi quali ortaggi, frutti, cereali, legumi e noci: per tale ragione l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di mangiare quotidianamente 5 porzioni di frutta fresca e cruda e altrettante di verdura, anch’essa fresca e possibilmente cruda.
Fulvio Sileo
Responsabile Dietologia Clinica, Ospedali Riuniti di Bergamo
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Fonte: Pro Format Comunicazione – Ufficio stampa