Il contributo della diagnostica strumentale per una precoce strategia terapeutica e la diagnosi radiologica delle neoplasie mammarie
La diagnosi precoce è oggi il miglior alleato contro il tumore al seno: diagnosticare un tumore della mammella inferiore a 1 cm aumenta le possibilità di cura e le probabilità di guarigione. Qual è il contributo della diagnostica strumentale nel percorso terapeutico del tumore alla mammella?
Risposta di Federica Pediconi; Ricercatrice, UOC Radiologia A, Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche e Anatomo-patologiche, Azienda Policlinico Umberto I, Roma:
La diagnostica strumentale ha un ruolo fondamentale non solo nella diagnosi precoce del carcinoma mammario ma anche nel percorso terapeutico. Infatti, una volta diagnosticata la lesione sospetta, è necessario localizzarla per eseguire l'asportazione chirurgica, al fine di evitare danni estetici ingiustificati. A questo scopo esistono diverse tecniche di centratura preoperatoria delle lesioni effettuate con guida ecografica o stereotassica, di cui il radiologo può avvalersi: la mappatura cutanea, la ROLL (Radioguided Occult Lesion Localization), la centratura con soluzione di carbone e la centratura con repere metallico.
Se la lesione è superficiale e la diagnosi è già stata posta è possibile con una semplice mappatura cutanea eseguita sotto guida ecografica indicare al chirurgo la sede della formazione. Nella maggior parte dei casi la centratura si esegue utilizzando la ROLL sotto guida ecografica o stereotassica, che consiste nell'introduzione di un tracciante all'interno di un piccolo nodulo o all'interno di un cluster di microcalcificazioni. Questa metodica è molto affidabile perchè consente una precisa localizzazione della lesione indipendentemente dal punto di inoculo.
Qual č il contributo della Radiologia nel percorso diagnostico del tumore alla mammella?
Risposta di Laura Ballesio; Ricercatrice, UOC Radiologia B, Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche e Anatomo-patologiche, Azienda Policlinico Umberto I, Roma
La maggior parte dei tumori al seno non dà segni di sé fino a quando non raggiunge delle dimensioni tali da poter essere sentito al tatto. Oggi la diagnosi di tumore al seno può arrivare prima che il tumore risulti palpabile, attraverso esami diagnostico-strumentali semplici e poco invasivi. Nell'ambito delle indagini diagnostiche si deve suddividere una diagnostica di I livello e di II livello.
Le indagini di primo livello sono la mammografia e l’ecografia. La mammografia è la metodica utilizzata per i programmi di screening per il tumore della mammella e rimane l’esame fondamentale per la diagnosi di tumori mammari ancora non palpabili, di piccole dimensioni: ad essa non si deve mai rinunciare se si sospetta un tumore, qualunque sia l’età della donna. 
È inoltre l’indagine ottimale per individuare la presenza di microcalcificazioni, ovvero di microscopici depositi di calcio che talora possono essere espressione di una lesione precancerosa o di lesioni neoplastiche cosiddette in situ.
La dose di raggi X impiegata attualmente è molto bassa, anche in considerazione della progressiva sostituzione della mammografia analogica con la mammografia digitale, quindi il rischio di danni alla salute è del tutto trascurabile rispetto al beneficio di una diagnosi precoce. L’ecografia è la metodica utilizzata da sola per lo studio delle donne in giovane età (< 35 anni). 
È inoltre l'indispensabile integrazione alla mammografia nelle donne con mammella densa.
Le indagini di II livello sono opportune quando è necessario un approfondimento diagnostico per formulare una diagnosi di certezza attraverso un esame istologico del tessuto asportato: ago aspirato, biopsie con ago e risonanza magnetica, che viene impiegata a giudizio del radiologo, solo in particolari condizioni, come la sorveglianza diagnostica di pazienti portatrici di alterazioni dei geni BRCA o in giovani donne con forte familiarità. L’esame può dare degli esiti falsamente sospetti qualora non effettuato secondo una corretta indicazione. Esso va pertanto eseguito da operatori esperti, con esperienza comprovata nel settore senologico e obbligatoriamente in una determinata fase del ciclo mestruale (nelle donne in età fertile) per ridurre le false positività.
Fonte: Pro Format Comunicazione per il Policlinico Umberto I di Roma