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Cardiologia (Comunicati stampa - 2011-06-14 14:10:16)

Al San Matteo sostituita l’aorta con la minivasiva

Morte improvvisa, amputazione delle gambe, infarto, ictus, cancrena agli arti inferiori. Sono solo alcuni degli effetti della arteriosclerosi, malattia tra le più diffuse nel nostro Paese che oggi però può essere sconfitta con la chirurgia mininvasiva. Sette giorni di ricovero contro i 30 della chirurgia tradizionale e la possibilità di operare anche pazienti in età avanzata. Per la prima volta in Europa e nel mondo occidentale al San Matteo di Pavia è stato possibile sostituire l’aorta con cinque piccole incisioni di tre centimetri invece di un taglio lungo torace e addome: sei ore di operazione in anestesia totale. L’intervento, presentato oggi a Rai 1 nel programma televisivo Uno Mattina Estate, è coordinato da Attilio Odero, direttore di chirurgia vascolare del San Matteo di Pavia, dal chirurgo vascolare Stefano Pirrelli e da Pietro Quaretti dell’unità operativa di radiologia interventistica. La minivasiva endovascolare interviene sugli aneurismi della aorta nel tratto toracico e addominale che può portare a morte improvvisa, paralisi e altre complicanze importanti. Secondo L’Istat, negli ultimi dieci anni l’arteriosclerosi è stata causa di morte nel 43% dei decessi. L’aneurisma dell’aorta incide per il 28,1% delle malattie delle arterie. Al San Matteo vengono operati circa 200 aneurismi all’anno con tecniche diverse. I pazienti hanno un’età superiore ai 50 anni. La persona, giudicata inoperabile con la chirurgia tradizionale, è arrivata in elicottero da Udine in codice rosso: sospetto di rottura imminente dell’aorta a rischio morte. Salvato dall’equipe specializzata del San Matteo che per la prima volta ha eseguito l’intervento con la tecnica innovativa, dopo una settimana D. P. 76 anni, è tornato a casa. La tecnica minivasiva per la sostituzione dell’aorta è stata messa a punto da Armando Lobato, un chirurgo dell’università di San Paolo del Brasile.“Oggi anche noi possiamo curare l’arteriosclerosi e garantire ai pazienti meno sofferenze - spiega Stefano Pirrelli- un trauma chirurgico limitato, niente rianimazione, zero trasfusioni di sangue, una ripresa rapida già a partire dal giorno successivo e una alimentazione normale”. Secondo il professore Attilio Odero: “Questa tecnica diminuisce sensibilmente il rischio paralisi. La rapidità di esecuzione e il mantenimento del flusso sanguigno aperto riducono i danni midollari causa della paralisi. E’ stato possibile farlo perché al San Matteo possiamo utilizzare diverse competenze professionali e lavorare in squadra”. Questa operazione inoltre, costa un terzo di quella tradizionale. Il San Matteo è centro di riferimento nazionale per la chirurgia dell’aorta. L’operazione è pagata dal servizio sanitario nazionale.

Fonte: Ufficio Stampa Comunicazioni e Relazioni Esterne Fondazione Policlinico San Matteo