Melanoma, "oggi un paziente su 4 ha meno di 30 anni" nasce il registro italiano per monitorare il tumore
L’età delle persone colpite da melanoma, un tumore della pelle molto aggressivo, si sta abbassando progressivamente. Il 25% dei nuovi casi oggi in Italia riguarda giovani al di sotto dei 30 anni, dieci anni fa questa percentuale era esigua, intorno al 5%.
Si tratta di stime perché finora è mancato uno strumento in grado di indicare dati epidemiologici certi. Una lacuna che viene colmata grazie alla nascita del registro melanoma, un progetto dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI), realizzato con il sostegno di Bristol-Myers Squibb. “È la prima banca dati relativa a questa neoplasia in Italia – spiega il prof. Carlo Riccardo Rossi, Presidente dell’IMI e Direttore dell’Unità Operativa Melanoma e Sarcomi dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova -.
L’unica esperienza simile in Europa è quella avviata in Germania dall’Associazione dei dermatologi. È un vero e proprio database per raccogliere il numero di casi e scattare una fotografia del territorio, un quadro completo per documentare l’incidenza e l’evoluzione di questo tumore nel tempo e nelle diverse aree geografiche.
L’obiettivo è quello di capire come viene curato il melanoma nel nostro Paese, individuando eventuali zone d’ombra e intervenendo perché le strategie diagnostiche e terapeutiche per questo tumore siano uniformi su tutto il territorio”. Entro l’estate 2011 il registro funzionerà a pieno regime, con l’adesione prevista di 45 centri sul territorio nazionale. “In un momento di attenzione sulle risorse disponibili, il database consentirà anche di verificare i costi legati al melanoma, che ogni anno in Italia fa registrare circa 7000 nuove diagnosi e 1500 decessi – afferma il prof. Paolo Ascierto, responsabile scientifico del registro e Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative dell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli -. L’incidenza di questa neoplasia è cresciuta ad un ritmo superiore a qualsiasi altra (negli ultimi 10 anni infatti si è registrato un incremento di circa il 30%), ad eccezione di quelle maligne del polmone nelle donne.
Le cause sono da ricondurre ad abitudini sbagliate nell’esporsi al sole, alle conseguenti scottature, soprattutto durante l’infanzia e all’uso delle lampade abbronzanti, equiparate al fumo sigaretta per rischio cancerogeno”. L’aggressività della malattia impone la necessità di una diagnosi tempestiva. La diagnosi precoce permette, infatti, di evidenziare un melanoma molto sottile, che può essere asportato con un semplice intervento chirurgico. “Se individuato in fase iniziale, questo tumore è guaribile nel 90% dei casi – sottolinea il prof. Alessandro Testori, Direttore della Divisione Melanomi e Sarcomi muscolo cutanei dell’IEO di Milano -. La situazione diventa più complessa se avanza fino alla fase metastatica. È importante promuovere campagne informative e di sensibilizzazione perché i cittadini comprendano l’importanza di sottoporsi ad esame della cute, indagine che deve essere condotta da esperti”.
L’IMI ha creato un network di centri di eccellenza in grado di confrontarsi con quelli più avanzati degli Stati Uniti e degli altri Paesi europei. Il registro melanoma si inserisce infatti in una rete consolidata di rapporti internazionali. È collegato con il Melanoma Molecular Map Project (MMMP), il database (realizzato con il contributo dell’IMI) più utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo. Nel MMMP, che finora ha raccolto soprattutto informazioni di tipo scientifico relative alla malattia, nei prossimi mesi confluiranno anche i dati clinici del paziente provenienti dal registro italiano. In questo modo, su un’unica piattaforma, saranno disponibili sia le informazioni cliniche che quelle logistiche sul materiale biologico disponibile, con evidenti vantaggi per la pianificazione degli studi traslazionali. Il Targeted Therapy Database (TTD) è un’altra iniziativa realizzata dall’IMI in collaborazione con l’Università di Stanford (USA) nell’ambito del MMMP: rappresenterà una fonte da cui il registro ricaverà informazioni utili, perché consentirà di identificare i trattamenti più adatti al profilo molecolare del paziente.
“Il registro melanoma – conclude il prof. Rossi - nasce grazie alla sinergia pubblico-privato. L’accordo con Bristol-Myers Squibb è l’esempio di una partnership virtuosa a favore dei pazienti. Riteniamo che possa rappresentare uno standard di collaborazione tra pubblico e privato, con l’obiettivo di fornire benefici concreti e utilizzare al meglio le risorse a favore della salute. Da questa unione di professionalità e competenze multidisciplinari, nasce un approccio nuovo, che porterà il paziente colpito da melanoma ad un livello di assistenza sempre più adeguato e in linea con gli standard più alti”.
Fonte: Ufficio stampa Intermedia