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Cardiologia (Articoli - 2003-07-23 10:01:59)

Cosa rovina le arterie

Uno scorretto stile di vita puó causare problemi al flusso sanguigno. Quali comportamenti e quali sostanze evitare per non rovinare le arterie?

Vene e arterie. I due tipi di vasi in cui scorre tutto il sangue dell'organismo non sono molto diversi strutturalmente. Entrambi, infatti:

sono preposti alla circolazione del sangue,
contribuiscono (grazie all'endotelio*) a fermare le emorragie.

Tuttavia, le arterie sono i vasi "piú importanti", in quanto al loro interno scorre il sangue ricco di:

ossigeno,
sostanze nutritive.

In pratica, é grazie a loro che gli organi, i tessuti e gli apparati dell'organismo ricevono gli elementi necessari alla loro vita e alla loro funzionalitá.
Tenere alla larga i potenziali nemici significa mettersi al riparo dalle malattie cardiovascolari cioé quelle a carico:
del cuore,
della circolazione.

Queste ultime costituiscono il pericolo principale del nostro tempo: rappresentano, infatti, la prima causa di morte.
E' anche vero, peró, che le malattie cardiovascolari, in certi casi, possono essere prevenute.


Di due tipi

I nemici delle arterie, ovvero le situazioni o i comportamenti che facilitano la comparsa di tali disturbi, possono essere divisi in due categorie, cioé:

i rischi non modificabili: si tratta di quelli legati alle caratteristiche fisiche ed ereditarie della persona e che, pertanto, non possono essere eliminati in alcun modo;
Appartengono al gruppo:
la familiaritá, cioé la presenza di malattie cardiovascolari tra parenti stretti;
il sesso maschile, in quanto gli uomini sono, per costituzione, piú a rischio rispetto alle donne;
l'etá, perché, con il passare degli anni, é naturale che le arterie, al pari di qualsiasi altro tessuto dell'organismo, invecchino e si deteriorino.
alcune malattie, come per esempio il diabete, perché lo zucchero, non essendo assimilato e rimanendo nel flusso sanguigno, danneggia i vasi.

i rischi modificabili: sono quelli che dipendono esclusivamente dalle errate abitudini di vita e che, di conseguenza, possono essere corrette.
In particolare, a mettere a repentaglio la salute dei vasi sono:
l'alcol,
il fumo,
l'eccesso di grassi e zuccheri,
la pressione alta,
il consumo smodato di sale,
lo stress.


Un "lume" da conservare
Il diametro di un'arteria, cioé lo spazio in cui scorre il flusso sanguigno, definito "lume".
Affinché la circolazione avvenga regolarmente, é importante che il lume mantenga le sue dimensioni e non sia chiuso da eventuali depositi.
Ecco, dall'alto verso il basso, come puó essere un vaso:

sano e normale,
con il lume ristretto da un deposito,
con la circolazione sanguigna ostacolata dalla presenza di un trombo

Rischi modificabili
I pericolosi sette

L'alcol in eccesso
Le bevande alcoliche, soprattutto i superalcolici ma anche il vino e la birra, se assunti in quantitá eccessive, risultano tossiche per la parete endoteliale, cioé per il tessuto che riveste internamente i vasi sanguigni.
In particolare, l'alcol:

altera i processi chimici di trasformazione del colesterolo: la diretta conseguenza sará che nelle arterie ne circolerá una quantitá maggiore rispetto al dovuto,
altera le funzioni del fegato, ostacolando, tra l'altro, i processi della coagulazione del sangue.


Via le sigarette
Il fumo é un'altra sostanza altamente tossica per l'intero organismo e per le arterie.
Le componenti del fumo che danneggiano direttamente i vasi sanguigni sono:
il monossido di carbonio,
la nicotina.

Il monossido di carbonio é un gas che interferisce con il trasporto dell'ossigeno nel sangue e che ne compromette l'utilizzo da parte dei singoli organi e dell'intero sistema cardiocircolatorio.

Ma la sostanza piú pericolosa é la nicotina, che intossica l'intero organismo e che danneggia il cuore e la circolazione, in quanto puó determinare:

una vasocostrizione* a livello periferico (cioé delle arterie situate nelle parti dell'organismo distanti dal cuore), responsabile dell'innalzamento della pressione;
un aumento dei battiti cardiaci che, con il tempo, provoca un affaticamento del cuore;
spasmi* alle coronarie, che ostacolano l'afflusso di sangue al cuore e alle piccole arterie della retina (la membrana dell'occhio che trasforma gli stimoli luminosi in immagini) compromettendo la vista.


Attenzione alla dieta
Tra i due tipi di grassi di origine alimentare, cioé il colesterolo e i trigliceridi, é il primo a costituire un pericolo diretto per le arterie.
Il colesterolo puó essere suddiviso in:

HDL o "buono", che costituisce un fattore di protezione in quanto, circolando nel sangue, serve a rimuovere eventuali depositi;
LDL o "cattivo", che contribuisce a "incrostare" le pareti delle arterie e a dare inizio alla placca.

Alti valori di colesterolo LDL sono un importante fattore di rischio per le malattie della circolazione.
Oltre che dal tipo di alimentazione, l'ipercolesterolemia (cioé valori di colesterolo totale nel sangue superiori a 200 mg per dl) dipende in gran parte anche da altri fattori, quali:


difetti genetici, come per esempio l'alterazione del recettore del colesterolo cattivo (LDL);
il fumo;
l'assunzione della pillola anticoncezionale;
la vita sedentaria.

I trigliceridi, da soli, non danneggiano le pareti.
Tuttavia, costituiscono un pericolo se associati ad alti valori di colesterolo, perché possono incrementare la massa di grasso che si deposita nelle arterie.
Il valore normale é compreso tra i 40 e i 170 mg per dl di sangue. Essi risentono in modo significativo dei comportamenti alimentari che sono stati adottati.
Di conseguenza, per tenerli sotto controllo, é sufficiente correggere la dieta, riducendo l'introito di grassi.

Pressione alta
Altro nemico é la pressione alta.
Le arterie tendono a consumarsi a causa di un flusso sanguigno che scorre troppo velocemente.
Questo vortice lede il loro strato interno (l'endotelio) e di conseguenza puó determinare avvallamenti che costituiscono un luogo particolarmente adatto per l'adesione:
delle piastrine,
del colesterolo.

In pratica, le arterie diventano un terreno piú favorevole per la formazione di trombi. Inoltre, perdono elasticitá e contribuiscono all'aumento della pressione, dando inizio a una sorta di circolo vizioso.

L'ipertensione si ha quando il valore della minima supera i 90 mmhg. In particolare, si tratta di ipertensione:

lieve, se la minima é compresa tra i 90 e i 94 mmhg,
moderata, se é compresa tra i 95 e i 104 mmhg,
seria, se é compresa tra i 105 e i 115 mmhg.

Se supera i 115 mmhg, si parla di ipertensione grave.


Occhio al sale
Anche l'abitudine di mangiare cibi eccessivamente salati, a lungo andare, danneggia le arterie.
Questo poiché il sale in eccesso richiama liquidi nel flusso di sangue, che quindi aumenta in quantitá. Un flusso maggiore crea una pressione maggiore. Il risultato finale é che il consumo smodato di sale causa l'ipertensione.

Non arrabbiarsi
Lo stress negativo si ha quando la risposta agli stimoli che provocano tensione, ansia e agitazione perdura nel tempo e non é seguita da un rilassamento. Esso puó causare danni ai diversi organi del corpo e favorire la comparsa di malattie anche serie, come per esempio l'infarto, l'ictus o l'ulcera.
Questo accade perché, nelle situazioni di stress, aumenta la concentrazione nel sangue di alcuni ormoni, soprattutto del cortisolo, che provoca:
l'innalzamento della pressione del sangue,
l'aumento del glucosio nel sangue;
l'abbassamento delle difese naturali dell'organismo.


Pochi dolci
Ultimo nemico delle arterie sono gli zuccheri in eccesso.
Una situazione di iperglicemia (cioé un eccesso di glucosio nel sangue) favorisce, infatti, l'aterosclerosi.
Il glucosio gonfia le cellule dell'endotelio e, se é presente in quantitá eccessive, finisce con lo spaccarle.
Le cellule possono cicatrizzarsi, ma laddove si forma la cicatrice si crea un terreno adatto alla formazione delle placche.

Mani e piedi troppo freddi

Quando i problemi di circolazione si verificano nelle arterie che irrorano gli arti (sia quelli superiori, cioé le braccia, sia quelli inferiori, cioé le gambe), le principali conseguenze possono essere:

crampi muscolari ai polpacci, soprattutto se sono causati da restringimenti dell'arteria femorale, deputata a portare il sangue ossigenato agli arti inferiori;
sensazione di freddo alle estremitá (mani e piedi), soprattutto nelle donne e nelle persone anziane.

Più dure e più spesse
La malattia piú comune che puó colpire le arterie si chiama "arteriosclerosi".
Si tratta di un processo di indurimento e di ispessimento, che rende le pareti dei vasi meno elastiche e che, di conseguenza, si ripercuote sulla circolazione sanguigna, la quale avviene piú velocemente (ipertensione). L'arteriosclerosi é un fenomeno che si verifica progressivamente con l'invecchiamento. E' peggiorato dall'aterosclerosi, un'alterazione dei vasi caratterizzata dalla formazione di placche aterosclerotiche (i cosiddetti "ateromi"), ossia da accumuli di grasso e altro materiale che:
chiudono il vaso,
ostruiscono la circolazione.

Le placche possono rallentare oppure ostacolare il flusso del sangue nelle arterie, ma possono favorire anche la formazione di trombi, cioé di coaguli (grumi) di sangue.
Le piastrine*, infatti, si possono accumulare con facilitá a livello delle placche, impilandosi l'una sopra l'altra e dando origine a trombi di dimensioni sempre maggiori, che possono ostruire il passaggio del sangue.


Se c'è un aneurisma
L'aneurisma é un rigonfiamento o una dilatazione di un'arteria , causato dalla pressione del sangue esercitata sulla parete del vaso.
Nella maggior parte dei casi, l'aneurisma si verifica ai grossi vasi, quali:
l'aorta, cioé l'arteria piú grande dell'organismo che irrora l'addome;
le succlavie*,
le arterie iliache*.
All'interno dell'arteria si forma, in genere, una fenditura piena di sangue, che si estende indebolendo vaste zone del vaso: a questo punto la pressione del sangue all'interno dell'arteria puó causarne la rottura.
A determinare l'aneurisma puó essere una debolezza congenita (cioé presente sin dalla nascita) delle pareti dell'arteria. E' il caso, per esempio, di quelle cerebrali, che peró sono piú rare.
Nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di accumuli di grasso che deformano le pareti del vaso in questione e le rendono piú fragili. Quando si verifica un aneurisma addominale, la causa é principalmente l'aterosclerosi.
Infine, si puó anche verificare un aneurisma ventricolare, che forma una sacca nella parete del cuore. In questo caso, si tratta spesso di una complicazione successiva a un infarto.


Se rimangono "a secco"

L'ischemia é la diminuzione o il blocco del flusso di sangue in una determinata zona dell'organismo, che provoca una sofferenza dei tessuti di quell'area. La causa puó essere un restringimento oppure un'occlusione del lume del vaso.
I danni provocati da un'ischemia dipendono:

dalla sua entitá;
dal tipo di arteria interessata (cioé se si tratta di un vaso terminale oppure no);
dall'area in cui avviene (alcuni tipi di tessuto, come per esempio il cuore e i nervi, non sopportano una lunga ipossia*).

A seconda del tessuto colpito e se l'ischemia non é transitoria (cioé non si risolve nel giro di brevissimo tempo), la mancanza di sangue puó causare:

un infarto
una sofferenza agli arti inferiori (cioé alle gambe).

Meno serio é il cosiddetto "Tia", ossia un attacco ischemico transitorio caratterizzato dalla momentanea assenza di flusso sanguigno che, peró, si ripristina dopo breve tempo.



Se tocca il cuore

L'infarto si verifica quando, a causa dell'ostruzione di un'arteria coronaria, l'afflusso di sangue si interrompe.
L'interruzione della circolazione provoca la morte delle cellule del cuore che non vengono piú irrorate dal sangue ossigenato, con conseguenze che possono essere piú o meno serie, a seconda della parte colpita.
L'infarto puó essere determinato:

dall'accumulo di sostanze grasse all'interno dei vasi sanguigni (arteriosclerosi);
da embolie (grumi di sangue che migrano verso le coronarie, causandone l'occlusione in alcuni distretti);Il sintomo piú comune é un dolore improvviso al centro del petto, che puó irradiarsi alla spalla e al braccio sinistro, allo stomaco e al volto. Il malato puó anche presentare difficoltá a respirare, sudare freddo e avere nausea e vomito. Non sono rari gli svenimenti.
In alcuni casi, l'infarto puó essere privo di sintomi ed essere scoperto soltanto attraverso esami successivi.

Se tocca il cervello

L'ictus si verifica quando si rompono o si ostruiscono le arterie e le arteriole del cervello che sono preposte al trasporto di ossigeno e di altri nutrimenti alle cellule di questo preziosissimo organo. Tale interruzione priva il cervello degli elementi necessari per la sopravvivenza delle sue cellule nervose (i neuroni).
E' sufficiente che il cervello rimanga senza ossigeno e sangue per pochi minuti per provocare la morte di numerosi neuroni.

A causare l'ictus puó essere:

una trombosi, cioé l'accumulo di sostanze grasse sulle pareti dei vasi che determina un restringimento del lume e ostacola il flusso del sangue;
un'embolia, cioé la presenza di un grumo di sangue in una qualsiasi parte del corpo, che, attraverso il flusso sanguigno, giunge in un'arteria del cervello provocandone l'ostruzione;
un'emorragia, cioé la fuoriuscita di sangue dovuta alla rottura di un vaso sanguigno del cervello.




Esami e cuore
Un sistema sicuro

Non é sempre é necessario intervenire chirurgicamente quando si scopre di avere una placca o un restringimento a un'arteria.
Il sistema della circolazione, infatti, non é utilizzato al 100 per cento delle sue possibilitá, quindi anche se un vaso sanguigno non é al massimo della sua efficienza é, comunque, ancora in grado di assicurare un sufficiente flusso di sangue.
Se la placca non é eccessivamente grande, sará sufficiente una cura con farmaci antiaggreganti, in grado di sciogliere il deposito e di fluidificare il flusso sanguigno.
Quando, invece, il medico ritiene che il problema di circolazione merita di essere trattato chirurgicamente, a seconda dell'entitá si puó ricorrere:

all'angioplastica, che consiste nell'introdurre nell'arteria un palloncino che, dilatandosi, ripristina un adeguato lume del vaso;
alla tromboendoarteriectomia, attraverso la quale si apre l'arteria e la si ripulisce. Si opta per quest'intervento quando la zona é accessibile dall'esterno (per esempio se si tratta di disostruire le carotidi o le arterie femorali);
a un intervento di by-pass, cioé la creazione di un collegamento tra due arterie sane in modo da deviare il flusso, se non é possibile pulire l'arteria o questa non é facilmente accessibile.



Quali esami

Le analisi che consentono di studiare le arterie e il flusso sanguigno al loro interno sono principalmente due: l'ecocolorDoppler e l'angiografia.
L'ecocolorDoppler

E' un esame del tutto indolore, utilizzato per visualizzare eventuali lesioni, placche od ostruzioni delle arterie. Viene eseguito grazie a una sonda che emette ultrasuoni e che viene fatta scorrere sul vaso sanguigno da studiare.
Esso consente di vedere, in modo dettagliato la conformazione delle arterie e delle vene e di studiare il flusso di sangue al loro interno.
L'angiografia

E' una radiografia dei vasi sanguigni, che viene effettuata iniettando nell'arteria, attraverso un catetere, un mezzo di contrasto (in genere a base di iodio).
Poi vengono scattate le radiografie a intervalli di circa 3-6 fotografie al secondo.
Durante l'esecuzione potrebbero verificarsi effetti collaterali, quali sensazioni di calore, caduta della pressione sanguigna e nausea.
L'angiografia é utilizzata in vista di un intervento chirurgico per individuare meglio il problema. Infatti, si tratta di un esame invasivo che non puó essere effettuato ambulatorialmente, perché richiede la permanenza della persona in ospedale.

Dove rivolgersi

Ecco alcuni indirizzi dei centri specializzati nella cura delle malattie del cuore.

BARI
Policlinico di Bari,
divisione di cardiologia,
tel. 080/5592401,
divisione di terapia intensiva,
tel. 080/5592193

BOLOGNA
Ospedale Sant'Orsola-Malpighi,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 051/6363111

CAGLIARI
Ospedale Brotzu,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 070/5391

FIRENZE
Ospedale Careggi,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 055/4277111

GENOVA
Ospedale San Martino,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 010/5551

MILANO
Ospedale Niguarda,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 02/64441
Centro cardiologico
Monzino, tel. 02/580021

NAPOLI
Policlinico Federico II,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 081/5661111

ROMA
Policlinico Gemelli,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 06/30151
Policlinico Umberto I,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 06/49971

TORINO
Ospedale Le Molinette,
divisione di cardiologia e cardiochirurgia,
tel. 011/6331633



Fonte: Lancet