MedicinaOltre.com PATOLOGIE    DIZIONARIO MEDICO     CONTATTI     PUBBLICITA'    CREDITS     HOME 
MedicinaOltre - guida pratica per la famiglia
TUTTI GLI ARTICOLI:
RICERCA SU TUTTO IL SITO:

RICERCA ARTICOLI







Medicina di base (Articoli - 2012-05-22 10:31:26)

Epatite B: Vaccinazione obbligatoria e terapie efficaci

Quali sono i danni epatici a medio e lungo termine che può comportare l’infezione da virus HBV in assenza di trattamento?

Circa un terzo della popolazione mondiale è entrata in contatto con il virus, ma quelli che noi consideriamo portatori cronici sono circa 350-400 milioni. L’epatite cronica da HBV, se non adeguatamente trattata, evolve in cirrosi in circa il 10-20% dei casi a distanza di cinque anni; una volta raggiunto lo stadio di cirrosi, circa il 5% di pazienti ogni anno sviluppa un epatocarcinoma.
Sommando i pazienti con un quadro d’insufficienza epatica e coloro che contraggono un epatocarcinoma, ogni anno, nel mondo, il numero di morti per epatite B è stimato tra 500mila e 1 milione di persone.

È un numero molto rilevante: è destinato ad aumentare?
No, tendenzialmente potrebbe invece diminuire, perché si stanno diffondendo i programmi di vaccinazione e disponiamo di terapie farmacologiche altamente efficienti. Il problema è fare emergere i pazienti con infezione da HBV: nei Paesi più sviluppati questo è avvenuto, in altri no. L’epatite B rimarrà comunque per molti anni un problema clinico rilevante, anche in considerazione dell’impatto dei flussi migratori da Paesi ad alta prevalenza di infezione verso quelli a bassa prevalenza.

L’epatite B rappresenta un modello di successo nella gestione di una malattia infettiva di grande impatto: cosa ha significato, sul fronte della prevenzione, la disponibilità dei vaccini?
Per limitare la progressione dell’infezione è strategico individuare i pazienti infetti, sottoponendo a screening le categorie a rischio, trattarli farmacologicamente in modo da rendere inefficace il virus e vaccinare le persone con cui sono in contatto.
Per quanto riguarda i successi ottenuti dalla prevenzione, il nostro Paese rappresenta uno degli esempi migliori: l’Italia è stata uno delle primissime nazioni al mondo ad aver introdotto nel 1991 una campagna di vaccinazione obbligatoria. Questo ha fatto sì che oggi la popolazione italiana fino a oltre trent’anni sia protetta dall’epatite B, con una copertura intorno al 95%.
La vaccinazione, insieme alla disponibilità di terapie efficaci che inibiscono la replicazione del virus e al miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie, sono fattori che hanno determinato in Italia un abbassamento drastico della prevalenza da infezione da HBV: da zona ad alta endemia, l’Italia è diventata regione a bassa endemia, con una prevalenza di portatori del virus inferiore al 2%, concentrata nelle fasce d’età superiore ai 30-40 anni.

Come sta cambiando il profilo epidemiologico della malattia grazie alle terapie attualmente disponibili, che sono in grado di tenere sotto controllo la malattia nelle persone contagiate? Hanno modificato in positivo il tasso di mortalità?
Le terapie oggi disponibili sono basate su farmaci molto efficaci e sicuri e ad alta barriera genetica, in grado cioè di minimizzare lo sviluppo di resistenze del virus alla terapia.
Nei pazienti con epatite cronica da HBV, è stato dimostrato che tali terapie azzerano o quasi il rischio di progressione verso la cirrosi. Anche quando la cura è iniziata dopo lo sviluppo della cirrosi, questi farmaci spesso bloccano la progressione della malattia o, addirittura, ne inducono una regressione almeno parziale. Inoltre, si riduce in maniera significativa il rischio di sviluppare un epatocarcinoma. In sintesi, sono terapie che hanno un impatto sostanziale e positivo sulla storia naturale dell’epatite B.

Quali sono le prospettive della ricerca scientifica? Sarà possibile in futuro arrivare all’eradicazione del virus HBV?
Non siamo ancora in grado di eradicare il virus dall’organismo, perché si è dimostrato capace di integrarsi nel nostro DNA.
I farmaci attualmente utilizzati sono in grado di inibire la replicazione virale nella quasi totalità dei casi. Questo significa che oggi siamo in grado di mettere “a riposo” il virus, in uno stato sostanzialmente “dormiente”.
Gli obiettivi che possiamo più rapidamente raggiungere sono: far emergere i pazienti con epatite HBV ancora non diagnosticati, estendere la copertura vaccinale e superare i problemi relativi allo sviluppo di resistenza alla terapia, che ancora avviene, fortunatamente, solo in pochi casi.

Qual è il valore della collaborazione di AISF con SIGE, SIMIT e SIMG nell’ambito della campagna “Epatite B: usa la testa, fai il test”?
Una delle peculiarità di AISF è la sua natura multidisciplinare e molti dei nostri soci sono membri anche delle altre Società: è dunque nel nostro DNA collaborare con le altre Associazioni scientifiche.
Il supporto offerto con entusiasmo da AISF, SIGE, SIMIT e SIMG a questa campagna sottolinea l’importanza dell’iniziativa. Sensibilizzare le popolazioni a rischio, come, ad esempio, le persone che provengono da aree geografiche ad alta prevalenza d’infezione, sui problemi correlati all’epatite B, sull’utilità della diagnosi, sulla disponibilità di terapie e vaccinazioni efficaci, rappresenta uno dei principali modi per controllare la diffusione dell’infezione e sconfiggere la malattia.

Paolo Caraceni, Segretario AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato

Fonte: Pro Format Comunicazione – Ufficio stampa