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Oncologia (Articoli - 2012-05-09 15:10:12)

Mantenersi in forma durante la chemioterapia

Domande e risposte per garantire la copertura dei bisogni nutritivi durante la chemioterapia.


Quali sono gli effetti collaterali più comuni cui una donna può andare incontro quando si sottopone alle terapie contro il tumore al seno?
La somministrazione delle terapie oncologiche può essere accompagnata da una serie di problemi che si ripercuotono sull’apparato digerente, come nausea, alterazione del gusto, vomito, diarrea, mucositi. Gli effetti collaterali ritardati, che si evidenziano in genere 8-10 giorni dopo la prima somministrazione, riguardano la cosiddetta mielodepressione, che può manifestarsi con l’abbassamento dei globuli bianchi (leucopenia), dei globuli rossi (anemia) e delle piastrine (piastrinopenia). Va però sottolineato che, anche con l’ausilio di una corretta e mirata alimentazione, le pazienti sono in grado di recuperare i valori ematici ottimali e ridurre gli effetti collaterali sul sistema digerente senza ricorrere a particolari cure.

Chemio e radioterapia possono dunque provocare un senso di nausea da cibo, alterazione del gusto: quali consigli potrebbe offrire alle donne che vivono questi problemi?
A livello alimentare vi sono sicuramente dei consigli da fornire, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della nausea e del vomito che rappresentano notoriamente gli effetti collaterali acuti più frequenti della chemioterapia antineoplastica, anche se l’entità del problema varia in rapporto al tipo di farmaci utilizzati.
Consumare pasti poco voluminosi in aggiunta a spuntini ogni 2 o 3 ore l’uno dall’altro, preferendo alimenti asciutti o secchi (cracker, grissini, cornflakes, etc.) e bere a piccoli sorsi lontano dai pasti può facilitare la digestione e dare maggior sollievo, perché grandi volumi di cibo e chimo facilmente mobile (liquido) nello stomaco possono esacerbare la sintomatologia. Bere comunque almeno 1,5 litri di liquidi distribuiti lungo la giornata, per garantire una buona idratazione e mantenere l’alvo regolare.
Scegliere alimenti che siano gustosi, aromatizzati con poco sale e con erbe e aromi (salvia, basilico, rosmarino) ma non particolarmente speziati o sovraccarichi di grassi cotti può rendere più appetitose le pietanze e facilitare la digestione. Lasciare che sia qualcun altro a cucinare se la nausea è accresciuta dagli odori.

E per quanto riguarda l’inappetenza che può subentrare nel corso delle terapie?
L’inappetenza si accompagna spesso con il cambiamento della percezione dei sapori, influenzando la capacità di assumere alcuni elementi nutritivi: è bene farsi consigliare da un dietista o dal proprio medico su come sostituire gli alimenti “difficili” (es. carne sostituibile con pesce/piatto unico con cereali e legumi/formaggi freschi/yogurt/integratori).
Fare invece qualche passo prima di mangiare e lungo la giornata aiuta ad aumentare l’appetito e a rendere più veloce la digestione.
La terapia in corso e la patologia in atto aumentano molto il fabbisogno proteico-energetico da parte dell’organismo; pertanto è auspicabile scegliere quegli alimenti che soddisfino le aumentate esigenze nutritive dell’organismo, incontrando il più possibile i gusti del paziente e la sua capacità digestiva, anche se qualche volta non si tratta di alimenti ineccepibili dal punto di vista salutistico. In questo caso l’alimentazione è parte del processo di cura, non di prevenzione.
Nel caso subentrassero problemi a carico della digestione e dell’intestino, quali sono gli alimenti che possono essere d’aiuto?
Frequentemente la terapia può portare a delle alterazioni dell’alvo, frequentemente nel verso della dissenteria, qualche altra volta nel verso della stipsi. I problemi di aumento della velocità del transito intestinale potrebbero essere parzialmente contenuti con un ridotto consumo di fibre (frutta e verdura fibrose e meteorizzanti), garantendo però corretti apporti di sali minerali, vitamine e acqua tramite l’assunzione di spremute, succhi di frutta, centrifugati di verdura e frutta, o con integratori salini quando il problema risultasse particolarmente consistente e/o perdurasse per più tempo.
In caso di alvo stitico è indicato invece il movimento fisico, un buon consumo di frutta e verdura e un’adeguata assunzione di acqua per garantire un corretto transito intestinale. Il fabbisogno di acqua varia da persona a persona: un litro e mezzo di acqua può essere considerato il fabbisogno minimo per un adulto con funzione renale e cardiaca normali. Una buona indicazione per definire il giusto fabbisogno idrico è calcolarlo in base al peso corporeo: la proporzione è mediamente di 30-35 ml di acqua per chilo di peso.

Quali sono le scelte alimentari che possono invece aiutare a prevenire l’insorgenza di neoplasie mammarie?
La capacità di impedire che una cellula cancerosa agli esordi si moltiplichi inducendo la patologia dipende dal potenziale antiossidante che il nostro corpo ha a disposizione: raggiungere il peso corretto se si è in sovrappeso, condurre una vita attiva, praticare attività fisica moderata per 3 volte alla settimana e avere un’alimentazione adeguata e variata sono fattori protettivi sostenuti ormai da diversi studi clinici.

I risultati dello studio DIANA, coordinato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, forniscono indicazioni ormai consolidate per le scelte alimentari nella prevenzione del tumore alla mammella.

Va dunque osservato un buon consumo di frutta e verdura, è bene ridurre l’utilizzo di grassi e proteine animali, preferire le proteine vegetali (legumi) e il consumo del pesce a quello della carne, ridurre gli zuccheri e i cereali raffinati, privilegiando invece cereali nella forma più naturale e non industrialmente raffinati (es. orzo, farro, grano, miglio, pasta di grano duro), astenersi dal consumo abituale di alcol.

Nelle nostre zone permangono cattive consuetudini alimentari, con elevata assunzione d’insaccati, di carni, di grassi animali ed alimenti elaborati e/o con alto contenuto di sale: soprattutto la combinazione di questi elementi nella forma di carni conservate (salumi, wurstel), può produrre delle sostanze potenzialmente molto cancerogene, soprattutto se in sinergia con l’ambiente che ci circonda che già condiziona negativamente la nostra capacità antiossidante a causa dell’inquinamento. Una revisione decisa di tali abitudini potrebbe davvero contribuire a ridurre il rischio, anche di altri tumori oltre che di quello alla mammella.


Giuliana Invernici
Dietista, Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate

Link da vedere: Ricette dello Chef Alessandro Circiello su Adessocucina.com

Fonte: Pro Format Comunicazione – Ufficio stampa