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Ortopedia (Articoli - 2011-11-16 10:47:28)

Malattie reumatiche, nuove terapie biologiche che semplificano e migliorano la vita

Le esigenze dei pazienti affetti da Artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e Spondilite Anchilosante.
Le malattie reumatiche in Italia condizionano la vita di centinaia di migliaia di persone, per lo più giovani e in età lavorativa, devastandone la quotidianità, la vita di relazione e la capacità di svolgere le principali attività.
Alle patologie reumatiche si affiancano spesso depressione e ansia.
Lo studio conferma l’impatto straordinario delle nuove terapie biologiche,
che cambiano la vita dei pazienti e permettono il ritorno alla normalità.
Restano ancora alcuni bisogni insoddisfatti: un paziente su quattro lamenta il fastidio er l'iniezione. A questa aspettativa stanno dando risposta i farmaci biologici di ultima generazione come golimumab (SIMPONI) che possono essere autosomministrati per via sottocutanea lo stesso giorno di ogni mese.

La realtà delle malattie reumatiche dal punto di vista del paziente: oggi a Roma sono stati presentati i risultati dello studio osservazionale RAPSODIA (La Qualità di Vita e i bisogni dei pazienti con Artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e SpOnDIlite Anchilosante) che, per la prima volta in Italia e nel mondo, presenta dati validati clinicamente sulla Qualità di Vita dei pazienti reumatici. Nella ricerca sono stati coinvolti 743 pazienti, arruolati in 16 Centri di Reumatologia distribuiti sull’intero territorio nazionale.
Le malattie reumatiche sono la prima causa di disabilità nel mondo occidentale e la principale causa di perdita di giornate lavorative. Lo studio RAPSODIA conferma il drammatico impatto di queste malattie sulla vita dei pazienti, ma illustra anche la svolta resa possibile con l’avvento delle terapie biologiche: oggi queste malattie possono essere curate meglio, i pazienti possono godere di una migliore salute, che si trasforma in una percezione migliore della loro Qualità di Vita.
Ma dall'indagine emerge anche un’ulteriore richiesta dei pazienti: quella di farmaci in grado di semplificare la vita. A questa aspettativa stanno dando risposta i farmaci biologici di ultima generazione come golimumab che, oltre a garantire efficacia e sicurezza, aiuta i pazienti a svincolarsi dalla loro condizione di “malati”, grazie alla possibilità di autosomministrazione del farmaco per via sottocutanea una volta al mese, a data fissa.
“Le malattie reumatiche limitano e condizionano la quotidianità nei suoi molteplici aspetti: praticare attività sportive, dormire bene, svolgere attività domestiche, coltivare hobby, vestirsi e pettinarsi agevolmente, avere una soddisfacente vita sessuale, godere di momenti di svago con i famigliari e gli amici”, afferma Giovanni Minisola, Presidente della Società Italiana di Reumatologia, Primario della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale di Alta Specializzazione San Camillo di Roma. “Oggi però, alla luce della disponibilità delle nuove risorse farmacologiche come le terapie biologiche, queste importanti limitazioni non possono essere più accettate e ritenute inevitabili”.
Secondo lo studio, a causa della malattia, oltre il 50% dei pazienti ha dovuto rinunciare a svolgere qualsiasi attività sportiva, il 43% denuncia l’impossibilità di dormire o riposare adeguatamente, il 25% quella di vestirsi da soli, il 38% indica l’incapacità di eseguire attività domestiche e il 31% di avere cura delle necessità familiari.
A peggiorare non è solo la Qualità di Vita, ma la stessa percezione che ne hanno i pazienti. Drammatiche le ricadute psicologiche: il 63% si sente avvilita/o per le inabilità acquisite, non riuscendo più a fare ciò che faceva prima della malattia, il 57% è costretto a convivere con stati di ansia e/o depressione, il 39% ha visto crescere il suo livello d’irritabilità, il 21% ha avuto problemi nella sua sfera sessuale.
Se la malattia compromette bisogni essenziali, la stessa indagine ci dice che la grande chance di mantenere la propria normalità di vita è oggi affidata alle terapie biologiche: la quasi totalità dei pazienti (94%) ritiene che i farmaci biologici siano più efficaci di quelli convenzionali nel migliorare la Qualità di Vita e la capacità di eseguire le attività quotidiane. Nello specifico, secondo i pazienti, la terapia biologica rallenta la progressione della malattia (97%), limita l’avanzamento delle deformità articolari (96%), assicura sollievo di lunga durata (95%), provoca meno ricadute (93%), riduce il dolore e il gonfiore (91%).
Inoltre, il numero dei pazienti con Artrite Reumatoide che riesce ad avere più di 15 “giorni buoni”; cioè quelli, nell’arco di un mese, nei quali i pazienti possono alzarsi senza avvertire dolore; dopo le terapie biologiche passa da 16 (7,3%) a 145 (65,9%) a fronte di un aumento solo da 12 (11,3%) a 38 (40,9%) registrato nel numero dei pazienti in terapia convenzionale. Nella Spondilite Anchilosante il beneficio dei biologici è ancora maggiore: il 78,1% dei pazienti dichiara di avere più di 15 “giorni buoni” grazie alla terapia, a fronte del solo 26,8% nei pazienti in trattamento con farmaci convenzionali.
Rileva, infatti, Roberto Giacomelli, Direttore del Dipartimento di Reumatologia dell'Università degli Studi de L’Aquila, responsabile della ricerca: “RAPSODIA conferma in modo incontrovertibile che nel trattamento delle malattie reumatiche l’avvento delle terapie biologiche ha rappresentato un vero e proprio spartiacque: questi farmaci hanno ridotto i bisogni non soddisfatti dei pazienti, migliorando sia la Qualità di Vita di chi ne è affetto sia la percezione che essi hanno della loro stessa condizione. Non possiamo assolutamente permetterci di non curare al meglio i pazienti, poiché non utilizzare le terapie biotecnologiche non solo sarebbe penalizzante per loro, ma inciderebbe pesantemente sulla bilancia dei costi indiretti della salute”.
Le terapie biologiche hanno quindi cambiato la storia delle malattie reumatiche, assicurando livelli elevati di efficacia e sicurezza. Ma anche nell'ambito delle terapie biologiche permangono aree di insoddisfazione, legate per lo più alle modalità di somministrazione.
A queste richieste danno risposta i biologici di ultima generazione come golimumab, che permette ai pazienti di superare il fastidio dell'iniezione, grazie alla possibilità della somministrazione sottocutanea lo stesso giorno di ogni mese. La terapia con golimumab è ulteriormente semplificata grazie all'utilizzo di un iniettore predosato, appositamente ideato per pazienti reumatologici affetti da compromissione articolare, frequente in caso di Artrite Reumatoide e Artrite Psoriasica.
Secondo il professor Giovanni Minisola, la semplicità di somministrazione “ha una notevole importanza, perché facilita l’aderenza al piano terapeutico. Uno dei motivi di abbandono del piano terapeutico o riluttanza ad accettarlo è proprio la sua complessità; non c’è dubbio che un piano terapeutico semplice come quello previsto per golimumab agevola l’aderenza del paziente al trattamento e lo rende più accettabile. Infatti è accertato che le somministrazioni di agenti terapeutici ripetute e ravvicinate rendono ancora più pesante la malattia, mentre la facilità d'impiego e di somministrazione dei farmaci contribuisce ad alleviare il peso psicologico che le malattie reumatiche gravi e invalidanti comportano”.
L’importanza dello studio RAPSODIA, nel quale la percezione dei pazienti ha avuto il ruolo di voce solista, è confermata da Gabriella Voltan, Presidente di ANMAR, Associazione Nazionale dei Malati Reumatici: “lo studio RAPSODIA è la validazione scientifica del fatto che le terapie biologiche costituiscono uno strumento essenziale per il controllo e il miglioramento dei sintomi della malattia. Come paziente affetta da artrite reumatoide, mi sono rispecchiata nei dati che sono emersi dallo studio: per anni la mia vita è stata segnata da recidive, dolore, gonfiori, assenze dal lavoro, ma l’inizio della terapia con i farmaci biologici ha significato la risoluzione di gran parte dei problemi che m’impedivano una vita ‘normale’. Questo studio rappresenta per me una verifica oggettiva del fatto che la terapia con biologici è in grado di cambiare la vita e l’approccio con la malattia, rimettendo i malati in pista e offrendo loro la possibilità di riappropriarsi della propria esistenza”.

Lo studio sulla Qualità di Vita e i bisogni dei pazienti con Artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e SpOnDIlite Anchilosante
Lo studio osservazionale RAPSODIA è la prima grande ricerca basata su dati clinici validati, mai realizzata in Italia, sulla Qualità di Vita e le esigenze dei pazienti affetti da malattie reumatiche. Nella ricerca sono stati coinvolti 743 pazienti (432 donne e 311 uomini) di 16 Centri di Reumatologia distribuiti sull’intero territorio nazionale: 328 con Artrite Reumatoide, 215 con Artrite Psoriasica e 200 con Spondilite Anchilosante.
Ai pazienti è stato somministrato un questionario con circa 60 domande, tese a investigare:
• i vissuti e le problematiche legate alle patologie;
• l’impatto sulla Qualità di Vita (QdV);
• la percezione dei risultati della terapia sulla sintomatologia e sulla progressione della malattia;
• le necessità non soddisfatte (unmet needs) derivate dalla terapia tradizionale e/o con farmaci biologici;
• i vantaggi percepiti dal paziente con l’introduzione dei farmaci biologici.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Sintomi
Questi i sintomi che maggiormente influiscono sulla vita dei pazienti:
- dolori diffusi e gonfiore alle articolazioni (52%),
- riduzione della mobilità (26%);
- dolore alla schiena (26%);
- rigidità articolare al risveglio (19%);
- difficoltà a camminare (22%) e nella presa (18%).

Qualità di Vita
Lo studio RAPSODIA conferma su base scientifica il dato del pesante impatto di queste patologie sulla Qualità di Vita dei pazienti: le malattie reumatiche condizionano, anche drammaticamente, l’esistenza di persone per lo più giovani e in età lavorativa, devastandone la quotidianità, il tessuto delle relazioni e la capacità di svolgere le principali attività.
Il 72% dei pazienti intervistati dichiara, infatti, che la sua vita è pesantemente condizionata dalla malattia: tra le modificazioni della propria esistenza quotidiana percepite come maggiormente rilevanti,
- il 69% indica l’incapacità di eseguire attività domestiche e di avere cura delle necessità familiari;
- il 43% l’impossibilità di dormire o riposare adeguatamente;
- il 25% quella di vestirsi da soli.


Percezione dello stato psicologico
Le malattie reumatiche non peggiorano notevolmente solo la Qualità di Vita di coloro che ne sono affetti; dalla condizione invalidante che producono deriva la percezione di una difficile e sofferta condizione psicologica, dominata dallo sconforto e dalla prostrazione:
- il 63% si sente avvilita/o per le inabilità acquisite, non riuscendo più a fare ciò che faceva prima dell’insorgere della patologia;
- il 57% è costretto a convivere con stati di ansia e/o depressione;
- il 39% ha visto crescere il suo livello d’irritabilità;
- il 21% ha avuto problemi nella sua sfera sessuale.

Ripercussioni sulle attività lavorative
La grave inibizione dell’autonomia e gli impedimenti nella gestione della quotidianità non si riflette negativamente solo sulla dimensione psicologica degli individui affetti dalle malattie reumatiche autoimmuni, ma investono pesantemente anche la più ampia sfera sociale e lavorativa:
- per tutti l’insorgere della patologia ha comportato una riduzione media dei guadagni pari al 9,3%;
- il 34,6% ha avuto difficoltà a essere efficiente;
- l’11,7% ha dovuto assentarsi per un maggior numero di giorni per malattia;
- il 7,9% è stato costretto a smettere di lavorare.

La grande opportunità delle terapie biologiche
Rispetto a un quadro di così grande difficoltà, l’avvento delle terapie biologiche ha costituito un vero turning point, consentendo di soddisfare le necessità essenziali che permangono quando le terapie tradizionali falliscono, i cosiddetti unmet needs.
Il 94% dichiara, infatti, che la somministrazione dei farmaci biologici è in grado di alleviare completamente i sintomi delle patologie: ciò è particolarmente vero nel caso della Spondilite Anchilosante, a fronte del 50% circa di pazienti che dichiara di non aver ricevuto alcun miglioramento dei sintomi dalla terapia convenzionale.
La medesima percentuale (94%) ritiene che i farmaci biologici siano più efficaci di quelli convenzionali nel migliorare la Qualità di Vita e la capacità di eseguire le attività quotidiane, a conferma di quanto la percezione dei sintomi delle malattie reumatiche autoimmuni corrisponda a un reale deterioramento del piacere di vivere.
Analizzando i dati relativi al numero dei giorni “buoni” in un mese, cioè quelli nei quali i pazienti possono alzarsi senza avvertire dolore, le terapie biologiche ottengono dei risultati notevolmente maggiori:
- nell’Artrite Reumatoide, i pazienti che riescono ad avere più di 15 giorni “buoni” al mese dopo le terapie biologiche salgono da 16 a 145 (dal 7,3% al 65,9%), a fronte dei pazienti in terapia convenzionale che passano da 12 a 38 (dall’11,3% al 40,9%);
- nell’Artrite Psoriasica, l’aumento del numero dei pazienti in terapia biologica è da 22 a 103 (dal 15% al 70,1%), a fronte dell’aumento da 16,4% a 34,5% per i pazienti in terapia convenzionale (da 11 a 20 pazienti);
- nella Spondilite Anchilosante, l’aumento del numero dei pazienti in terapia biologica è ancora maggiore, da 15 a 118 (dal 10,9% al 78,1%), contro il lieve aumento dei pazienti in terapia convenzionale: da 8 a 11 (dal 17% al 26,8%).
Anche dal punto di vista lavorativo i dati relativi alle terapie biologiche indicano un netto miglioramento delle performances: il 75% dei pazienti intervistati afferma che, dall’assunzione dei farmaci biologici, ha visto aumentare il numero dei giorni in cui, per assenza di dolore e contrazioni nel movimento, ha potuto lavorare.
Un ulteriore punto di forza offerto dalle più recenti terapie biologiche è la possibilità di auto-somministrazione mensile, preferita dal 69% dei pazienti in trattamento intervistati.
La valutazione complessiva dei pazienti sul trattamento con farmaco biologico è, infine, del tutto positiva:
- per il 97% rallenta la progressione della malattia;
- per il 96% limita l’avanzamento delle deformità articolari;
- per il 95% assicura sollievo di lunga durata;
- per il 93% provoca meno ricadute;
- per il 91% riduce il dolore e il gonfiore.
Anche se dallo studio emergono anche degli unmet needs, dei bisogni non completamente coperti dai farmaci biologici e che si riferiscono principalmente alla modalità di somministrazione dei farmaci, che sembra recare dolore e disagio nei pazienti.
In particolare:
- per il 19% l'inezione provoca malessere generale;
- per il 20% l'inezione provoca dolore;
- per il 26% l'inezione provoca irritazione/dolore.

Intervista a Roberto Giacomelli
Direttore Dipartimento di Reumatologia, Università degli Studi dell'Aquila


Lei è il responsabile dello Studio RAPSODIA sulla Qualità della Vita e bisogni dei pazienti con Artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e Spondilite Anchilosante: qual è la rilevanza di questo studio? Quali sono i risultati più rilevanti di questo studio?
RAPSODIA è uno studio osservazionale focalizzato sui pazienti affetti da malattie reumatiche, finalizzato a comprendere i loro bisogni e il grado di soddisfacimento delle terapie cui sono sottoposti: per la prima volta abbiamo informazioni specifiche sui bisogni soddisfatti e non soddisfatti dei pazienti, ovvero su quello che si aspettano e che ricevono o meno dagli attuali standard of care. È la prima ricerca realizzata con un focus “paziente-centrico”, non solo in Italia ma anche nel mondo: è il paziente al centro della ricerca, è lui che ci fornisce le informazioni e non il medico a estrapolarle attraverso l’anamnesi.
Il dato più rilevante che emerge dall’analisi dei dati è senz’altro che l’avvento delle terapie biologiche ha ridotto i bisogni non soddisfatti dei pazienti che le assumono, migliorando sia la Qualità di Vita di chi ne è affetto sia la percezione che essi hanno della loro stessa vita.

L’impatto sociale delle malattie reumatiche è una cosa nota: questo studio conferma su base di dati clinici elementi già noti o aggiunge nuovi ulteriori dati di conoscenza al quadro?
Le malattie reumatiche e osteoarticolari sono purtroppo la prima causa di disabilità nel mondo occidentale e la principale causa di perdita di giornate lavorative. Lo studio RAPSODIA ci permette di sapere che tali malattie possono essere curate meglio, che i pazienti possono godere di una migliore salute, che si trasforma in una percezione migliore della loro vita, con il risultato finale di recuperare una grandissima quantità di giornate lavorative, altrimenti perse quando la terapia biologica non era ancora utilizzata.
Da questo punto di vista l’impatto sociale di questo studio è notevole perché conferma che se curiamo bene i nostri malati riusciamo ad abbattere i costi indiretti delle patologie reumatiche. Da RAPSODIA è infatti emerso che la condizione dei pazienti in terapia convenzionale che non rispondono al trattamento è, molto simile a quella dei pazienti non trattati, per cui non possiamo assolutamente permetterci di non curarli al meglio, poiché il risultato non solo sarebbe penalizzante per loro, ma inciderebbe pesantemente sulla bilancia dei costi indiretti della salute.

Sempre secondo i dati dello studio, qual è l’impatto degli aspetti non strettamente clinici di carattere psicologico sulla Qualità di Vita dei pazienti?
Una grande quantità di pazienti presenta un forte disagio psicologico, che alcune volte si manifesta con stati depressivi di diverse entità. Dallo studio emerge che, anche da questo punto di vista, una terapia efficace, migliorando la percezione di salute che ha il paziente, è in gradi di modificare lo stato dell’umore: pur non essendo a base di farmaci di ambito psichiatrico, le terapie biologiche permettono di correggere tutte quelle alterazioni dell’umore che sono “classiche” di chi ha una malattia cronica e sviluppa una depressione reattiva contro la quale è poi molto difficile combattere.

Quali sono i sintomi delle malattie reumatiche autoimmuni che i pazienti percepiscono come peggiori in termini di Qualità di Vita e in che misura, sempre secondo la valutazione dei pazienti, i farmaci biologici sono in grado di alleviarli?
I disturbi più frequenti dei pazienti con malattia reumatica sono lo stato di astenia generalizzata, il dolore, spesso riferito alla parte bassa della colonna, e la rigidità al movimento delle grandi e piccole articolazioni: queste manifestazioni reumatiche hanno la loro massima estrinsecazione clinica al risveglio, tanto che spesso il paziente è svegliato dal dolore stesso. L’impatto della sofferenza al risveglio è particolarmente pesante per i pazienti, che definiscono le loro giornate come “buone” o “cattive” a seconda se l’inizio della loro giornata è caratterizzata o meno dalla percezione del dolore. Dolore, rigidità e astenia sono una triade veramente devastante per la Qualità di Vita del paziente.
Anche per questo determinante aspetto lo studio RAPSODIA ha mostrato che la terapia biologica è in grado di modificare significativamente questa sintomatologia e di far godere al paziente una percezione di salute e una Qualità di Vita migliore.

Sulla base dell’esperienza dei pazienti, si può fare un raffronto tra il prima e il dopo avvento dei farmaci biologici?
Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che il raffronto dell’impatto delle terapie a base di farmaci biologici è largamente favorevole al loro uso tra i pazienti che non rispondono al trattamento convenzionale, non solo dal punto soggettivo del paziente, cioè per ciò che riguarda il miglioramento sostanziale della Qualità della sua Vita, ma anche da un punto di vista oggettivo, se consideriamo le positive ricadute sul decorso naturale della malattia.




GOLIMUMAB: SCHEDA INFORMATIVA
Golimumab è un nuovo anticorpo monoclonale umano di ultima generazione, approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e dall’European Medicines Agency (EMA) per il trattamento dell’Artrite Reumatoide (AR) in fase attiva da moderata a grave in associazione a metotrexato, dell’Artrite Psoriasica (APs) attiva e progressiva in associazione a metotrexato e della Spondilite Anchilosante (SA) attiva grave. Golimumab agisce selettivamente contro il Fattore di Necrosi Tumorale alfa (TNF-α). Questa citochina è uno dei principali “motori” dell’infiammazione: la sua sovrapproduzione è un denominatore comune a queste e altre malattie autoimmuni ed è implicata in molte altre patologie infiammatorie.
Golimumab, che rappresenta la prima terapia sottocutanea anti-TNF da somministrare una sola volta al mese, mira a neutralizzare entrambe le forme del TNF-α (solubile e legato alla membrana), riducendo in tale modo l’infiammazione e il suo impiego è indicato nei pazienti che non hanno risposto in maniera adeguata al trattamento con farmaci anti-reumatici che modificano la malattia (DMARD).

MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE
Golimumab si somministra mediante iniezioni sottocutanee (SC) praticate mensilmente, lo stesso giorno ogni mese. Su indicazione del medico, il paziente, opportunamente istruito, può eseguire da solo l’iniezione di golimumab, che a questo scopo è disponibile in forma di penna e siringa preriempita.

PRESENTAZIONE DEI DATI CLINICI
Artrite reumatoide
I risultati a due anni dello studio GOlimumab FOR Subjects With Active RA Despite MTX (GO-FORWARD) su 444 pazienti con Artrite Reumatoide attiva malgrado l’uso di metotrexato (farmaco immunosoppressivo e antireumatico ad azione modificante la malattia, DMARD) dimostrano che l’attività terapeutica di golimumab si mantiene fino alla 104a settimana, senza aggravamento degli effetti collaterali. Alla stessa conclusione sono giunti gli autori dello studio GOlimumab After Former anti-TNF Therapy Evaluated in RA (GO-AFTER), condotto su 445 pazienti con Artrite Reumatoide attiva già precedentemente trattati con un altro farmaco biologico anti-TNF (etanercept, adalimumab, infliximab).
Golimumab conserva nel tempo la propria efficacia, monitorata attraverso le principali scale di valutazione clinica. Infine i risultati estesi dello studio GOlimumab Before Employing methotrexate as the Firstline Option in the treatment of Rheumatoid arthritis of Early onset (GO-BEFORE) su 637 pazienti con Artrite Reumatoide attiva mai trattati in modo continuativo con metotrexato hanno dimostrato che golimumab è efficace e ben tollerato anche nei pazienti con Artrite Reumatoide attiva naive per terapia precedente con metotrexato.
Spondilite Anchilosante
I risultati estesi dello studio Golimumab - A Randomized Study in Ankylosing Spondylitis Subjects of a Novel Anti-TNF mAB Injection (SC) Given Every Four Weeks Study (GO-RAISE) su 625 pazienti hanno dimostrato anche a due anni un miglioramento clinico oggettivo significativamente superiore al placebo. «Trovo incoraggianti i risultati a lungo termine osservati con golimumab in questo studio e le implicazioni positive per i pazienti nel trattamento della loro malattia» ha commentato il reumatologo tedesco Jürgen Braun, coordinatore dello studio GO-RAISE. «La diminuzione dei punteggi relativi all’attività clinica della malattia, che inizia a 14 settimane dall’avvio del trattamento, si mantiene nel tempo e si conferma ancora due anni dopo l’inizio della terapia offrendo dati aggiuntivi sull’efficacia di golimumab nel trattamento della Spondilite Anchilosante».
Artrite Psoriasica
I risultati a due anni dello studio Golimumab - A Randomized EValuation of Safety and Efficacy in Subjects with Psoriatic Arthritis Using a Human Anti-TNF MonocLonal Antibody (GO-REVEAL), condotto su 405 pazienti con segni e/o sintomi articolari di Psoriasi hanno mostrato che golimumab consente di ottenere elevati livelli di risposta in oltre la metà dei pazienti trattati.

PERCHÉ L’EMA HA APPROVATO GOLIMUMAB?
Il Comitato per i medicinali per uso umano (Committee for Medicinal Products for Human Use, CHMP) dell’European Medicines Agency (EMA) ha stabilito che i benefici di golimumab sono superiori ai suoi rischi per il trattamento dell’Artrite Reumatoide, dell’Artrite Psoriasica e della Spondilite Anchilosante. Pertanto il Comitato ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio per golimumab.

QUANTO VALE UNA BUONA ADERENZA ALLA TERAPIA?
Secondo i risultati dello studio GO-RAISE, l’opportunità di una mono-somministrazione mensile per via sottocutanea di golimumab (primo farmaco biologico impiegato in patologie reumatiche a presentare questa caratteristica posologica) sembra rispondere a un’esigenza molto sentita dai malati di Artrite Reumatoide: quella di dispositivi di auto-somministrazione più facili da utilizzare e che, nel contempo, determinino il minimo dolore al momento dell’iniezione e nelle ore successive. Secondo l’analisi, che ha coinvolto il personale paramedico che pratica le iniezioni sottocutanee, questi fattori rappresentano un elemento importante per favorire la massima compliance alla terapia.



Fonte: Ufficio Stampa - Pro Format Comunicazione