MedicinaOltre.com PATOLOGIE    DIZIONARIO MEDICO     CONTATTI     PUBBLICITA'    CREDITS     HOME 
MedicinaOltre - guida pratica per la famiglia
TUTTI GLI ARTICOLI:
RICERCA SU TUTTO IL SITO:

RICERCA ARTICOLI







Medicina di base (Articoli - 2011-06-13 15:29:16)

ADHD - Sindrome da deficit di attenzione e iperattività, che cos'e' e come si cura

Che cos’è la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD - Attention-Deficit Hyperactivity Disorder)?

• L’ADHD è un disturbo comportamentale psichiatrico complesso che colpisce bambini e ragazzi. Si stima a un tasso del 5,3%1 la prevalenza a livello mondiale dell’ADHD. In Italia si stima che la prevalenza di ADHD sia attorno al 4% (con una maggiore frequenza tra i maschi: 4:1) che corrisponde a circa 300.000 casi potenziali.
• L’ADHD si manifesta come una persistente disattenzione e/o iperattività-impulsività che appare più frequentemente e con maggiore gravità rispetto a quanto tipicamente osservato negli individui con un livello comparabile di sviluppo.
• Una recente rassegna su 340 studi sull’ADHD ha mostrato che l’ADHD si ripercuote negativamente sugli ambiti più importanti della vita, tra cui il rendimento nello studio e i risultati professionali, la salute, le relazioni sociali, e rappresenta un costo significativo per la società.2
• Nel 2005, si è stimato che il costo annuo dell’ADHD nei bambini e negli adolescenti era di circa 10.800 euro per individuo.3
• In base a un tasso di prevalenza del 5%, una stima del 2005 del costo annuo per la società della sindrome da ADHD nei bambini e negli adolescenti era pari a 31,5 miliardi di euro.3

Chi è colpito dall’ADHD?
• La sindrome ADHD viene di solito considerata come un disturbo infantile ma la ricerca suggerisce che i sintomi dell’ADHD rimangono relativamente stabili dall’infanzia sin nell’età adulta. Circa il 65% dei pazienti affetti da ADHD presenta sintomi associati a significative disabilità dal punto di vista clinico all’età di 25 anni quando vengono inclusi casi coerenti con la definizione data dal DSM-IV-TR® dell’ADHD in parziale remissione.4
• Sino a poco tempo fa, la maggior parte della letteratura scientifica sull’ADHD riguardava maschi. Tuttavia, rispetto ai maschi affetti da questo disturbo, è meno probabile che le bambine manifestino comorbilità quali disturbi del comportamento dirompente e difficoltà di apprendimento. Queste caratteristiche potrebbero incidere negativamente sull’individuazione dell’ADHD nelle bambine.4

Quali sono le cause dell’ADHD?

• Si ritiene che l’ADHD sia il risultato di complesse interazioni tra fattori genetici e ambientali. L’origine esatta è sconosciuta ma gli scienziati ipotizzano che il disturbo possa essere causato in parte da uno squilibrio di due neurotrasmettitori, la dopamina (DA) e la noradrenalina (NA), che si ritiene svolgano un ruolo importante nella capacità di concentrarsi e di fare attenzione ai compiti da svolgere.5
• Studi genetici hanno rivelato l’esistenza di diversi geni che sembrano associati all’ADHD, rafforzando la prova che l’ADHD sia un disturbo del neurosviluppo. 6;7 Questa visione viene ulteriormente confortata da tecniche di neuroimaging e da studi neuropsicologici che hanno fornito solide prove in merito alla base biologica dell’ADHD.8
• In base a studi genetici si stima un’ereditarietà media dell’ADHD di circa l’80% con un ulteriore 20% associato a fattori ambientali tra cui le esposizioni prenatali e dei primi anni di vita, il ruolo dei genitori e le relazioni con coetanei.9

Come viene diagnosticata l’ADHD?

• L’ADHD viene diagnosticata in base a criteri riconosciuti a livello internazionale e definiti in due libri guida:
1. The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-IV-TR®)10, Quarta edizione, Testo Riveduto (Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), una pubblicazione della “American Psychiatric Association (APA)”
2. The International Classification of Diseases,(ICD-10).11 Decima edizione (Codice internazionale delle malattie) una pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)



• Il codice ICD-10 si avvale di una categoria diagnostica più ristretta comprendente persone con sintomatologia e disabilità più gravi. Il manuale DSM-IV-TR®10 adotta una definizione più ampia, tale da ricomprendere numerosi sottotipi di ADHD diversi.
• Affinché venga fatta una diagnosi corretta di ADHD, una persona deve presentare10;11:
o almeno sei dei nove sintomi di disattenzione, uno dei quattro sintomi di impulsività e tre dei cinque sintomi di iperattività stando al codice ICD-10. In alternativa, la persona potrebbe presentare almeno sei dei nove sintomi di disattenzione, e/o almeno sei dei nove sintomi di iperattività/impulsività in base al DSM-IV-TR®;
o uno schema persistente di disattenzione e/o iperattività/impulsività che si manifesta più frequentemente e in modo più grave di quanto tipicamente osservato negli individui con un livello comparabile di sviluppo;
o i sintomi devono essere comparsi da almeno sei mesi;
o alcuni sintomi si sono manifestati molto presto (prima dell’età di sette anni);
o i sintomi generano problemi invalidanti in una o più sfere (per es. a scuola, sul lavoro o a casa);
o problemi invalidanti clinicamenti significativi nel comportamento sociale, scolastico o occupazionale. Non è possibile fornire una migliore spiegazione della sintomatologia invocando un altro disturbo psichiatrico.


Quali sono i sintomi dell’ADHD?

• I sintomi principali dell’ADHD sono la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività. Le persone con ADHD hanno spesso difficoltà a concentrarsi, si distraggono facilmente, hanno difficoltà a stare ferme e spesso non sono in grado di controllare il loro comportamento impulsivo.10
• Poiché capita quasi a tutti di dare segni di questo tipo di comportamento, il DSM-IV-TR e l’ICD-10 specificano che alcuni dei comportamenti devono manifestarsi presto nel corso della vita (prima dell’età di sette anni) e protrarsi per almeno sei mesi.10;11
• Nei bambini, questi comportamenti devono essere più frequenti o gravi rispetto ad altri bambini della stessa età.10
• Negli adulti, l’iperattività si può manifestare con agitazione fisica o irrequietezza interna.10


Come si cura l’ADHD?

• Attualmente non vi sono cure per l’ADHD, ma gli esperti concordano sul fatto che l’associazione di terapia farmacologica, aiuto nel modificare il comportamento e sostegno all’apprendimento costituisce il mezzo più efficace per gestire i sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività dell’ADHD, il che può migliorare la capacità di comportarsi di una persona a casa o a scuola. 12
• Le specifiche terapie usate dipenderanno dai sintomi del paziente e dalla risposta del paziente a ciascun tipo di approccio13, tuttavia potrebbe essere necessario per il paziente tentare diverse terapie prima che venga trovata la giusta combinazione terapeutica
• Nei bambini e negli adolescenti affetti da ADHD, la terapia farmacologica andrebbe prescritta solo come parte di un piano terapeutico globale comprendente sostegno e interventi psicologici, comportamentali ed educativi13.
• In una recente rassegna su 340 studi sull’ADHD, la terapia farmacologica, sola o in associazione con altri approcci terapeutici, è stata responsabile del 98% dei casi di stabilizzazione o di miglioramento rispetto a casi di ADHD non curati2.
• Per la maggior parte dei bambini, la terapia farmacologica per l’ADHD è efficace nel gestire i sintomi principali e funziona al meglio quando il dosaggio conduce ad una migliore gestione del disturbo del bambino con effetti collaterali minimi.14

"Mito" e Realtà

"L’ADHD non è un vero disturbo medico..."
• L’ADHD è un disturbo comportamentale psichiatrico che si manifesta con una persistente disattenzione e/o iperattività-impulsività più frequentemente e in modo più grave rispetto a quanto tipicamente osservato negli individui con un livello comparabile di sviluppo.
• L’ADHD viene diagnosticata in base a criteri riconosciuti a livello internazionale e definiti in due libri guida:
o The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders,1 Quarta edizione, Testo Riveduto (DSM-IV-TR®), (Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), una pubblicazione della “American Psychiatric Association (APA)”
o The International Classification of Diseases,2 Decima edizione (ICD-10®), (Codice internazionale delle malattie) una pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
• L’ADHD deve essere considerata e compresa come un vero disturbo neurologico curabile; le conseguenze negative per gli individui che ne sono affetti e che non vengono curati colpiscono tutti i segmenti della società. Se non viene individuata e curata, la sindrome ADHD può avere gravi conseguenze tra cui l’insuccesso scolastico e/o l’interruzione degli studi, depressione, incapacità di relazionarsi, basso rendimento e abuso di sostanze3-5.

"L’ADHD è provocato da fattori ambientali quali un cattivo ruolo dei genitori"
• Il ruolo educativo dei genitori e il tipo di disciplina non causano l’ADHD; tuttavia, il coinvolgimento dei genitori nelle cure (terapie per l’ADHD e/o strategie di gestione del comportamento) può aiutare a gestire i sintomi dell’ADHD6.
• Gli scienziati avanzano la teoria che questo disturbo possa essere in parte causato da uno squilibrio di due neurotrasmettitori, la dopamina (DA) e la noradrenalina (NA), che si ritiene svolgano un ruolo importante nella capacità di concentrarsi e di fare attenzione ai compiti7 da svolgere.
• Studi genetici hanno rivelato l’esistenza di diversi geni che sembrano associati all’ADHD, avvalorando la prova che l’ADHD sia un disturbo del neurosviluppo.8;9 Questa visione viene ulteriormente avvalorata da tecniche di neuroimaging e dagli studi neuropsicologici, che hanno fornito solide prove sulla base biologica dell’ADHD10.
• Un recente editoriale a firma del Dott. Samuele Cortese (Institute for Pediatric Neuroscience, New York University Child Study Center) ribadisce ancora una volta la certezza dell’origine genetica dell’ADHD facendo chiarezza in merito alle metanalisi disponibili in letteratura. 26


"Molti dei sintomi dell’ADHD possono essere scartati quali parte del normale comportamento infantile "
• I sintomi principali dell’ADHD sono la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività. Le persone con ADHD hanno spesso difficoltà a concentrarsi, si distraggono facilmente, hanno difficoltà a stare fermi e spesso non sono in grado di controllare il proprio comportamento impulsivo.1 Poiché a volte capita quasi a tutti di dare segni di questo comportamento, il DSM-IV-TR® e il codice ICD-10 specificano che alcuni dei comportamenti devono maniferstarsi presto nel corso della vita (prima dell’età di sette anni) e permanere per almeno sei mesi1;2
• Nei bambini, questi comportamenti devono essere più frequenti o gravi rispetto ad altri bambini della stessa età1
• L’ADHD impone di esaminare globalmente i sintomi per giungere ad una diagnosi. Per giungere ad una diagnosi corretta, la persona a cui è stata fatta tale diagnosi deve presentare1;2:
o Almeno sei dei nove sintomi di disattenzione, uno dei quattro sintomi di impulsività e tre dei cinque sintomi di iperattività stando al ICD-10. In alternativa, la persona potrebbe presentare almeno sei dei nove sintomi di disattenzione, e/o almeno sei dei nove sintomi di iperattività/impulsività in base al DSM-IV-TR®.
o Uno schema persistente di disattenzione e/o iperattività/impulsività che si manifesta più frequentemente e in modo più grave di quanto tipicamente osservato negli individui con un livello comparabile di sviluppo.
o I sintomi devono essere comparsi da almeno sei mesi.
o Alcuni sintomi si sono manifestati molto presto (prima dell’età di sette anni).
o I sintomi generano problemi invalidanti in una o più sfere (per es. a scuola, sul lavoro o a casa).
o Disabilità clinicamente significative a livello di comportamento sociale, scolastico/accademico o occupazionale. Non è possibile fornire una migliore spiegazione della sintomatologia invocando un altro disturbo psichiatrico.


"L’ADHD è un disturbo che colpisce solo i maschi"
• L’ADHD si riscontra più spesso nei maschi che nelle femmine;11 tuttavia, rispetto ai maschi affetti da ADHD, è meno probabile che le bambine manifestino comorbilità quali disturbi del comportamento dirompente e difficoltà di apprendimento. Queste caratteristiche potrebbero incidere negativamente sull’individuazione dell’ADHD nelle bambine.12


"Crescendo, la sindrome ADHD scompare"
• L’idea comune secondo la quale l’ADHD scompaia con l’età è sbagliata. La ricerca suggerisce che i sintomi di ADHD rimangono relativamente stabili dall’infanzia all’età adulta. Circa il 65% dei pazienti affetti da ADHD presentano sintomi associati a significative disabilità dal punto di vista clinico all’età di 25 anni quando vengono inclusi casi coerenti con la definizione data dal DSM-IV-TR® dell’ADHD in parziale remissione13.

"La terapia non può contribuire a ridurre il nesso tra ADHD e aumento della criminalità"
• Ricerche recenti hanno suggerito che, se non curata, l’ADHD può essere associata all’uso di droghe e all’abuso di alcol, ad una maggiore delinquenza/criminalità, atti criminali, e arresti/incarcerazione.5;14;15 Tuttavia, i dati indicano che con una precoce terapia, è possibile ridurre questi rischi16;17

"L’ADHD è legata a una dieta povera e a certi additivi alimentari "
• L’influenza di fattori dietetici sull’ADHD ha suscitato molta attenzione da parte del pubblico: gli additivi alimentari, lo zucchero, i coloranti e i numeri ‘E’ sono spesso considerati come cause di ADHD, e si ricorre ampiamente alla loro eliminazione e a diete integrative, spesso senza parere professionale6.
• Secondo alcuni studi, esisterebbe una relazione tra l’uso di additivi alimentari e l’ADHD ma, dati i limiti di questi studi, è difficile giungere a una chiara conclusione6.
• L’eliminazione di coloranti artificiali e di additivi dalla dieta non è raccomandata come terapia generalmente applicabile ai bambini e ragazzi affetti da ADHD6.

"I farmaci stimolanti non costituiscono una cura efficace per l’ADHD"

• E’ stato dimostrato che i farmaci stimolanti tra cui i metilfenidati e le anfetamine riducono i sintomi quali disattenzione, impulsività e iperattività.6 Inoltre, studi controllati hanno mostrato che il 70% dei pazienti risponde al metilfenidato, il 70% alle anfetamine, e, complessivamente, il 95% risponde all’uno o all’altro18 .
• Nei bambini affetti da ADHD curati con farmaci stimolanti si osservano effetti positivi della terapia, a livello per esempio di maggiore precisione e produttività, di minore comportamento dirompente e nei test di efficienza scolastica/accademica19.
• Per la maggior parte dei pazienti, i farmaci per l’ADHD sono efficaci nel gestirne i sintomi principali, e funzionano al meglio quando il dosaggio conduce ad una migliore gestione dell’ADHD del bambino con effetti collaterali minimi20.
• Una recente revisione su 340 studi sull’ADHD ha mostrato che, complessivamente, la cura dell’ADHD si traduce in un migliore rendimento nello studio rispetto al valore di riferimento o a soggetti affetti da ADHD21 e non curati.

"I farmaci stimolanti non sono sicuri "
• Gli stimolanti sono la terapia più studiata e più efficace per la cura dell’ADHD nei bambini e negli adulti.6 I principali stimolanti usati per curare l’ADHD sono i metilfenidati e le anfetamine, che vengono usati per la cura dell’ADHD dagli anni 60.
• Gli effetti collaterali più comuni (1 paziente su 10) degli stimolanti sono il nervosismo, l’insonnia e il mal di testa22 (per un elenco completo degli effetti collaterali si prega di far riferimento al relativo Riepilogo delle Caratteristiche del Prodotto per ogni dato prodotto). Prima di iniziare la terapia, è necessario procedere al rilevamento di misure di riferimento per un set di parametri tra cui altezza e peso al fine di monitorare regolarmente gli effetti collaterali durante il trattamento con i farmaci22.
• I pazienti o i loro genitori si preoccupano spesso del fatto che la terapia con un farmaco stimolante possa col tempo condurre all’abuso di droghe in età più avanzata. Tuttavia, rispetto a pazienti affetti da ADHD e non curati23, i bambini a cui è stata fatta una diagnosi precoce e che sono stati sottoposti ad un’efficace terapia con farmaco stimolante avranno minori probabilità di abusare di sostanze.

"Le terapie comportamentali sono più efficaci della terapia farmacologica"
• Gli esperti concordano nell’affermare che l’associazione di terapia farmacologica, aiuto nel modificare il comportamento e sostegno all’apprendimento costituisce il mezzo più efficace per gestire i sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività dell’ADHD.24 L’approccio terapeutico multimodale può migliorare la capacità di un paziente di comportarsi a casa o a scuola. Le specifiche terapie usate dipenderanno dai sintomi del paziente e dalla risposta del paziente a ciascun tipo di approccio, tuttavia potrebbe essere necessario per il paziente tentare diverse terapie diverse prima che venga trovata la giusta combinazione terapeutica.
• Secondo una recente raccomandazione da parte della “European Network for Hyperkinetic Disordersalla “European Society for Child and Adolescent Psychiatry (ESCAP)”, la terapia farmacologica è di fatto superiore alla terapia comportamentale per l’ADHD e la maggior parte dei bambini i cui problemi sono sufficientemente gravi perché venga diagnosticata la sindrome di ADHD, avranno bisogno di una terapia farmacologica25.


Riferimenti bibliografici

(1) American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders DSM-IV-TR Fourth Edition (Text Revision). 2000.
(2) WHO. International Classification of Diseases. 2007.
(3) Fischer M, Barkley RA, Smallish L et al. Hyperactive children as young adults: driving abilities, safe driving behavior, and adverse driving outcomes. Accid Anal Prev 2007; 39(1):94-105.
(4) Thompson AL, Molina BS, Pelham W, Jr. et al. Risky driving in adolescents and young adults with childhood ADHD. J Pediatr Psychol 2007; 32(7):745-759.
(5) Nigg JT, Wong MM, Martel MM et al. Poor response inhibition as a predictor of problem drinking and illicit drug use in adolescents at risk for alcoholism and other substance use disorders. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2006; 45(4):468-475.
(6) NICE. NICE guidelines on diagnosis and management of ADHD in children, young people and adults. 2009.
(7) Cheon KA, Ryu YH, Kim YK et al. Dopamine transporter density in the basal ganglia assessed with [123I]IPT SPET in children with attention deficit hyperactivity disorder. Eur J Nucl Med Mol Imaging 2003; 30(2):306-311.
(8) Williams NM, Zaharieva I, Martin A et al. Rare chromosomal deletions and duplications in attention-deficit hyperactivity disorder: a genome-wide analysis. Lancet 2010; 376(9750):1401-1408.
(9) Brookes K, Xu X, Chen W et al. The analysis of 51 genes in DSM-IV combined type attention deficit hyperactivity disorder: association signals in DRD4, DAT1 and 16 other genes. Mol Psychiatry 2006; 11(10):934-953.
(10) Curatolo P, D'Agati E, Moavero R. The neurobiological basis of ADHD. Italian Journal of Pediatrics 2010; 36(1):79.
(11) Biederman J, Mick E, Faraone SV et al. Influence of gender on attention deficit hyperactivity disorder in children referred to a psychiatric clinic. Am J Psychiatry 2002; 159(1):36-42.
(12) Biederman M, Kwon M, Aleardi M. Absence of Gender Effect on Attention Deficit Hyperactivity Disorder: Findings in Nonreferred Subjects. American Journal of Psychiatry ed. 2005
(13) Faraone SV, Biederman J, Mick E. The age-dependent decline of attention deficit hyperactivity disorder: a meta-analysis of follow-up studies. Psychol Med 2006; 36(2):159-165.
(14) Babinski LM, Hartsough CS, Lambert NM. Childhood conduct problems, hyperactivity-impulsivity, and inattention as predictors of adult criminal activity. J Child Psychol Psychiatry 1999; 40(3):347-355.
(15) Young S, Gudjonsson GH. ADHD symptomatology and its relationship with emotional, social and delinquency problems. Psychology, Crime and Law 2006; 12:463-471.
(16) Goksoyr PK, Nottestad JA. The burden of untreated ADHD among adults: the role of stimulant medication. Addict Behav 2008; 33(2):342-346.
(17) Young S, Goodwin E. Attention-deficit/hyperactivity disorder in persistent criminal offenders: the need for specialist treatment programs. Expert Rev Neurother 2010; 10(10):1497-1500.
(18) Greenhill LL, Abikoff HB, Arnold LE et al. Medication treatment strategies in the MTA Study: relevance to clinicians and researchers. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 1996; 35(10):1304-1313.
(19) Powers RL, Marks DJ, Miller CJ et al. Stimulant treatment in children with attention-deficit/hyperactivity disorder moderates adolescent academic outcome. J Child Adolesc Psychopharmacol 2008; 18(5):449-459.
(20) AAP Committee on Quality Improvement: Subcommittee on Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. Clinical practice guideline: treatment of the school-aged child with attention-deficit/hyperactivity disorder. Pediatrics 2001; 108(4):1033-1044.
(21) Shaw M, Caci H, Hodgkins P et al. Review of Studies of ADHD: Long-term outcomes with and without treatment. 2011
(22) Shire Pharmaceuticals Limited. Equasym XL Summary of Product Characteristics, dated February 2011. 2011.
(23) Wilens TE, Faraone SV, Biederman J et al. Does stimulant therapy of attention-deficit/hyperactivity disorder beget later substance abuse? A meta-analytic review of the literature. Pediatrics 2003; 111(1):179-185.
(24) National Institute of Mental Health. National Institute of Mental Health Multimodal Treatment Study of ADHD follow-up: 24-month outcomes of treatment strategies for attention-deficit/hyperactivity disorder. Pediatrics 2004; 113(4):754-761.
(25) Taylor E, Dopfner M, Sergeant J et al. European clinical guidelines for hyperkinetic disorder -- first upgrade. Eur Child Adolesc Psychiatry 2004; 13 Suppl 1:I7-30.
(26) Cortese S, Faraone SV, Sergeant J. 2011 Misunderstandings of the Genetics and Neurobiology of ADHD: Moving Beyond Anachronisms. Am J Med Genet Part B 9999:1-4.


Fonte: Ketchum