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Oncologia (Comunicati stampa - 2010-12-10 12:19:09)

Diminuzione della mortalità e della progressione della leucemia mieloide cronica nei pazienti trattati con Bosutinib

Sperimentato e scoperto un nuovo farmaco rivoluzionario per la cura dei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica.
Nel corso del meeting della Societá Americana di Ematologia (ASH), tenutosi a Orlando (USA) il giorno 6/12/10, sono stati presentati dal Prof. Carlo Gambacorti Passerini i risultati di uno studio controllato, in cui il nuovo farmaco bosutinib é stato confrontato con imatinib (Glivec) come terapia di prima linea in pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica (LMC). Imatinib ha cambiato la storia e la prognosi di questa malattia (per inciso il San Gerardo é stato uno dei centri che hanno contribuito al suo sviluppo nel 2000) e quindi era difficile aspettarsi un trattamento ancora piu' efficace.

Lo studio ha arruolato 502 pazienti in tutto il mondo, con un follow up di 14 mesi. Imatinib ha confermato la propria attivitá, inducendo remissioni citogenetiche (cioé la ricrescita del midollo osseo normale) nel 75% dei 252 pazienti che lo hanno ricevuto, contro 79% nel gruppo che ha ricevuto bosutinib. Tuttavia bosutinib ha ottenuto una diminuzione più profonda del numero di cellule leucemiche residue, con quasi metá (47%) dei pazienti trattati che hanno ottenuto una risposta molecolare maggiore (che significa la presenza di meno di una cellula leucemica su mille), rispetto a solo un terzo (32%) dei pazienti trattati con imatinib.
Di ancor maggiore rilevanza il dato sui pazienti morti a causa della leucemia, che sono passati dal 4% (imatinib) al 1% (bosutinib), ed in quelli in cui la malattia é progredita, passati dal 10% (imatinib) al 2.8% (bosutinib).

"Questi dati fanno sperare che, data la più profonda diminuzione delle cellule leucemiche residue ottenuta con bosutinib, si possa giungere alla completa eradicazione della malattia (e quindi alla sospensione della terapia) in una frazione consistente di pazienti, cosa che invece non é possibile con imatinib", commenta il Prof. Carlo Gambacorti Passerini.

"E' comunque prematuro dire se bosutinib soppiantera' imatinib nella terapia di prima linea della malattia. Sono necessari dati di follow-up più lunghi e soprattutto una valutazione molto attenta del rapporto tra costi e benefici", conclude il Professore.

Il Prof. Carlo Gambacorti Passerini è professore associato di Medicina Interna presso l’Università di Milano Bicocca, conduce attivitá clinica nell'Unitá di Ematologia diretta dal Prof. Enrico Pogliani, ed è responsabile dell' Unità di Ricerca Clinica dell’Ospedale San Gerardo (diretto dal dr. Giuseppe Spata) . Le sue ricerche sono finanziate in parte dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dalla Fondazione CARIPLO.

Fonte: Easycom e Unità di Ricerca Clinica