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Medicina di base (Comunicati stampa - 2010-09-17 11:09:54)

ADHD: un disturbo di origine neurobiologica

ADHD ovvero Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, appuntamento in piazza per la Settimana Europea della Consapevolezza dell’ADHD. In Italia il disturbo colpisce più di 250.000 bambini e circa 1 milione di adulti, ma se ne sa e se ne parla poco. Il 18/19 e il 25/26 Settembre prossimi a Roma e Milano saranno allestiti gazebo informativi con la presenza di volontari AIFA Onlus per promuovere una maggiore conoscenza dell’ADHD.

Gli esperti la denominano con un acrononimo coniato dall’inglese, ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder ovvero Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) ed è uno dei disturbi psichiatrici più comuni nei bambini1,2. Si stima che nel mondo l’incidenza sia pari al 5.3% della popolazione (con grande variabilità), mentre In Italia la prevalenza di ADHD infantile è stimata intorno al 3/4%, che corrisponde a circa 270.000/360.000 bambini.

“L’ADHD” - dichiara Patrizia Stacconi, Presidente AIFA Onlus, l’Associazione Italiana Famiglie ADHD - “è un disturbo complesso e problematico, purtroppo ancora poco noto e riconosciuto nel nostro Paese”.

Nasce proprio con l’obiettivo di favorire una maggiore conoscenza del disturbo, l’iniziativa della Settimana Europea della Consapevolezza dell’ADHD, promossa in Italia da AIFA Onlus e ideata a livello internazionale da ADHD Europe, organizzazione che riunisce le principali associazioni no profit europee attive nell’ambito dell’ADHD. L’iniziativa, che ricorre annualmente la terza settimana di settembre, prevede l’organizzazione di numerose attività di sensibilizzazione in tutti i 20 Paesi UE che aderiscono.

In Italia, AIFA Onlus allestisce dei gazebo informativi nelle piazze delle principali città. Gli appuntamenti in programma sono:
- Sabato 18 e Domenica 19 Settembre a Roma
- Sabato 25 e Domenica 26 Settembre a Milano
Volontari dell’associazione e neuropsichiatri infantili saranno a disposizione per dare informazioni sul disturbo e sulle sue implicazioni per il bambino e la famiglia. “Questa iniziativa” - contintua Stacconi - “è una grande opportunità non soltanto per favorire la conoscenza del disturbo, ma anche dei suoi risvolti nell’ambito della vita familiare, scolastica e sociale”. Per maggiori informazioni sugli appuntamenti: <http://www.aifa.it>www.aifa.it e tel. 0761-508126 (AIFA Onlus), Lu-Me-Ve ore 9,30/12,30 – 16,00/19,00.

L’ADHD: un disturbo di origine neurobiologica
“L’ADHD è un disturbo di origine neurobiologica” - sostiene il Prof. Paolo Curatolo, Primario dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” - “E’ caratterizzato da un marcato livello di disattenzione e da una serie di comportamenti che denotano iperattività e impulsività, più seri e frequenti di quanto tipicamente venga osservato in individui ad un livello paragonabile di sviluppo”.
“Pertanto” – continua Curatolo – “i bambini affetti da ADHD non riescono a controllare le loro risposte all’ambiente, sono disattenti, iperattivi e impulsivi, fino a compromettere la loro vita di relazione e scolastica”.
L’ADHD non è un dusturbo solamente pediatrico, ma interessa anche gli adulti. Molti bambini ed adolescenti con ADHD, crescendo, diventano infatti adulti con ADHD. “Il quadro clinico può modificarsi rispetto a quanto riscontrato in età giovanile, ma l'iperattività, l'inattenzione e l'impulsività spesso permangono, soprattutto se non diagnosticati e trattati in età giovanile.” – continua Curatolo. Secondo l’Accademia Americana di Psichiatria Infantile (American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, AACAP) fino al 65% di bambini con ADHD può ancora manifestarne i sintomi nell’età adulta.3 In Italia, la prevalenza dell’ADHD negli adulti è stimata attorno al 2%, che corrisponde a poco più di 1 milione di persone.

Un disturbo che si può curare
“Grazie ai grandi progressi compiuti dalla ricerca scientifica nell’ambito delle neuroscienze” - spiega la dott.ssa Vera Valenti, Neuropsichiatra Infantile presso il reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano - “sappiamo che l’ADHD è un disturbo neurobiologico dovuto ad alterazioni e disfunzioni che colpiscono i circuiti di aree specifiche del cervello dei bambini. La diagnosi, lenta e complessa, deve rispondere a criteri condivisi dalla comunità scientifica internazionale, quali l’ICD-104 e il DSM IV5 e si basa prevalentemente sull’osservazione clinica del bambino, sull’integrazione di informazioni raccolte nei vari contesti di vita e sull’esecuzione di esami, necessari per la diagnosi differenziale”.

“Completata la diagnosi” - continua Valenti - “il primo intervento consiste nel comunicare e spiegare alla famiglia cosa significa avere l’ADHD. E’ necessario comunicare anche con gli insegnanti per aiutarli a comprendere le difficoltà e i punti di forza, che spesso non sono pochi, del bambino ADHD”. “L’intervento terapeutico per un bambino ADHD” - conclude Valenti - “deve essere accuratamente personalizzato. Prevede una terapia multimodale e cioè una combinazione di interventi medici, educativi, comportamentali e psicologici sul bambino e sui genitori (Parent Training), a cui può essere associata, nelle forme più importanti e se ritenuto necessario, una terapia farmacologica”.

“La strada che dobbiamo percorrere noi genitori di bambini ADHD” - dichiara Patrizia Stacconi - “non è di certo facile ed è piena di ostacoli perché per noi la vita quotidiana, le cose più semplici, diventano spesso una dura prova”. “Dolore e frustrazione” - continua Patrizia Stacconi - “sono i sentimenti che proviamo ogni giorno. Ma per fortuna c’è anche la speranza che nasce dopo un’accurata diagnosi. E, dopo aver intrapreso una corretta terapia, la gioia di vedere che tuo figlio sta meglio, che può studiare, giocare come gli altri e costruirsi una vita normale”.

Il Registro Nazionale ADHD e i Centri di riferimento
“Un corretto approccio all’ADHD e un percorso diagnostico/terapeutico protetto, viene garantito, nel nostro Paese, dal Registro Nazionale ADHD”. - dichiara Patrizia Stacconi.
“Il Registro” - continua Stacconi - “è stato istituito dalle Autorità Regolatorie quali Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Agenzia del Farmaco ed è, per struttura e modalità operative, uno strumento unico a livello internazionale. Il suo scopo è dare corrette indicazioni per la gestione, la diagnosi e la terapia dell’ADHD, tramite la rete dei neuropsichiatri e dei centri di riferimento regionali coordinati dall’ISS”.
“In Italia” - conclude Stacconi -  “sono accreditati circa 110 Centri di Riferimento regionali dove è possibile ricevere la diagnosi, che viene eseguita da uno staff di medici esperti, composto da neuropsichiatra infantile, pediatra, psicologo, pedagogista/assistente sociale”.

Fonte: Ufficio Stampa Ketchum