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Oncologia (Comunicati stampa - 2010-03-05 16:33:54)

Qualità della vita: un’arma in più contro i tumori femminili

Svolta rosa nei reparti di oncologia: cresce l’attenzione alle risorse che possono aiutare la qualità di vita delle donne colpite da tumore, dalla cosmesi allo shiatsu, dal supporto psicologico alla riabilitazione fisica. Tutti contributi importanti che si aggiungono al ruolo centrale del trattamento farmacologico.

Salvaguardare la propria femminilità e ritrovare la propria immagine può essere decisivo per il successo della terapia. In occasione dell’8 marzo, in tre importanti centri di oncologia italiani si svolge un forum in parallelo dedicato ai fattori che possono aiutare le donne colpite dai tumori ginecologici a superare l’esperienza della malattia.

Una Festa della Donna dedicata anche a loro. Alle oltre 122mila donne del nostro Paese che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore maligno e al milione di italiane che attualmente convive con queste malattie. Perché in una donna il cancro colpisce più duramente la qualità di vita, soprattutto se si tratta di forme che mirano al cuore della femminilità, come il tumore alla mammella, il cancro al collo dell’utero e il carcinoma ovarico.
Quest’anno, in occasione dell’8 marzo, per la prima volta tre grandi centri di Oncologia italiani – l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma e l’Istituto Nazionale Tumori di Napoli – promuovono un meeting parallelo dedicato a tutti i fattori che contribuiscono alla qualità di vita delle donne colpite da tumore: dalle terapie farmacologiche, con ridotti effetti collaterali, alla cura della propria immagine. Perché si è ormai capito che questi aspetti sono centrali e aiutano le pazienti a stare bene con se stesse e a migliorare i risultati dei trattamenti.
“La cultura della qualità di vita è tipica dei nostri tempi: in oncologia oggi è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa perché molte patologie si possono curare, le persone vivono più a lungo e l’attenzione alla qualità di vita è diventata quindi un aspetto fondamentale del percorso terapeutico” – afferma Giovanni Scambia, Direttore Dipartimento per la Tutela Salute della Donna e della Vita nascente, Policlinico Universitario “A. Gemelli”, Roma.
Da alcuni anni in oncologia si assiste a una vera e propria “rivoluzione rosa”, con una crescente attenzione alle ricadute al femminile della terapia: il supporto psicologico si affianca a terapie mediche e radiologiche sempre meno aggressive, a una chirurgia sempre meno demolitiva e ad altre risorse, con un’attenzione tutta particolare alla cosmesi come elemento fondamentale per la tutela e l’esaltazione della femminilità, che mai deve essere sopraffatta dalla malattia. Oggi sono numerose le risorse che aiutano le pazienti a superare l’esperienza della malattia. A partire dalla diagnostica, che permette di programmare l’intervento più indicato per una determinata paziente e su una determinata patologia. O la chirurgia mininvasiva, che consente una grande tutela della qualità di vita, sia in termini di ripresa post operatoria, sia in termini di assenza di cicatrice, il ricordo permanente di un problema importante.
Altra componente fondamentale del percorso terapeutico è sicuramente la chemioterapia. “Mentre in passato avevamo pochi farmaci e piuttosto tossici, oggi abbiamo a disposizione farmaci che raggiungono risultati migliori con una tossicità molto scarsa, molecole che colpiscono il tumore risparmiando le cellule sane” – afferma Sandro Pignata, Direttore Oncologia Medica Dipartimento Uro-Ginecologico, Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale, Napoli – “e la tendenza è sempre più quella di privilegiare le terapie meno aggressive. Per esempio, nel trattamento del carcinoma ovarico oggi disponiamo di protocolli che vanno nella direzione di una migliore qualità di vita e abbinano all’efficacia una significativa riduzione degli effetti collaterali. Doxorubicina liposomiale peghilata, utilizzata come alternativa a taxolo, in associazione con carboplatino, rende minimi effetti collaterali come la perdita dei capelli e la neurotossicità”.
In Italia oggi sono oltre 38mila le donne colpite ogni anno da tumore alla mammella; circa quattromila quelle che ricevono una diagnosi di carcinoma dell’ovaio. I progressi delle terapie hanno aumentato le percentuali di sopravvivenza, soprattutto nel tumore alla mammella, ma l’impatto della malattia e dei trattamenti, chirurgici, radiologici e farmacologici, sulla qualità di vita della donna è ancora forte.
“La qualità di vita è essenziale per la donna e va salvaguardata il più possibile” – sottolinea Nicoletta Colombo, Direttore Unità Ginecologia Oncologica Medica Istituto Europeo di Oncologia, Milano – “a comprometterla vi sono innanzitutto gli effetti collaterali delle cure: ad esempio la caduta dei capelli, la perdita di energia, l’incapacità di condurre una vita lavorativa normale. La donna poi è colpita maggiormente quando è affetta da una neoplasia ginecologica o perché può andare incontro a delle vere e proprie mutilazioni, come nel tumore della mammella, o perché donne ancora giovani possono essere private della possibilità di avere figli”.
Per promuovere la qualità di vita, all’oncologo si affiancano molteplici figure professionali che si occupano dei diversi aspetti coinvolti: lo psiconcologo, l’oncologo, il riabilitatore, i volontari delle associazioni, rappresentano un vero e proprio team oncologico che si prende cura della paziente, e della sua qualità di vita. Fondamentale il supporto psiconcologico, che mira ad aiutare la paziente a gestire il rapporto di coppia, la propria sessualità e la propria immagine.
“Il supporto psicologico, la psicoterapia hanno lo scopo di aiutare le donne ad integrare l’evento, o gli eventi, di rottura nella propria storia” – afferma Florence Didier, Unità di Psiconcologia, Istituto Europeo di Oncologia, Milano – “questo significa aiutare le donne a riappacificarsi con la vita, con loro stesse, integrando i cambiamenti subiti, superando il dolore delle perdite, ritrovando la capacità di apprezzarsi, di valorizzarsi, di continuare ad amarsi e ad essere amate al di là dei cambiamenti subiti, al di là di quello che le donne possono vivere come dei difetti”.

In ognuno dei tre centri oncologici sono diverse le iniziative dedicate alla qualità di vita.

All’Istituto Nazionale Tumori di Napoli è attivato un Dipartimento di Qualità di Vita in cui si svolgono tra l’altro attività di riabilitazione fisica, a cura di personale specializzato, e attività di rilassamento psico-fisico, come i massaggi shiatsu. Un aiuto concreto alle donne in trattamento è offerto dalla disponibilità di accesso all’asilo nido interno all’Istituto.

All’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, oltre a percorsi di terapia individuale e di gruppo, sono disponibili per le pazienti delle lezioni di cura del proprio benessere e della propria immagine, come per esempio le lezioni all’uso del trucco con dei professionisti volontari.

Il Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, a sostegno della qualità di vita delle pazienti oncologiche, promuove numerose iniziative in partnership con l’Associazione onlus IRIS (Insieme per Realizzare Iniziative di Solidarietà), un’associazione di volontariato a cui partecipano varie figure professionali, tra cui psiconcologi.



Fonte: Pro Format Comunicazione – Ufficio stampa