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Medicina di base (Comunicati stampa - 2009-10-21 14:18:45)

Che cos'è la fibrosi cistica, cosa si stà facendo

Dallo studio preclinico di un farmaco che promette di correggere il difetto di base alle nuove molecole per la cura dei danni polmonari cronici. I risultati più significativi della ricerca promossa dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica (FFC) che in 12 anni ha stimolato e finanziato 124 gruppi di ricerca e laboratori con circa 400 ricercatori, tutti insieme contro la malattia genetica grave più diffusa. Margherita De Bac fa il punto con Lucio Luzzatto, Luis Galietta, Giulio Cabrini e Carla Colombo.

CHE COS'È LA FIBROSI CISTICA
La fibrosi cistica è la più comune delle malattie genetiche gravi. Nel mondo ne sono colpite oltre 100.000 persone.
Grazie ai progressi della ricerca e delle cure, i bambini che nascono oggi con questa malattia hanno un'aspettativa media di vita di circa 40 anni, mentre non superavano la prima infanzia cinquanta anni fa, quando la malattia è stata scoperta e si è cominciato a curarla.
In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all'anno: ogni settimana nascono circa 4 nuovi malati; ma ogni settimana muore un malato.
Secondo i dati del Registro Nazionale Fibrosi Cistica i malati in vita al 31/12/2004 erano 4099 e 1742 (42% del totale) avevano più di 18 anni (172 di questi aveva superato i 40 anni). L'età alla diagnosi era entro gli 8 mesi di vita per il 50% dei malati, ed era invece in età adulta per circa l'8%. Oggi si stima che i malati viventi siano in realtà molti di più, tenuto conto che vi sono ancora limiti nel loro riconoscimento, particolarmente per le forme meno classiche di malattia e particolarmente nelle regioni dove non si attua screening neonatale.
Chi nasce con la malattia ha ereditato un gene difettoso (gene CFTR mutato) sia dal padre che dalla madre, che sono portatori sani. I portatori sani del gene CFTR mutato in Italia sono circa 2 milioni e mezzo (c'è un portatore sano ogni 25 persone circa). La coppia di portatori sani ha ad ogni gravidanza 1 probabilità su 4 di avere un figlio con Fibrosi Cistica.
E' una malattia che colpisce indifferentemente maschi e femmine.
Ha un decorso diverso da un malato all'altro.
E' una malattia cronica di cui oggi è organizzata la presa in carico da parte di centri specializzati (uno per regione).
La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus è una organizzazione di utilità sociale senza scopo di lucro. Promuove e finanzia progetti innovativi di ricerca sulla fibrosi cistica; sostiene la formazione di giovani ricercatori ed operatori sanitari, informa ed aggiorna operatori sanitari e popolazione sui problemi della fibrosi cistica. Grazie alla FFC, è presente in Italia un modello di ricerca aggregata (negli ultimi 8 anni, 120 laboratori e gruppi di ricerca, con quasi 400 ricercatori coinvolti sul campo attraverso un sistema a rete) fortemente impegnata nello studio di cure risolutive.
Ha bisogno per questo della solidarietà e del contributo di tutti.
La FFC è una delle Onlus riconosciute e garantite dall'Istituto Italiano della Donazione (IID), in quanto organizzazione che opera secondo i criteri di efficienza, trasparenza, credibilità e onestà, una tutela importante anche per i donatori.

LA VIA ITALIANA DELLA RICERCA IN FIBROSI CISTICA
Sono trascorsi vent'anni dalla scoperta del gene difettoso che sta all'origine della malattia genetica grave più diffusa, che conta in Italia oltre cinquemila malati certificati (in realtà si stima che siano molti di più) e due milioni e mezzo di portatori sani, buona parte dei quali ignari d'esserlo.
Dodici anni sono trascorsi invece dalla nascita della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, l'unica istituzione onlus italiana che si è rigorosamente strutturata per promuovere e finanziare progetti di ricerca clinica e di base contro quella che è definita anche malattia “timer”.
Negli anni pionieristici in Italia la si chiamava mucoviscidosi (a causa delle secrezioni dense e viscide che danneggiano particolarmente l'apparato respiratorio e quello digestivo) ed era una patologia ancora orfana di ricerca, finché due imprenditori, Vittoriano Faganelli e Matteo Marzotto, e il pediatra direttore di un centro d'avanguardia per la cura della FC, il Prof. Gianni Mastella, non decisero di dar vita ad una organizzazione non lucrativa di utilità sociale capace di puntare su una ricerca indipendente e soprattutto multicentrica.

La Fondazione FFC emana ogni anno un bando a cui partecipano scienziati italiani e stranieri, seleziona con il metodo del peer review i progetti più validi, li finanzia e ne dibatte gli sviluppi in sede scientifica, durante la Convention d'Autunno (quest’anno a Verona il 27 e 28 novembre), che rappresenta il consesso dove il mondo della ricerca FC si confronta e studia le migliori strategie. L’obbiettivo è trovare quanto prima il modo di guarire la grave malattia e oggi si può parlare di una via italiana in questo campo, che ha finora portato a risultati originali e promettenti.
Ecco perché, in occasione della tradizionale Settimana della Ricerca in Fibrosi Cistica (19- 25 ottobre 2009), destinata a fare opera di sensibilizzazione e raccolta fondi, quest'anno la FFC ha voluto incontrare la stampa nazionale per un focus sulle ricerche che più si avvicinano al raggiungimento della meta.
L'incontro dal titolo “LA VIA ITALIANA DELLA RICERCA IN FIBROSI CISTICA”, si avvale del patrocinio del Comune di Milano e ha come protagonisti alcuni dei massimi esponenti del mondo della scienza medica in Italia. Tra essi il Prof Lucio Luzzatto, Direttore Scientifico dell' Istituto Tumori di Firenze, ma anche membro del Comitato Scientifico della Fondazione, che spiegherà che cos'è cambiato dalla scoperta del gene della fibrosi cistica, qual è l'approccio attuale nei confronti della diagnosi prenatale e dello screening del portatore. Grande attesa per l'intervento del Dr Luis Galietta, Direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dell’ Istituto Gaslini di Genova che spiegherà “ Quanto siamo vicini alla cura del difetto di base”.
Il gruppo di ricerca genovese è giunto infatti alla fase di studio preclinico di alcune famiglie di farmaci che si sono dimostrate in vitro come efficaci correttrici e potenziatrici di CFTR “mutata”.
I farmaci in studio, selezionati tra quelli più attivi, appartengono da un lato al gruppo delle “diidropiridine”, alcune già usate nell’uomo come antiipertensivi, e dall’altro al gruppo degli “ariltiazoli”: l’azione di questi farmaci è quella di rafforzare la funzione della proteina difettosa in causa di diverse mutazioni del gene (farmaci “potenziatori”) o di far maturare in maniera normale la proteina mutata prodotta in questa malattia dalla più comune mutazione, la DF508, che rappresenta oltre il 50% delle mutazioni CFTR in Italia (farmaci “correttori”). Altri ricercatori hanno messo a punto altre vie per promuovere questa maturazione (stimolo di proteine di supporto a CFTR, identificazione di composti chimici in grado di accompagnare la proteina difettosa sulla membrana della cellula). Sempre al gruppo genovese è dovuta la recente scoperta di una nuova proteina canale (TMEM16A) che potrebbe rappresentare un bersaglio per compensare il difetto principale.
Del resto, in questa direzione sembrano concentrarsi le ricerche anche in altre realtà, come emerso dal recente congresso Nordamericano di Minneapolis. Siamo di fronte ad un’orchestrazione di interventi per correggere il difetto genetico e, poiché alcuni progetti di ricerca italiani che li hanno studiati sono giunti a conclusione, la conferenza di Milano darà conto dell' efficacia e delle possibilità di sviluppo ulteriore.
Il Dott Giulio Cabrini, Direttore del Laboratorio di Patologia Molecolare dell' Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, anticiperà i risultati dei progetti FFC più rilevanti in tema di infiammazione polmonare spiegando “Come è possibile difendere l’organo più vulnerabile”.
L'equipe di Verona sta verificando nuove molecole anti-infiammatorie, efficaci e sicure, allo scopo di ridurre il danno polmonare progressivo nei pazienti FC. Un nuovo progetto, interamente finanziato dalla FFC, si è posto l'obiettivo di trasformare le informazioni sui meccanismi molecolari in applicazioni innovative e pratiche per la cura dei danni polmonari cronici.

Il livello di gravità della malattia dipende in parte dalle mutazioni genetiche che caratterizzano ciascun malato. Un certo numero di pazienti in età ancora giovane si vede costretto a tentare la strada del trapianto di polmoni come ultima risorsa per poter continuare a vivere, anche se a tutt’oggi questo intervento gli permette un recupero di salute ancora carico di rischi e di durata limitata. Anche su questo fronte la FFC ha promosso alcuni progetti con l'obiettivo di consentire tempi e standard di sopravvivenza decisamente superiori a quelli attuali. Di ciò e del sistema assistenziale per la fibrosi cistica in Italia riferirà la Prof. Carla Colombo, Direttrice del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Milano.
Al termine, il Prof. Gianni Mastella descriverà in questa conferenza la mission della Fondazione e le sue modalità operative.

Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (FFC): www.fibrosicisticaricerca.it

Fonte: Ufficio stampa: Patrizia Adami Clab Comunicazione