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Medicina di base (Comunicati stampa - 2009-02-16 14:18:45)

Insufficienza Renale: terapia e prevenzione

Insufficienza Renale Cronica: Dialisi e Trapianto: L'insufficienza renale cronica (IRC) è uno stato di malattia di grande impatto sulla sanità pubblica per tre motivi: (a) il numero di pazienti con IRC è in costante ascesa a causa dell'aumento dell'età della popolazione generale e delle patologie ad essa correlate, quali ipertensione e diabete tipo 2, che rappresentano oggi le principali cause di IRC; (b) la mortalità e la morbilità cardiovascolare nell'IRC sono marcatamente più elevate sia nei pazienti dializzati (in cui la mortalità da cause cardiovascolari è aumentata di 20-500 volte) sia nei pazienti con iniziale danno renale, in cui c’è già un aumento significativo (di 3-4 volte) della morbilità/mortalità cardiovascolare; (c) Il trattamento dialitico con rene artificiale, punto di arrivo dei pazienti con IRC è una terapia ad alto costo sia sociale (il paziente dializzato è costretto a interrompere la propria attività a giorni lavorativi alterni per 4-5 ore) che economico.
Si stima che oggi nel mondo 1.800.000 pazienti siano in trattamento dialitico per uremia cronica; ed è previsto che nel 2010 si giungerà a 2 milioni di pazienti. Negli USA l’incidenza annuale media dei pazienti che entrano in trattamento dialitico ha raggiunto, nel 2004, l’enorme cifra di 342 per milione di popolazione (pmp).
In Italia, secondo il Registro Italiano di Dialisi e Trapianto della Società Italiana di Nefrologia (SIN) relativo al 2004, sono in media 169 pmp i pazienti che iniziano la dialisi ogni anno. L’incremento negli anni è stato notevole, visto che, secondo il Registro dell’EDTA (Società Europea di Nefrologia) i pazienti che avevano iniziato la dialisi nel 1993 erano stati 90 pmp. La prevalenza dei pazienti in terapia dialitica (extracorporea + peritoneale), nel 2004, era 741 pmp. I pazienti in trattamento dialitico cronico erano 43.293, di cui 38.832 in Dialisi Extracorporea con rene artificiale e 4.461 in Dialisi Peritoneale.
Peraltro i pazienti in trattamento cronico con rene artificiale diventano sempre più anziani. Questo invecchiamento della popolazione dialitica trova tre motivazioni: (1) l’aumento dell’età media della popolazione generale, (2) la possibilità dei pazienti giovani di sottoporsi a trapianto renale e quindi di sospendere la dialisi, e (3) il miglioramento delle tecniche di dialisi per cui anche pazienti molto anziani tollerano bene il trattamento dialitico. Ma anche incrementando i trapianti non si riuscirà mai a raggiungere un numero di trapianti renali che pareggi il numero dei nuovi pazienti che entrano in dialisi. Ed il costo della terapia dialitica è molto elevato: € 50.000/paziente/anno.
I soggetti in terapia dialitica sono considerati la punta di un iceberg: secondo alcune stime, per ogni paziente in dialisi ve ne sarebbero almeno 200 con un certo grado di compromissione della funzione renale. Si ritiene che l’11% della popolazione statunitense (cioè 19 milioni di americani) abbia una malattia renale. In tutto il mondo potrebbero pertanto esservi più di 300 milioni di pazienti portatori di un danno renale. Tuttavia, solo una parte di questi pazienti raggiungerà lo stadio di uremia in cui risulta necessario sostituire la funzione renale con la dialisi mediante rene artificiale. Studi clinici suggeriscono che molti pazienti affetti da un danno renale anche modesto non sopravvivono fino alla fase dialitica, ma muoiono precocemente per Malattie Cardiovascolari.
Quindi l’IRC da una parte incrementa notevolmente la mortalità da cause cardiovascolari, dall’altra porta coloro che sopravvivono alla necessità della terapia dialitica.
Come riferisce il Centro Nazionale dei Trapianti del Ministero della Sanità, i trapianti di rene in Italia sono progressivamente aumentati di numero anno dopo anno. Nel 1992 ne furono eseguiti 611, nel 2000 si sono raddoppiati (1308), per passare nel 2004 a 1746, nel 2007 a 1585, nel 2008 a 1600, avendo quindi raggiunto un plateau. Pazienti in lista di attesa per trapianto di rene a fine 2008 erano 7158. Tempo medio di attesa per trapianto di rene dei pazienti in lista di attesa: 3,14 anni.
Per quanto riguarda la donazione di organi da donatore cadavere, in Italia si è passati da 5,8 per milione di popolazione (pmp) nel 1992 a 15,3 pmp nel 2000, fino a raggiungere 19,3 pmp nel 2007 e 19,1 nel 2008.

La sopravvivenza del rene trapiantato, secondo una statistica statunitense, è del 92% dopo un anno dal trapianto, del 71% dopo 5 anni e del 43% dopo 10 anni nel caso del trapianto di rene da donatore cadavere, mentre è del 96% dopo un anno dal trapianto, dell’80% dopo 5 anni e del 57% dopo 10 anni nel caso del trapianto di rene da donatore vivente. La sopravvivenza del paziente, nella stessa statistica, è del 94,2% dopo un anno dal trapianto e del l’80,7% dopo 5 anni nel caso del trapianto di rene da donatore cadavere; nel caso del trapianto di rene da donatore vivente la sopravvivenza del paziente è del 97,5% dopo un anno dal trapianto e del 90,1% dopo 5 anni.

Negli scorsi decenni abbiamo lavorato accanitamente per assicurare la dialisi a tutti coloro che ne avessero la necessità e per incrementare il numero delle donazioni per il trapianto di rene, ancora insufficienti rispetto alle richieste, nonostante gli ottimi livelli raggiunti nel nostro Paese. Si tratta di obiettivi importantissimi e resta ancora molto da fare, specialmente nel campo dei trapianti.
Ma tutto questo non basta. È venuto il momento di assumerci con urgenza un altro impegno: avviare con prontezza e determinazione un programma di prevenzione e di trattamento precoce delle nefropatie, settore al quale sin d’ora non si è prestata sufficiente attenzione.


LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE RENALI: COME DIAGNOSTICARLE PRECOCEMENTE.
La Prevenzione delle Malattie Renali: come diagnosticarle precocemente.
L'identificazione dei pazienti con Malattia Renale nelle fasi iniziali è essenziale per implementare subito una terapia farmacologica la cui efficacia nel rallentamento della progressione del danno cardiovascolare e renale è stata ampiamente riconosciuta ed è suggerita dalle principali Linee Guida nazionali ed internazionali sul trattamento del Nefropatico.
Un’adeguata prevenzione delle malattie renali si realizza con il precoce riconoscimento dei primi segni di potenziali problemi per i reni: l’ipertensione, la proteinuria ed il Diabete. Questi fattori compromettono la funzione renale, ma spesso non danno disturbi, passando pertanto inosservati. Oggi i Nefrologi sono in grado di correggere l’Ipertensione, ridurre la Proteinuria e curare il Diabete, prevenendo in tal modo il danno renale irreversibile.
Nel 2004 la Fondazione Italiana del Rene Onlus decise di avviare, per la prima volta in Italia, il progetto PREVENZIONE DELLE MALATTIE RENALI con prestazioni gratuite da parte di Nefrologi. Una esperienza pilota si è svolta a Napoli nel 2004 ed è durata un’intera settimana. La stessa esperienza si è espletata nel 2005 con un TIR itinerante (che eseguì un giro d’Italia) in 14 città Italiane. In cosa consisteva?
Un TIR adeguatamente attrezzato stazionava in una piazza di intenso traffico, mettendosi a disposizione dei passanti. Ogni passante interessato entrava nel TIR. Un Medico o un Infermiere scriveva per lui, su una scheda numerata, nome, cognome, sesso, età e poneva alcune domande sulle sue malattie passate e su quelle dei suoi familiari. Il passante riceveva poi una busta con un contenitore sterile ed entrava nella stanza con i servizi igienici per procedere alla minzione ed alla raccolta di un campione di urina nel contenitore. Quindi un Nefrologo procedeva al controllo gratuito della Pressione Arteriosa ed all’esame gratuito del campione di urine per la determinazione di proteine, sangue, zucchero, pH, peso specifico. A tutti veniva rilasciata una scheda con i risultati. I soggetti che avevano presentato ipertensione
arteriosa e/o proteinuria e/o glicosuria venivano invitati ad ulteriori controlli ed a visite Nefrologiche presso l’Ambulatorio di Nefrologia del Sistema Sanitario Nazionale per una valutazione della funzione dei reni e per l’instaurazione della terapia più adeguata.
L’esperienza si è ripetuta negli anni successivi, estesa a tutta l’Italia, in occasione della Giornata Mondiale del Rene (secondo Giovedì del mese di Marzo di ogni anno), in stretta collaborazione tra Fondazione Italiana del Rene Onlus, Società Italiana di Nefrologia e Croce Rossa Italiana.

Fondazione Italiana del Rene ONLUS: http://www.fondazioneitalianadelrene.org

Fonte: Ketchum - Ufficio Stampa