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Medicina di base (Articoli - 2008-06-09 11:15:45)

Nuovo trattamento elettrico delle aritmie, con approccio chirurgico mininvasivo, il 1° caso in Italia

La Fibrillazione Atriale rappresenta la più frequente aritmia cardiaca, colpisce milioni di persone dall’età giovanile a quella avanzata.
Circa il 10% della popolazione generale ultra ottantenne è affetta da fibrillazione atriale.
Questa patologia elettrica del cuore rappresenta inoltre la principale causa di ospedalizzazione per motivi cardiaci ed il maggiore assorbitore di risorse economiche.
La qualità della vita dei pazienti con fibrillazione atriale può divenire, in alcuni casi, decisamente mediocre.
La terapia farmacologica attualmente disponibile è inefficace in oltre il 50% dei pazienti trattati.
Qualche anno fa è stata introdotta una tecnica terapeutica invasiva chiamata Ablazione Transcatetere che ha lo scopo di isolare elettricamente le zone patologiche atriali che determinano lo scaturirsi della fibrillazione atriale.

Tale tecnica che prevede l’introduzione di elettrocateteri all’interno del cuore, ha però notevoli limitazioni quali:
- La lunga durata della procedura (3-4 ore)
- Il successo terapeutico non ottimale (varabile dal 50% all’80%)
- La invasività della metodica (è necessaria una puntura del setto interatriale)
- La necessità di operatori medici particolarmente esperti
- La presenza di un certo numero di potenziali complicazioni.

Si è pertanto pensato ad un accesso sul cuore, non più dall’interno, ma direttamente dall’esterno, utilizzando un approccio chirurgico che necessita di due piccole incisioni sui due lati del torace della lunghezza di circa 5 cm ciascuno. Attraverso queste incisioni si introduce un mezzo ottico che consente una visione ottimale del cuore battente.
Con delle speciali pinze vengono abbracciate le vene polmonari (responsabili della creazione della Fibrillazione Atriale) ed inviata una certa quantità di corrente che le isola elettricamente dalla parete dell’atrio destro nel quale esse sboccano.

Tale metodica ha notevoli vantaggi quali:
- Minor durata della procedura (praticamente dimezzata)
- Maggior efficacia dell’ablazione che penetra più profondamente nel tessuto
- Facilità di esecuzione per chirurghi esperti
- Scarsità di complicanze maggiori.

Al San Filippo Neri di Roma è stata trattata con questa metodica e con una sofisticatissima attrezzatura per ablazione chirurgica usata per le prima volta in Italia, una paziente di circa 70 anni, affetta da Fibrillazione Atriale recidivante e già trattata, senza successo, con ablazione intracardiaca transcatetere.

L’aritmia è stata eliminata, la paziente è stata risvegliata ed estubata in sala operatoria e dimessa due giorni dopo in ottimo benessere. L’equipe operatoria è stata diretta dal Dott. Vincenzo Loiaconi, responsabile dell’Unità Dipartimentale per la Chirurgia delle Aritmie Cardiache, all’interno del Dipartimento Cardiovascolare diretto dal Prof. Massimo Santini.
Questa nuova metodica terapeutica può rappresentare nell’immediato futuro un elemento importante nell’abbattimento delle liste di attesa per il trattamento non farmacologico della Fibrillazione Atriale e nell’acquisizione di un elevato successo terapeutico.

Prof. Massimo Santini
Direttore Dipartimento Cardiovascolare



Fonte: Ufficio Stampa - ACO San Filippo Neri-Roma