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Omeopatia (Articoli - 2008-04-17 08:20:45)

Omeopatia ed il Trattamento del Disturbo dell’Attenzione e dell’Iperattvità (ADHD): una possibile cura.

I disturbi dell’apprendimento includono dislessia, displessia, disgrazia, discalculia, ADD, ADHD e Autismo ovvero disturbi del funzionamento di particolari meccanismi del sistema nervoso centrale. In particolare, il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività ( Attentino Deficit and Hyperactivity Disorder=ADHD ) è un termine che è stato coniato per indicare un problema che interessa sia bambini che adulti che manifestano difficoltà nel mantenere l’attenzione nel tempo, nel controllare l’impulsività e nel regolare il proprio livello di attività fisiologica e comportamento. Questo disturbo è stato etichettato in diversi modi nel corso di quest’ultimo secolo: reazione ipercinetica del bambino, iperattività, sindrome ipercinetica (HKD, Hyperkinetic Disorder), disfunzione cerebrale minima, disturbo da Deficit Attentivo (ADD- Attentino Deficit Disorder, con o senza iperattività ).

• CAUSE.
Le cause non sono del tutto note.
Si stima che le difficoltà di attenzione e iperattività interessino circa il 5% -7% della popolazione in età scolare, con un rapporto tra i sessi di 4 maschi ogni femmina.
La natura del disturbo ha una componente biologica innata, con forti caratteristiche ereditarie, e una di tipo educativo-ambientale.

L’ipotesi più accreditata è che un bambino nasca già con una predisposizione a sviluppare i comportamenti tipici dell’ADHD la cui gravità dipende dalla situazione ambientale in cui l’individuo vive. In certi casi, entrambe i genitori mostrano lo stesso tipo di comportamento del figlio: la mamma incapace di ricordare un’ appuntamento per cui ne prende nota su tre calendari diversi; il padre che appare essere totalmente disorganizzato e, quando al lavoro, corre da una parte all’altra incapace di stare fermo pochi minuti. Queste sono circostanze in cui il bambino sviluppa certi comportamenti per effetto della cosiddetta ‘ mimica comportamentale ’. Anomalie genetiche, traumi cerebrali, ipoxia fetale (‘fetal hypoxia’ ovvero un’anomalia del flusso di ossigeno al cervello del bambino che solitamente si verifica durante la gravidanza o durante il parto), stress familiare, esposizione a sostanze tossiche ( alluminio, piombo, mercurio, etc.) giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di tali disturbi.
Intolleranze alimentari e carenze di sostanze come calcio, zinco, manganese e ferro rappresentano un fattore importante.

Una dieta equilibrata fin dal periodo della gravidanza e mantenuta nei primi anni di vita del bambino può infatti prevenire la comparsa dei disturbi dell’apprendimento.
L’eliminazione dal fabbisogno quotidiano dei prodotti raffinati, confezionati, ricchi di coloranti e additivi aggiunti, contenenti zucchero e grassi animali in eccesso hanno dimostrato di influire fortemente nel trattamento di cura dell’iperattività.

Ciò che si può affermare con certezza è che tali disturbi non sono il risultato di una cattiva educazione da parte di genitori irresponsabili (come invece spesso si considerava) e che non si deve fare confusione tra iperattività e vivacità, quest’ultima assolutamente comune nel periodo dell’infanzia e in età-prescolare, soprattutto nei maschietti.
La terapia di cura del disturbo è sicuramente più efficace se il bambino e la famiglia vengono precocemente seguiti da un operatore clinico che insegni loro alcune tecniche per il controllo comportamentale: psicoterapeuta, psicologo, logopedista, ecc.

Le persone (soprattutto bambini) che soffrono di questo problema manifestano le seguenti caratteristiche:
1. scarsa attenzione mantenuta (quindi precoce distraibilità) e debole persistenza nell’esecuzione dei lavori, in particolar modo in quelli prolungati e ripetitivi. Questo porta ad un rapido raggiungimento del livello di ‘stanchezza’, di noia, di apatia che si evidenziano con frequenti spostamenti da un’attività, non completata, ad un’altra; incapacità di portare a termine le consegne senza supervisione. Difficoltà organizzativa di compiti ed attività.
2. inadeguato controllo degli impulsi. Trova difficoltà nel fermarsi a pensare prima di agire, aspettare il proprio turno. Inoltre, manifestano l’incapacità nel controllare i propri comportamenti, non adeguati rispetto a quanto richiesto dalle situazioni socio-ambientali.
3. eccessivamente loquace, è incapace di controllare i propri impulsi interrompendo costantemente e brutalmente
4. eccessiva attività fisica, emotiva e mentale: muove le gambe, giochicchia costantemente o lancia oggetti, si sposta frequentemente da una posizione all’altra, soprattutto in situazioni ripetitive e noiose, e che spesso può sfociare in atteggiamenti distruttivi ed autodistruttivi (es. autolesionismo)
5. difficoltà nel seguire le regole. Questo aspetto potrebbe essere dovuto a qualche difficoltà di comprensione delle istruzioni e ad un improprio uso delle abilità di memoria o ad un atteggiamento di sfacciata disubbidienza
6. spesso manifesta disinteresse a partecipare a qualsiasi attività di gruppo.
7. eccessiva impulsività, irrequietezza, aggressività, ma allo stesso tempo estremamente estroversi e sensibili.
8. conseguente difficoltà nell’apprendimento e nelle discipline scolastiche, pur avendo un normale (talvolta addirittura alto) quoziente intellettivo.
9. insonnia, sonno disturbato e con incubi frequenti.
10. appetito povero che si alterna ad irregolari abitudini alimentari (eccessi di zuccheri e grassi animali, ecc.)
11. difficoltà locomotorie e di coordinazione e ipersensività a luci, suoni ed odori.


Solitamente i sintomi di disattenzione e iperattività insorgono precocemente e sono diagnosticati durante il primo ciclo scolastico.
La maggior parte delle persone che presentano ADHD hanno cominciato a manifestare queste caratteristiche sin dalla prima infanzia (l’età media di segnalazione del problema avviene tra i 3 e i 4 anni), sebbene le difficoltà possono aumentare all’età di 6-7 anni, in coincidenza con l’ingresso nella scuola.

E’ frequente poi che i bambini con ADHD continuino a manifestare nel tempo certe caratteristiche comportamentali anche in età adolescenziale ed adulta, soprattutto se non usufruiscono di alcun intervento che li aiuti a controllare i propri comportamenti e a regolare il proprio livello di attività.
I bambini con ADHD presentano sintomi relativi al disturbo dell’attenzione e sintomi relativi all’iperattività. In entrambe i casi la parola chiave è ‘eccessività’.

• CONSEGUENZE.
Come già detto, l’ADHD si può manifestare in soggetti di ogni livello intellettivo, persino ragazzi brillanti e dotati possono fallire nell’esperienza scolastica.
Nonostante le loro abilità naturali, la loro disattenzione, l’impulsività e l’iperattvità spesso causano insuccessi nelle prove, sospensioni ed espulsioni. Senza una diagnosi appropriata, gli adattamenti e gli interventi necessari, le esperienze in ambito sociale ed educativo di tali ragazzi possono accentuare disturbi della condotta e sviluppare una personalità asociale, scarsa autostima, insufficiente adattamento sociale, disturbi dell’umore, disturbi ansiosi.

L’ADHD rende i bambini vulnerabili all’insuccesso nei due ambiti più importanti per una regolarità nello sviluppo: le prestazioni scolastiche e le relazioni interpersonali.
I bambini con ADHD non sono incapaci di apprendere, ma difficilmente arrivano a risultati scolastici a causa della loro scarsa capacità organizzativa, impulsività, iperattività, disattenzione e facile distraibilità.
Inoltre, l’ADHD frequentemente coesiste con altri problemi d’apprendimento, di comportamento, emozionali e di sviluppo. Questi includono i disturbi dell’apprendimento, in particolare di lettura e di scrittura, discalculia, disturbi del linguaggio, comportamentali, disturbi di oppositività aggressiva, sindromi ansiose, L’ADHD inoltre incide sulla memoria, soprattutto sulla memoria di lavoro, e sull’organizzazione.



• L’OMEOPATIA COME METODO DI CURA.
L’approccio più comune al trattamento di questo tipo di disturbo offerto dalla medicina convenzionale tradizionale è quello farmacologico che prevede la somministrazione di un farmaco psicostimolante derivato dalla famiglia della cocaina (‘RITALIN’ e simili) che ha effetto breve ( circa 4 ore), è capace di ‘curare’ solo alcuni aspetti dell’ADD e ADHD (per lo più l’iperattività) senza però arrivare alla radice del problema, e può causare effetti collaterali gravi quali la perdita di appetito, ansietà, insonnia, tic nervosi, emicrania, gastriti e dolori addominali.

L’approccio offerto dalla medicina omeopatica è totalmente diverso.
L’omeopatia è infatti un sistema di cura solistico che si rivolge alla persona nella sua totalità ed è efficace nel trattamento e nella cura di ogni tipo di patologia. Essa considera l’intera persona, non le singole parti, e stimola la capacità di reazione dell’organismo alle malattie, sia fisiche che psicologiche. Questo risultato è raggiunto somministrando all’organismo dosi estremamente diluite di medicinali (detti rimedi omeopatici). Per la valutazione dello stato psico-fisico del paziente, i sintomi sono di fondamentale importanza e sono considerati i segni attraverso i quali il corpo manifesta la malattia. Ogni individuo reagisce in maniera diversa alla stessa malattia mostrando sintomi diversi da altre persone.

La medicina omeopatica si propone di ristabilire l’equilibrio energetico stimolando le difese immunitarie dell’organismo. Lo scopo principale è quindi quello di aiutare il paziente a raggiungere un livello di salute permanente dal punto di vista fisico, emotivo e mentale.

Bambini con ADHD possono reagire in maniera diversa, mostrando i sintomi propri del disturbo e sintomi relativi al modo in cui la propria individuale ‘personalità’ reagisce al disturbo stesso. L’approccio olistico offerto dalla medicina omeopatica esamina sia i sintomi generali e propri alla malattia, sia quelli particolari sviluppati dal paziente. Attraverso una attenta analisi e tenendo conto delle caratteristiche individuali del paziente, l’appropriato rimedio omeopatico viene quindi selezionato. Lo scopo principale dell’omeopatia non è quello di sopprimere i sintomi (come invece la ritiene la medicina tradizionale) ma bensì farli emergere affinché il paziente possa eliminarli rafforzando il proprio sistema immunitario e ristabilire una situazione di equilibrio (che è la definizione di salute). I vantaggi offerti dalla medicina omeopatica anche nel trattamento di disturbi come quelli dell’apprendimento sono:

a. un’approccio olistico che considera tutti gli aspetti della persona (la sfera fisica, mentale ed emotiva) agendo alla radice del problema;
b. non tossicità dei medicinali (rimedi omeopatici) e che quindi non hanno effetti collaterali come invece hanno i medicinali tradizionali;
c. considera la persona nella sua individualità e non etichetta i sintomi come patologie (al contrario della medicina tradizionale)
d. ha effetti più duraturi nel tempo rispetto a qualsiasi altro medicinale (4-6 settimane, a seconda, contro le 4-12 ore del medicinale tradizionale);
e. costo contenuto del medicinale omeopatico, che spesso è incluso nel costo della visita.

Il motivo fondamentale per cui molte più persone scelgono la medicina omeopatica come terapia di cura anche per il trattamento dei disturbi dell’apprendimento e del comportamento è dovuto ai positivi risultati raggiunti da molti pazienti, alla ‘gentilezza’ della terapia in quanto non modifica la personalità del paziente e non provoca la comparsa di effetti collaterali fisici, mentali o emotivi e soprattutto poiché, pur essendo considerata un tipo di medicina complementare, può essere utilizzata in congiunzione alla medicina tradizionale.
© Copyright, Claudia De Rosa 2006

Fonte: Dott.ssa Claudia De Rosa, Omeopata Unicista, Reg. ISHom – AIO