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Medicina di base (Articoli - 2008-02-19 10:11:45)

Diabete? Parliamone con il Biologo Molecolare

Il diabete è oggi una patologia diffusissima: si parla di malattia del Benessere, della Ipernutrizione, tanto che lo si rileva sempre più di frequente associato a Ipertensione, Sovrappeso più o meno marcato, Dislipidemie, ed in tal caso si parla di Sindrome Metabolica.
Verissimo, ma vale la pena di saperne di più.
Il diabete non è una singola malattia ma piuttosto una sindrome complessa, ed affligge uomini ed anche animali,seppure in misura minore, e si manifesta con una conseguenza sola, l’iperglicemia, che è responsabile delle complicanze croniche .
Ma riguardo alle cause che portano allo sviluppo della malattia... esse sono molteplici e svariate .
Recentemente grazie ai progressi della Biologia Molecolare, ci è consentito di definire meglio le differenti tipologie di diabete mellito, per giungere ad interventi terapeutici mirati che abbiano più successo.

Nel 1979 il Diabetes National Data Group propose all’Organizzazione Mondiale per la Saintà un documento che classificava il Diabete in due grandi gruppi, a seconda della terapia farmacologica da attuarsi : il Diabete Insulino Dipendente (IDDM), ed il Diabete Non Insulino Dipendente (NIDDM).
Venti anni dopo circa, nel 1997, l’American Diabes Association e subito dopo la WTO (World Health Organization) proponevano di non stabilire una classificazione che utilizzasse i criteri di trattamento terapeutico, ma una che si basasse sull’eziologia della malattia.
Ed avevano ragione di pensarla così, dato che molte volte anche il NIDDM col passare del tempo, necessita di passare ad un trattamento insulinico per ottenere un buon compenso metabolico.

Conseguentemente, ciò che era parso inizialmente chiaro, cominciava a complicarsi.
Fu proposto (ed accettato) di riferirsi a: diabete mellito di tipo1 e di tipo 2, dove era da intendersi per tipo1: un disturbo di origine genetica ed ambientale che determina la distruzione delle cellule Beta delle Insule del Pancreas, quelle che producono Insulina. Questo capita in una popolazione giovane, circa il 10% dei diabetici, che manifestano la patologia in eta infantile o nel passaggio alla pubertà. Si è potuto accertare che esistono dei ben definiti geni che sono responsabili della predisposizione allinsorgere della malattia, geni che determinano una risposta immunitaria errata, facendo cioè creare autoanticorpi che attaccano le cellule Beta con la conseguenza che l’insulina non può più essere prodotta.
Di sicuro esiste qualcosa che innesca questo ‘errore’ del sistema immunitario : pare che possa trattarsi di virus come quelli della Parotite,oppure Rubella o Citomegalovirus, o anche di Coxackie, che possono anche in maniera subclinica ( per intenderci, una banale influenza ) aggredire e confondere il sistema immunitario tanto da indurlo ad attaccare il proprio pancreas .

Alla luce di ciò possiamo ditinguere una forma Autoimmune di diabete mellito di tipo 1, con un esordio acuto in pazienti giovani di entrambi i sessi, con anamnesi familiare di Tiroidite di Hashimoto, celiachia, vitiligine ed altre malattie autoimmuni. Esiste anche la forma Idiopatica del diabete di tipo 1, in pazienti spesso di origine asiatica o africana, non autoimmuni, che manifestano una scarsa risposta all’insulina, e per i quali ad oggi non abbiamo una spiegazione della malattia.
Il diabete mellito di tipo 2 invece può essere sostenuto o da insufficiente produzione di insulina da parte delle cellule beta , oppure da sufficiente produzione, ma da insufficiente risposta all’insulina.
Quest’ultimo caso è il più infido dato che il problema risiede nei recettori periferici dell’insulina, o negli enzimi ad essi collegati, che non rispondono come dovrebbero all’azione dell’ormone. A ciò si aggiunge anche una iperproduzione epatica di glucosio che fa alzare ancor più la glicemia!

Si riscontra quasi sempre una storia familiare di diabete in questi pazienti, ma la predisposizione genetica necessita di altri fattori acquisiti per manifestarsi : obesità, storia di diabete gestazionale, scarso esercizio fisico, età non giovanile.
Vale a dire che l’insorgere di diabete di tipo 2 in un paziente è certamente un processo che dipende da molti fattori e che molto probabilmente non si paleserebbe mai se non fosse per stress, abuso di cibi ed alcool, ridotta attività fisica, età avanzata. In una parola “modernizzazione”!
L’ingestione di cibi sempre più raffinati e saporiti, più ricchi di zuccheri semplici e grassi animali, trasudanti colesterolo e proteine animali, le lughe sedute in auto e davanti alla tv hanno contribuito senz’altro all’alterarsi della sensibilità all’insulina, derteminando al necessità del trattamento farmacologico con ipoglicemizzati orali e, se necessario, al ricorso all’insulina.
Esistono anche altre forme di diabete, come quello gestazionale (DGM), che compare nella donna gravida, dopo la prima metà della gravidanza. Si tratta di diabete di tipo 1 in donne che sviluppano una insulinodeficienza in grvidanza, ma che dopo il parto tornano in condizioni normali, salvo poi ad essere a forte rischio di diabete di tipo 2 nel corso della vita.

Ma non finisce qui: esistono infatti diverse categorie di pazienti che sviluppano un tipo di diabete che è proprio dell’età adulta, in età giovanile (MODY).
Il MODY si deve ad alterazione genetica che determina deficit della funzione delle cellule beta: pazienti con pancreatiti o fibrosi cistica, con sindrome di Cushing, feocromocitoma, acromegalia, ipertiroidismo, aldosteronismo ed anche persone che sono state esposte all’azione di un topicida, il Vancor, che fu prodotto e commercializzato dal 1975 al 1979, ritirato dal commercio perchè identificato quale responsabile di tossicità distruttiva per le cellule beta. Anche la Pentamidina, un antiprotozoario, e alcuni antipertensivi come il Diazoossido ed i Tiazidi sono tossici per le cellule beta.
Da ricordare poi che i giovani con sindrome di Down ( trisomia del cromosoma 21) manifestano MODY. Anche coloro che portano alterazione del numero degli etrocromosomi come i portatori della sindrome di Klinefelter ( XXY o parte di X in più), o di sindrome di Turner ( XO ).
Tali alterazioni possono peresentarsi in assoluto, cioè con uguale diffusione in tutto l’organismo del paziente, oppure in mosaicismo, vale a dire in alcune cellule 46 cromosomi ed in altre 47 o 45 . Naturalmente tanto più l’alerazione è diffusa e tanto più grave si presenta la disfunsione.
Oltre alle alterazioni di numero dei cromosomi esistono sindromi determinate da alterazioni di singoli pezzi di cromosomi ( loci ) che determinano il non funzionamento delle cellule beta , come la sindrome di Wolfram, sindrome neurodegenerativa che è caratterizzata da un gene mutato sul cromosoma 4, che codifica la produzione di un polipeptide , la Wolframina, che determina tra l’altro, in maniera ancora sconosciuta, la morte per apoptosi delle cellule beta .
L’atassia di Friedreich è una malattia anch’essa autosomica recessiva determinante la mancanza di coordinazione nei movimenti, per degenerazione del cervelletto e del midollo spinale. E’ causata da deficit di una proteina a causa dell’alterazione del gene che dovrebbe codificarla : esso presenta migliaia di ripetizioni della stessa tripletta GAA , e questo impedisce il corretto funzionamento del gene che dovrebbe produrre una proteina, la fratassina, che deve tenere basso il livello del ferro nelle cellule nervose.

La Corea di Huntigton, anch’essa malattia autosomica, ma è dominante, è data dall’alterazione del braccio corto del cromosoma 4 , che presenta numerosissime ripetizioni della tripletta CAG. Nel gene normale tale tripletta è ripetuta 30 volte, mentre in quello alterato dalla Corea porta da 40 ad un centinaio di ripetizioni. La Corea di Huntington colpisce il sistema nervoso. Il termine "corea", introdotto per la prima volta da Paracelso, deriva dal greco e significa "danza", Il riferimento alla "danza" è dovuto ai movimenti involontari che, insieme ad alterazioni della personalità e a una progressiva demenza, caratterizzano clinicamente questa malattia. Coloro che pre sentano da 30 a 40 ripetizioni della tripletta
possono anche non sviluppare la malattia in forma grave , con un numero di ripetizioni superiore la proteina non è funzionante e le alterazioni sono progressivamente più gravi.
Della Distrofia Miotonica è responsabile una tripletta ripetuta sul cromosoma 19 determina l’iperproduzione di una proteina ( il MPK) la quale impedisce il normale rilasciamento del muscolo dopo la contrazione . Tante maggiori sono le ripetizioni e tanto più grave è il disturbo e precoce è l’esordio. Non è chiaro di queste due ultime patologie il meccanismo di distruzione delle cellule beta che determina nche l’isorgenza del diabete.
Sono stete identificate anche altre Sindromi ( Bardet-Biedel , Laurence-Moon , Porfiria, Prader-Willi ) che causano danneggiamento tra l’altro delle cellule beta del pancreas, e che quindi determinano forme di diabete accanto ad altre gravi patologie.


Conclusioni
Il sistema di vita troppo meccanicizzato miete le sue vittime, e non è inutile ricordare a chi ha la fortuna di poterlo fare, di muoversi e regalare al proprio organismo almeno 30 minuti di passeggiata o altra attività fisica : senza il movimento nessuna dieta o terapia farmacologica può tenere veramente sotto compenso il diabete.
Sembra superflua la riflessione che il sistema immunitario, ancora una volta si rende responsabile di attacchi ‘subdoli’ all’organismo che avrebbe il compito di difendere, perciò, per quanto possiamo, cerchiamo di non sollecitare inutilmente il nostro sistema immunitario con attività a rischio, come mangiare cibi non microbiologicamente sicuri, fumare, bere alcool, fare uso di droghe.

Dr.ssa Edda Serra, biologo
Mariano Cardillo, studente di Farmacia

Fonte: Dr.ssa Edda Serra - Biologo