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Medicina di base (Comunicati stampa - 2007-11-07 10:15:45)

Omega 3, i benefici: meno ipertesi e prevenzione dell'aritmia a tavola

Recenti studi hanno evidenziato che una dieta ricca di tali acidi grassi avrebbe effetti benefici sul ritmo cardiaco e proteggerebbe contro il rischio di morte improvvisa.

Secondo l’Osservatorio NFI – Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foudation of Italy, che contribuisce allo sviluppo della ricerca scientifica e dello scambio di informazioni in campo alimentare - recenti studi scientifici sugli Omega-3 hanno evidenziato che una dieta ricca di tali acidi grassi avrebbe effetti benefici sul ritmo cardiaco e proteggerebbe contro il rischio di morte improvvisa. Inoltre il loro consumo aiuterebbe a prevenire la pressione sistolica e diastolica di circa 1 mmHg.

PREVENIRE L’ARITMIA A TAVOLA
Come sottolinea NFI – Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foundation of Italy, lo studio ha coinvolto più di 3.000 persone (uomini e donne di età media 45 anni) per ricercare l’associazione tra il consumo di pesce e Omega-3 e il rischio di aritmie cardiache. I partecipanti hanno compilato un questionario per stabilire le abitudini alimentari, il livello di attività fisica e il consumo di alcool e sono stati sottoposti a elettrocardiogramma per la misurazione di alcuni parametrici cardiaci. Gli studiosi hanno osservato che coloro che consumavano più di 300g di pesce a settimana presentavano una riduzione del 13,6% dell’intervallo QT (*), rispetto a chi non ne mangiava. La riduzione passava al 29,2% dopo aggiustamento dei dati per età, sesso, livello di attività fisica, indice di massa corporea, abitudine al fumo e consumo di noci.

(*) QT: indicatore delle caratteristiche del ciclo elettrico cardiaco; in particolare, elevati intervalli QT indicano una lenta ripolarizzazione ventricolare e sono stati associati a un aumento del rischio di morte improvvisa.

MENO IPERTESI
L’INTERMAP Study ha verificato l’impatto degli Omega-3 introdotti con la dieta sui valori pressori di soggetti non affetti da ipertensione. Come osserva NFI – Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foundation of Italy, l’indagine ha coinvolto 4.680 uomini e donne di età compresa tra i 40 e i 59 anni e, anche in questo caso, hanno preliminarmente compilato un questionario relativo alle abitudini alimentari, al consumo di alcool e all’assunzione di supplementi e farmaci. Quindi è stata effettuata la misurazione della pressione arteriosa 2 volte nel corso di ognuna delle quattro visite mediche previste dallo studio. Il consumo medio di acidi grassi Omega-3 tra i partecipanti è risultato pari a 2g al giorno; da un’analisi dei dati è emerso che coloro che consumavano le maggiori quantità di omega-3 presentavano, sia per la pressione sistolica, sia per quella diastolica, valori più bassi di circa 1 mmHg. In particolare l’effetto antiipertensivo maggiore è stato riscontrato nei soggetti non ipertesi che non seguivano diete particolari, non assumevano supplementazioni o farmaci e non erano affetti da diabete o patologie cardiovascolari.

Fonte: Ufficio Stampa NFI – Nutrition Foundation of Italy - Ketchum