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Medicina di base (News - 2004-01-18 18:10:00)

Rischio infarto ridotto con l'acqua di rubinetto

Bere l’acqua del rubinetto riduce il rischio di infarto. Lo sostiene uno studio finlandese condotto su 19.000 individui e pubblicato sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health. La maggiore durezza (cioè il contenuto di sali minerali) dell’acqua eserciterebbe infatti un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare.

Approfondimento. La durezza dell’acqua è dovuta alla quantità di calcare che contiene, cioè al contenuto di sali, in particolare bicarbonati di calcio, bicarbonati di magnesio e solfati di calcio. L’acqua più pura è l’acqua distillata o demineralizzata (quella che di solito si usa per il ferro da stiro). Il sapone ha la capacità di rendere meno dura l’acqua: quindi più gocce di sapone occorrono per fare schiuma, più l’acqua è dura. I bicarbonati di calcio e magnesio sono solubili in acqua ma, a temperature elevate, precipitano formando incrostazioni. La durezza dovuta a questi sali di Ca e Mg è detta temporanea, perché è eliminabile con l’ebollizione. La durezza dovuta invece ad altri sali, eliminabile solo tramite processi di "addolcimento", è detta invece permanente. La somma delle due è la durezza totale. La durezza dell’acqua si misura in gradi francesi (°F) o tedeschi (°D). A seconda del valore in gradi francesi, le acque vengono così classificate: molto dolci (minore di 7); dolci (da 7 a 14); poco dure (da 15 a 22); mediamente dure (da 23 a 32); dure (da 33 a 54); molto dure (maggiore di 54).

La ricerca. Sono stati considerati 19.000 pazienti di età compresa fra i 35 e i 75 anni che avevano subito un infarto. I ricercatori, guidati da Anne Kousa, volevano interpretare la disomogenea distribuzione geografica osservata dei casi di infarto. A tal fine hanno suddiviso le regioni di appartenenza dei partecipanti in griglie territoriali in base alla durezza dell'acqua disponibile in ciascun luogo. È stata poi analizzata la concentrazione dei diversi minerali (calcio, magnesio, fluoro, ferro, rame, zinco, nitrati e alluminio) presenti in quasi 12.500 campioni d’acqua appartenenti a diverse regioni. Il dato rilevante osservato dai ricercatori è che per ogni unità di durezza dell'acqua la probabilità di un infarto diminuiva dell'1 per cento. Inoltre in tutte le regioni esaminate è stata rilevata una disparità fino al 40 per cento nella diffusione delle patologie cardiache. Oltre ad evidenziare l'associazione tra durezza dell'acqua e cardio-protezione sono state messe in luce delle differenze fra i singoli minerali. Per ogni milligrammo di fluoro per litro d'acqua del rubinetto il rischio di arresto cardiaco diminuisce del 3 per cento, mentre per ogni microgrammo di ferro in più per litro d'acqua il rischio sale mediamente del 4 per cento. Infine per un'analoga quantità di rame il rischio aumenta del 10 per cento.

Commenti. Anche se lo studio ha mostrato per la prima volta un legame tra i minerali presenti nell'acqua e salute del cuore, commentano gli autori, non si devono trascurare i fattori di rischio principali, come le scorrette abitudini alimentari, la sedentarietà, il fumo e l'alcool.

Fonte: Focus