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Medicina naturale (Articoli - 2003-08-25 20:44:21)

Cure dolci

Scopri le virtù benefiche delle cure dolci.

Infiammazione articolare, dolore, limitazione ai movimenti, con tratture muscolari.., possono trovare tutti grande giovamento nell’ambito delle medicine cosiddette non convenzionali o naturali. Perchè affrontano il problema della malattia con un approccio olistico, considerando cioè la persona come un tutt’uno di mente e corpo. Vediamo in particolare come affrontano la malattia artrosica tre orientamenti tutti naturali.

Oligoterapia, Agopuntura
Oligoterapia: fai il pieno di minerali
Agli inizi degli anni Settanta il medico francese Jacques Ménétrier fonda la "medicina funzionale".
Questa disciplina studia le funzioni organiche nei confronti dell’aggressione sia esterna sia interna e le molteplici modificazioni psicofisiche che possono derivarne. Il concetto di base è molto semplice: qualsiasi virus o batterio, qualsiasi agente esterno (anche traumatico), qualsiasi agente interno (in prevalenza psichico) non dà malattia in presenza di un "terreno" organico in equilibrio e, dunque, in buona capacità difensiva.
Purtroppo le cattive abitudini di vita, l’inquinamento, lo stress, le carenze alimentari eccetera, tutti fattori che caratterizzano la vita dell’uomo moderno, portano a un impoverimento del "terreno" corpo.
La medicina funzionale individua dei terreni particolari chiamati "diatesi" dove sono rappresentati sintomi fisici e psichici caratteristici. La terapia, una volta individuata la diatesi di appartenenza delle persone, si basa sulla somministrazione di oligoelementi (oligoterapia), cioè "sali metallici semplici" che vanno ad aiutare le cellule del corpo a ritrovare l’equilibrio e a produrre migliore energia difensiva.L'artrosi viene rilevata nella diatesi detta distonica o neuroartritica che può essere qualificata anche da: turbe digestive e intestinali, premenopausa, assenze mestruali, stanchezza soprattutto mattutina, sonno breve e difficoltoso, memoria con difficoltà temporanea, ansietà, nervosismo, palpitazioni, turbe circolatorie eccetera.
In questo caso l’artrosi viene curata da un lato riequilibrando il terreno con manganese-cobalto e dall’altro agendo su vari sintomi con altri oligoelementi specifici.

Agopuntura: per correggere gli squilibri energetici
Uno dei campi in cui l'agopuntura viene meglio tollerata dalla medicina ufficiale è quello della "terapia del dolore", tant’è che questa metodica della medicina tradizionale cinese viene inserita da più parti fra la terapia fisica per l’artrosi. Con l'agopuntura si possono dunque togliere o diminuire il dolore artrosico e le contratture muscolari intorno all’articolazione.

Occorre però precisare che nella medicina cinese l’artrosi viene diagnosticata e curata non solo cercando di eliminare i sintomi, ma anche individuando precise cause e conseguenti trattamenti con agopuntura, farmaci composti da erbe, correzioni alimentari, miranti tutti a riequilibrare l'intero organismo.
In agopuntura si classifica l'artrosi fondamentalmente in tre tipi:


Artrosi migrante. La causa è il "vento" e le articolazioni più interessate sono i polsi, i gomiti, le anche, le ginocchia. Il dolore è migrante, cioè si sposta da un'articolazione all'altra, c’è limitazione funzionale e talvolta febbre; i dolori possono peggiorare sia con il caldo che con il freddo; i muscoli intorno non sono particolarmente contratti.

Artrosi dolorosa. La causa è il freddo e i dolori articolari sono a localizzazione ben precisa e intensi. Questi migliorano con il caldo e si aggravano con il freddo, sono più lievi durante il giorno e dopo aver mobilizzato l’articolazione, sono più forti ai primi movimenti mattutini e dopo il riposo; la persona riferisce spesso di avvertire freddo e i segni di infiammazione locale sono quasi assenti.

Artrosi fissa. La causa è l'umidità e l'artrosi è localizzata con pesantezza, gonfiore alle articolazioni colpite; vi è intorpidimento muscolare con "formicolii cutanei"; le stagioni umide o la pioggia aggravano i sintomi.

Fitoterapia, Ayurveda
Fitoterapia: tre erbe contro l'artrosi
Tre sono le erbe anti artrosi: la prima è l'Artiglio del Diavolo, pianta erbacea che cresce sui terreni argillosi e sabbiosi, e che è dotata di attività antidolorifica e antinfiammatoria insieme. La pianta induce anche una diminuzione del colesterolo e dell'acido urico.
L'Olmaria, o "regina dei prati", è la pianta erbacea perenne molto utile per ridurre l'infiammazione articolare e gli eventuali versamenti. Ha un’azione anche diuretica sudorifera e calmante la febbre.

Il Ribes nero, pianta che nel 1700 veniva considerata una sorta di panacea universale tanto che dai medici del tempo veniva prescritta per guarire le febbri, la peste, l'ittero, la calcolosi e le piaghe. In realtà viene attualmente impiegata per le sue proprietà diuretiche ed antireumatiche. Il Ribes nero viene chiamato anche "perla della fitoterapia" per la sua fondamentale attività antinfiammatoria nell’artrosi, ma anche nelle infiammazioni respiratorie, digestive e urinarie.

Dodici consigli utili


Non sottovalutare mai un dolore articolare soprattutto quando è mattutino e si attenua o scompare dopo il movimento.
Mentre si lavora occorre ricordarsi di variare più volte nella giornata le posizioni del corpo.
Non è mai troppo tardi per iniziare un'attività fisica da praticare non appena si ha un pò di tempo libero.
Non usare frequentemente scarpe dalla punta stretta e con tacco superiori ai 3 cm perchè è alto il rischio di alluce valgo e artrosi ai piedi.
Il "colpo di frusta" conseguente a tamponamenti in automobile è la più alta causa di artrosi traumatica cervicale. Quando accade occorre farsi visitare da un fisiatra per valutare se portare un collare per pochi giorni finalizzato al riposo articolare.
Imparare semplici e brevi esercizi da eseguire la mattina appena ci si alza dal letto. Sono esercizi per il collo e per la schiena mirati a mantenere un movimento fluido ed elastico della colonna vertebrale.
Non assumere mai antinfiammatori senza l'indicazione del medico: sono farmaci molto potenti che possono provocare temibili effetti collaterali.
Ricordarsi che ingrassare non è solo nocivo all'estetica ma anche al sistema cardiovascolare e alle articolazioni delle anche e delle ginocchia.
La vitamina C e la vitamina E sono considerate sostanze antinvecchiamento e svolgono un'azione protettiva delle cartillagini e delle articolazioni rallentando anche eventuali erosioni.
Se le articolazioni colpite sono molto dolenti anche al minimo tatto, calde e gonfie, si può applicare per circa 20 minuti una borsa di ghiaccio con una frequenza di 2-3 volte al giorno. Se le articolazioni sono fredde, irrigidite e il dolore diminuisce con il movimento, è utile l'applicazione di una borsa d'acqua calda o di un termofono.
I fanghi di argilla verde "ventilata" tiepido-caldi sia in senso antinfiammatorio che antidolorifica sulle articolazioni dei gomiti, delle ginocchia, sulle mani.
Il mattone d'argilla riscaldato nel forno o sulla brace del camino, avvolto poi in un'asciugamano e applicato sulle articolazioni, è il più antico rimedio anti artrosi.

Il modello terapeutico dell'Ayurveda
L’antica medicina tradizionale indiana, chiamata Ayurveda (che in sanscrito, lingua della civiltà vedica, significa scienza o conoscenza della durata della vita) interpreta la fisiologia umana come un unità mente-corpo, in cui si riconoscono tre "energie biologiche" chiamate Dosha.
Questi tre principi organizzativi vengono detti Vata (movimento), Pitta (produzione di calore) e Kapha (struttura). indicano i diversi ambiti di funzionamento del corpo umano.

Ogni uomo ha una combinazione personale dei tre dosha ed è da tale combinazione che dipendono la struttura, il carattere, il comportamento e la tendenza ad ammalarsi di un individuo.

Il primo e più importante Dosha è il Vata, che è legato agli elementi aria e spazio e quindi, grazie alle loro qualità di freddezza, di secchezza, di leggerezza e di movimento, controlla nella fisiologia ogni attività motoria come quella mentale, respiratoria, circolatoria, locomotoria e l'evacuazione di feci ed urine
La sua sede è il colon ed è il Dosha che più facilmente può venire squilibrato, trascinandolo verso la patologia anche gli altri due Dosha.
Pitta è formato dagli elementi fuoco e, in minor misura, acqua; da ciò ne risultano calore, acutezza e acidità che si esprimono nella fisiologia in tutte le attività metaboliche ed ormonali, nelle reazioni biochimiche e nella produzione di energie, controllando in particolare il processo digestivo. Infatti la sua sede è localizzata tra lo stomaco e il duodeno. Kapha, che ha sede nel torace, è costituito da acqua e terra e governa la struttura e la coesione dell’organismo, poiché è responsabile della formazione e della forza dei vari tessuti, del sistema immunitario e della lubrificazione articolare.
In ogni persona tutti e tre i Dosha sono presenti in proporzioni diverse e queste caratteristiche sono evidenti fin dalla nascita nella PRAKRITI o costituzione individuale.

Quando si rompe un delicato equilibrio



Abbiamo detto che il benessere e l’equilibrio dei tre Dosha sono fondamentali per mantenere e promuovere la salute sia fisica che mentale dell’individuo.
Quali sono allora i fattori che possono disturbare tale benessere e quindi portare malattia? Ecco i più importanti:


errori alimentari (l’alimentazione corretta deve tenere conto non solo delle caratteristiche individuali, legati all’età e alla Prakriti, ma anche al momento della giornata e della stagione);
errori nel comportamento quotidiano (alterazione del ritmo sonno/sveglia come alzarsi tardi al mattino, coricarsi dopo le 22-22.30, dormire durante il giorno, la non abitudine dell’evacuazione mattutina ecc.);
eccessiva fatica e tensione mentale.
La malattia rappresenta quindi l’ultimo anello di una catena di cui il primo è proprio lo squilibrio di uno o più Dosha, il più precoce segno della perdita della coordinazione fra mente e corpo.

Un altro fattore che riveste particolare importanza nella patogenesi secondo l’Ayurveda è la digestione.
Infatti il fuoco digestivo (Agni) è indispensabile non solo per digerire completamente il cibo, ottenendo una perfetta assimilazione dei nutrienti, ma anche per formare in corretta successione i vari tessuti che strutturano il corpo (generalmente molto buono nelle costituzioni prevalentemente Pitta, irregolare in quella Vata e debole e lento in chi ha predominanza del dosha Kapha).
Il potere digestivo è diverso nelle varie costituzioni e la sua efficacia è di cruciale importanza per mantenere l’equilibrio nella fisiologia.

Gli errori comportamentali più frequenti, che risultano in un indebolimento di Agni, sono i seguenti:

mangiare in quantità eccessive o insufficienti;
assumere cibo prima che il pasto precedente sia stato completamente digerito (solo allora si è in presenza di vera fame);
preferire d’abitudine cibi e bevande fredde (es. gelati, bibite ghiacciate ecc.);
Se il cibo non viene correttamente digerito dà origine ad Ama ("cibo non cotto") che è il prodotto finale di una insufficiente digestione.
Ama rimane nella fisiologia "inquinandola", occludendo i canali del corpo chiamati Srota e provocando sintomi come pesantezza, rigidità e letargia.
La presenza di Ama è considerata come un altro fattore cardine della patogenesi in quanto causa di profondo squilibrio dei Dosha.




Perché le articolazioni vanno in crisi
Abbiamo ora strumenti sufficienti per comprendere la particolare interpretazione dell'Ayurveda delle malattie articolari: esse sono complessivamente definite come squilibri Ama-Vata, cioè in cui il Dosha squilibrato è Vata e si è in presenza di tossine endogene localizzate soprattutto alte articolazioni (Ama). Lo squilibrio di un Dosha inizia in genere con un suo "accumulo" nella propria sede; attraverso diversi stadi successivi esso diffonderà e si localizzerà altrove, manitestandosi come malattie.

"UN ECCESSO DI TOSSINE PROVOCA DISTURBI"

A causa della irregolarità dei processi evacuativi stipsi cronica, difficoltà nell'emissione di gas intestinali) nel colon, per esempio, potrà iniziare un accumulo del Dosha Vata.
Attraverso a sua diffusione esso potrà localizzarsi in qualche articolazione dove, a causa delle sue qualità esprimerà la sua presenza con scricchiolii e dolori. Potrà a questo seguire, come reazione. una risposta infiammatoria (è il dosha Fitta che viene coinvolto) che si manifesterà con tumefazione, arrossamento ecc.
Durante la visita il medico, attraverso varie metodiche (alcune dei tutto tipiche dell'Ayuvrveda come a diagnosi attraverso il polso o Nadil Vigyan) saprà individuare quale o quali Dosha sono la causa di quello specifico quadro clinico e quindi sarà in grado di modificare tale situazione attraverso diversi approcci come la giusta alimentazione, le correzioni di abitudini errate, preparati specifici a base di erbe e altro.

I rimedi più efficaci

Uno dei metodi più potenti per riportare nella sua sede originaria (colon) il Dosha Vata coinvolto e quindi stimolarne l’eliminazione è la terapia depurativa chiamata Pancha Karma (che significa 5 azioni). Può essere strutturata in cicli di 3-5 o 7 giorni in centri specializzati, comprende anche un periodo di circa una settimana di pre-trattamento in cui l'alimentazione consigliata è molto leggera e vegetariana mentre si attua una profonda "oleazione" interna.
Il trattamento vero e proprio, della durata di circa 2 ore, comprende oleazione esterna sotto forma di massaggio, fomentazioni e oleazioni esterne particolari chiamate Shirodara, accompagnate da enteroclismi di tipo nutritivo o di tipo depurativo.

Quando non è possibile eseguire questa terapia, l'Ayurveda prevede anche la possibilità di depurazioni meno intense ma comunque estremamente efficaci.


"I LIQUIDI CALDI DEPURANO L'ORGANISMO"

La più semplice è quella dell’assunzione frequente di liquidi caldi, come infusi o decotti, anche se molto efficace è anche l’acqua fatta bollire per 10-15 minuti e mantenuta ben calda in un thermos.

Viene consigliata contemporaneamente una dieta leggera a base di cibi caldi e ben cotti, possibilmente vegetariana, che permetterà una facile digestione.
Si preferiranno cibi che "pacificano" Vata, cioè che hanno qualità opposte a quello del Dosha in modo da riportarlo in equilibrio (favorire i gusti dolce, acido e salato, i cereali più leggeri e nutrienti come riso, frumento e fiocchi d’avena cotti, verdure come zucchine sedano asparagi soprattutto cotte, frutta matura, dolce e succosa, spezie come zenzero, cumino, cardamomo, cannella ecc.).

Si potranno utilizzare preparati specifici a base di erbe che sostengono nella fisiologia gli aspetti più deboli o squilibrati e dall’altra hanno un effetto Rasayana, cioè stimolante per la salute e il benessere in generale anche attraverso il rafforzamento del sistema immunitario.

Tutto secondo antiche formule

A questo proposito è necessario sottolineare importanza di quell'aspetto dell'Ayurveda chiamato Ayurveda Maharishi.
Si tratta di una rivisitazione estremamente attuale della medicina medica che, a partire dagli anni 70, uno dei più prestigiosi maestri indiani, Mahahshi Maesh Yogi ha portato avanti con la collaborazione dei migliori Vaidya (medici ayurvedici) in modo da riportare all'originale purezza e totalità una conoscenza preziosa ma purtroppo frammentata e in parte persa a causa di secoli di dominazione straniera.
L'Ayurveda Maharishi, pur essendo totalmente in linea con i testi classici, ha volutamente adottato elevati standard di qualità nella realizzazione di tutte e sue metodiche terapeutiche.
Per le preparazioni a base di erbe dell'Ayurveda Maharishi ottenute secondo antiche formulazioni ampiamente testate dal tempo, viene seguito l’importante principio dell'utilizzo della pianta nella sua interezza, non limitandosi all’estrazione del solo componente attivo (è stato dimostrato che ciò produce un effetto sinergico e previene possibili effetti collaterali).

"NEL MAHARISHI È IMPORTANTE UTILIZZARE CORLA PIANTA NELLA SUA INTEREZZA CORRETTI"

Per ridurre Ama si dovrà lavorare sui potenziamento del potere digestivo favorendo cibi leggeri, nutrienti ma facilmente digeribili e, soprattutto, in piccole quantità.
Potrà essere utilizzato dello zenzero fresco prima dei pasti come aperitivo in modo da ravvivare Agni e cominciare in modo più attivo la digestione.
La dieta indicata farà si che Agni, non essendo esclusivamente coinvolto nella digestione di quantità eccessive di cibo troppo ricco o comunque squilibrato, sia in grado di "bruciare" le tossine depositate, eliminandole poi lentamente e prevenendo anche il loro riformarsi (alcune ricerche hanno dimostrato l'efficacia del digiuno nel migliorare il quadro clinico dell'artrite reumatoide, anche se l'Ayurveda Maharishi preferisce diete leggere al digiuno in quanto esso può indebolire Agni e i tessuti della fisiologia, squilibrando Vata).
Come si può notare, grande enfasi viene posta sulle funzioni digestive ed eliminatorie del paziente: sarà quindi compito del medico accertarsi, per esempio, che ogni pasto sia assunto in presenza di reale appetito (indicativo che la digestione del pasto precedente sia stata conclusa) e che l'evacuazione delle feci sia sempre giornaliera, completa e possibilmente mattutina.

Gli errori da non fare mai

Nel caso delle malattie articolari o reumatiche, anche questi fattori dovranno essere "corretti":

assunzione ripetuta di cibi non compatibili fra di loro (come per esempio il latte con il pesce, il sale, la frutta acida);
eccesso di cibi acidi, grassi e dolci;
eccesso di patate (difficilmente digeribili secondo l'Ayurveda, squilibrano Vata e creano Ama);
insufficiente o eccessiva attività fisica (essa è indispensabile per il mantenimento della salute, ma dovrà essere praticata secondo modi e tempi adeguati alle diverse costituzioni individuali);
sonno notturno insufficiente (idealmente dovrebbe essere di 7-8 ore) e sonno diurno post-prandiale (sconsigliato perchè rallenta l'attività digestiva e crea Ama);
esposizione prolungata al freddo (che, essendo la stessa qualità di Vata tende a squilibrarlo);
soppressione dei bisogni naturali (il non rispetto per le varie esigenze della fisiologia come per esempio l’emissione di feci, urine, gas intestinali e anche eruttazione, fame, sete, sonno ecc. comporta possibile squilibrio di Vata nella sua sede).
Dunque l'Ayurveda Maharishi nel suo approccio terapeutico attraverso la mente prevede utilizzo di tecniche tratte dallo yoga (che ha le stesse radici antiche nella conoscenza vedica), meglio conosciute in occidente come Meditazione Trascendentale.
Attraverso un'esperienza di profondo rilassamento, tali tecniche sono in grado di aumentare la stabilità del sistema nervoso autonomo e di riequilibrare le funzioni neuro endocrine, come dimostrano le ricerche scientifiche.
Un crescente benessere, legato alla graduale eliminazione di stress e tensioni, favorirà il profondo riequilibrio psicofisico e influirà positivamente sul risolversi anche dei problemi articolari.

Il mondo degli animali ci dà una mano

Buone notizie per chi soffre di osteoartrite, la malattia che colpisce le articolazioni: recenti studi condotti negli Stati Uniti hanno rivelato le eccellenti proprietà antinfiammatorie di un amino zucchero, la Glucosamina Solfato, necessaria per la produzione di tessuto connettivo. Ma non solo: il mondo animale ci riserva preziosi rimedi contro dolore...

GLUCOSAMINA

La glucosamina solfato deriva dalla chitina, un polisaccaride strutturale che costituisce lo scheletro dei crostacei. In particolare, è stato dimostrato che questa sostanza svolge un ruolo importante nella formazione delle unghie, dei tendini, della pelle, degli occhi, del fluido sinoviale, delle ossa, dei legamenti e delle secrezioni mucose dell’apparato digestivo, respiratorio e urinario. Infatti la glucosamina solfato stimola la produzione dei componenti della cartilagine e promuove l’incorporazione di zolfo in quest’ultima. E lo zolfo, come si sa, è un nutriente essenziale per il tessuto articolare.
A favore dell’utilizzo di glucosamina depone anche la sua efficacia come antidolorifico privo di effetti collaterali.

CARTILAGINE DI SQUALO

I dolori dell’artrite non vi danno tregua? Le vostre difese immunitarie sono troppo basse? Volete aiutare il vostro organismo a difendersi dalle infezioni? Oggi avete un’amica in più: la cartilagine di squalo.
Gli squali infatti non hanno uno scheletro calcificato come i mammiferi, ma la loro colonna vertebrale e le pinne sono fatte solo di cartilagine. Questa cartilagine però ha caratteristiche che la rendono preziosa per la nostra salute perché contiene proteine e mucopolisaccaridi che difendono l’animale dalle malattie. Ma fornisce anche fosforo e calcio organici utilizzati come nutrienti nei processi metabolici.
La cartilagine di squalo è un potente antinfiammatorio naturale, in grado di potenziare la produzione di anticorpi, e al tempo stesso mostra un effetto antitumorale a causa dei suoi fattori angiogenetici, che bloccano cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni nei tumori solidi. Inoltre, ridona elasticità alla pelle grazie alle proprietà idratanti e antirughe di alcuni suoi componenti. La cartilagine di squalo può essere somministrata come alimento.

IL PUNGIGLIONE DELLE API

Il pungiglione delle api fa male, ma il loro veleno è un toccasana per alleviare i dolori provocati dalle malattie di natura reumatica.
In effetti gli apicoltori sono le persone meno affette da artrosi, artriti & Co.!
Dall’apipuntura ecco dunque un aiuto in più ai pazienti che soffrono: pensate che bastano 12 punture per provocare una immunizzazione del bacillo reumatismale!
È possibile, sotto controllo del medico, applicare alla persona sofferente una dozzina di punture (distribuite in tre volte e distanziate di 4 giorni l’una dall’altra): nella quasi totalità dei casi l’interessato sente già un notevole miglioramento del dolore, dovuto alle sostanze contenuto nel veleno delle api.
La loro azione flogogena, convulsivante e stupefacente riduce il male fino a farlo scomparire quasi del tutto.


Bagni di fieno e ossigeno-ozono

Hanno una lunga tradizione, che con il passare del tempo si è consolidata nelle tecniche: i Bagni di fieno sono inseriti a pieno titolo tra le terapie termali note come fitobalneoterapie.
In che cosa consiste questa terapia preziosa per le malattie delle articolazioni?

È piuttosto semplice: si tratta dell’immersione di tutto il corpo, testa esclusa, in un particolare tipo di fieno la cui fermentazione naturale sviluppa un calore benefico, paragonabile a quello dei fanghi termali. L'immersione nell’erba provoca come primo effetto una sudorazione intensa, che aiuta a espellere le tossine accumulate nell’organismo.
La terapia prevede un ciclo di 11 bagni, da eseguire ogni giorno, della durata di venti minuti, seguiti da una fase di riposo/reazione di 40/50 minuti. Il trattamento è indicato a chi soffre di dolori articolari dovuti ad artrosi, traumi o alcune forme reumatiche. Recentemente i Bagni di fieno si sono dimostrati efficaci anche nella cura della sindrome del tunnel carpale.


Ossigeno-ozono terapia

Una delle soluzioni più dolci nella cura delle malattie articolari e dell’ernia del disco è la ossigeno-ozono terapia, una metodica naturale che non prevede la somministrazione di farmaci, ma che deve comunque essere praticata da un medico esperto dopo una precisa diagnosi.

Utilizzata da molti anni per curare malattie diverse, la ossigeno-ozono terapia trova sempre nuove appplicazioni perché è assolutamente priva di effetti collaterali. Le cure a base di ossigeno-ozono prevedono l’utilizzo di una miscela dei due gas, prodotti per uso medico, che viene somminitrata in modo diverso a seconda del disturbo che si deve affrontare.

Per esempio, possono essere praticate miscroiniezioni sottocutanee, intramuscolari o intrarticolari, o una autoemotrasfusione, ovvero una reinfusione in vitro del sangue venoso prelevato e trattato con ossigeno-ozono. Come agisce questa terapia? Innanzitutto riattiva la circolazione, tonifica le pareti venose, favorisce la rigenerazione delle cellule e stimola le difese naturali. Ma, soprattutto, ha effetto antinfiammatorio e antidolorifico.

"QUESTA TERAPIA RAPPRESENTA UNA CURA POCO INVASIVA E BEN TOLLERATA"

Questo è dovuto al maggior afflusso di ossigeno nelle zone interessate, che allevia il dolore e riduce l’infiammazione che lo provoca. Per questa terapia sono previste infiltrazioni intra-articolari per circa dieci sedute. Gli effetti migliori si sono riscontrati nella cura di mani e piedi. Altrettanto efficace si è dimostrata l’ossigeno-ozono terapia nella cura dell’ernia del disco. In questo caso, la cura consiste in più sedute con infiltrazioni della miscela nella regione lombo-sacrale attraverso un sottilissimo ago.
La sensazione di sollievo dal dolore è pressoché immediata.











Fonte: La redazione