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Medicina di base (Articoli - 2003-08-20 20:57:32)

Pet therapy

Le fusa di un gatto, le feste di un cane, ma anche l'amicizia di un porcellino d'India o di un cavallo: circondarsi dell'affetto degli animali può essere un modo piacevole per migliorare la qualità della vita.

Le fusa di un gatto, le feste di un cane, ma anche l'amicizia di un porcellino d'India o di un cavallo: circondarsi dell'affetto degli animali può essere un modo piacevole per migliorare la qualità della vita. Tanto che sta diventando sempre più diffusa la compagnia di cani, gatti & co. a scopo di cura: si tratta della cosiddetta "pet therapy", una forma di terapia che, oltre ad aumentare il benessere psicologico, influenza in maniera positiva anche alcuni importanti parametri fisiologici, come ha dimostrato uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Psychosomatic Research.

Prove scientifiche
Analizzando l'interazione fra uomo e cane, gli studiosi hanno potuto registrare un incremento di alcuni ormoni e soprattutto di neurotrasmettitori come la dopamina e la beta-endorfina, due sostanze importanti per il tono dell'umore.
Non solo: la vicinanza dell'amico a quattro zampe riusciva anche ad abbassare la pressione sanguigna. Tutti elementi, questi, che possono contribuire a piegare gli effetti positivi della compagnia di un animale.
"Esistono in realtà numerose prove scientifiche che possono spiegare, almeno in parte, i benefici della pet therapy", commenta Paolo Zucca, docente di fondamenti anatomo-fisiologici dell'attività psichica alla facoltà di Psicologia dell'università di Trieste, che da tempo si occupa di terapie con gli animali.
"La compagnia di cani, gatti o altri animali ha un gran numero di conseguenze positive sull'uomo, sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisico. Gli animali, infatti, non sono critici nei confronti di chi ha problemi, offrono amore e affetto incondizionati, stimolano la tendenza dell'uomo ad offrire loro protezione e aiuto.
Per questo, possono essere un utile supporto nella terapia di stati d'ansia, stress e depressione. Soprattutto, sono un antidoto contro la solitudine degli anziani, dei malati o anche dei bambini con problemi nei rapporti con gli altri - prosegue l'esperto -. Un animale domestico aiuta a sentirsi meno soli, a socializzare e a mantenere il contatto con la realtà: accudire un animale rende meno aggressivi e aumenta la fiducia in se stessi".
Gli animali possono aiutare anche nel trattamento degli ipertesi oppure durante terapie di riabilitazione fisica, - per il recupero di pazienti cardiopatici o affetti da malattie croniche neuromuscolari.
"Come risulta da numerosi studi, i cardiopatici anziani che tengono con sè un cane hanno una speranza di vita di circa cinque anni in più rispetto a coloro che non lo possiedono - aggiunge il professor Zucca -. La presenza dell'animale costringe, infatti, a non essere pigri: accompagnandolo nella passeggiata quotidiana si fa un po' di movimento, utile per tenersi in forma quando si è avanti con l'età".
Attenzione però: la pet therapy non può essere un rimedio valido per tutti.


Non per tutto

"Si tratta di una buona terapia di supporto, che in alcuni casi può dare ottimi risultati e che di certo contribuisce a migliorare la qualità della vita di chi la pratica, ma non può e non deve essere impiegata con chiunque - avverte Zucca -. Gli animali sono potenzialmente un veicolo per alcune malattie che possono colpire anche l'uomo e non sono quindi adatti ai soggetti immunodepressi; inoltre, non sono un aiuto per chi ne ha paura o è allergico. Soprattutto, non basta portare un cane in una scuola o un coniglio di fronte a pazienti psichiatrici per fare pet therapy: come ogni terapia, anche quella che prevede l'impiego di animali è un intervento da pianificare con attenzione, in base alle esigenze di ognuno. Si devono perciò valutare e selezionare i pazienti più adatti, scegliere gli animali idonei e decidere modalità e durata del trattamento con la collaborazione di veterinari, psicologi, medici e fisiatri.

Cani, gatti, delfini, canarini, cavalli, conigli e animali domestici
L'animale da compagnia per eccellenza è un "antidepressivo" naturale, buon amico per bambini ed anziani. Labrador, golden retrivier, collies e levrieri sono fra le razze con le caratteristiche più adatte per la pet therapy: la taglia infatti non è importante, mentre è essenziale un temperamento mansueto, poco aggressivo. Resta comunque essenziale valutare il carattere del singolo animale, e scegliere poi quello più appropriato ad ogni situazione.




GATTI
Assieme ai cani, sembrano essere i compagni più adatti per i cardiopatici e gli ipertesi. Sono considerati un toccasana per chi soffre di ansia.




CAVALLI

L'ippoterapia aiuta persone che hanno subito lesioni traumatiche al cervello e pazienti affetti da disturbi neurologici o muscolari.
Facilita infatti la riabilitazione motoria ed influisce positivamente sul tono muscolare; inoltre, restituisce la fiducia in se stessi e migliora l'autostima.




DELFINI

Giocosi e allegri, sono amici perfetti per bimbi autistici o per chi ha problemi della sfera affettiva: sono capaci di comprendere il linguaggio del corpo e capiscono i bisogni dell'uomo. Necessario, ovviamente saper nuotare ed avere un buon rapporto con l'acqua.


CANARINI, PAPPAGALLI...

Sono indicati per le persone aggressive. Non a caso, i canarini sono stati affidati con successo alle cure di detenuti in carcere, con ottimi risultati dal punto di vista psicologico.
Possono comunque essere gli amici ideali anche per gli anziani: un canarino è certo un miglior antidepressivo rispetto alla tv.

MA ANCHE...: CONIGLI, ANIMALI DA CORTILE, CRICETI E ADDIRITTURA SERPENTI
Gli animali che possono essere impiegati per la pet therapy sono innumerevoli.
Spesso, a scegliere l'amico più adatto sono i pazienti stessi.
Tra le persone con problemi psicologici spesso i più gettonati sono animali insoliti, come per esempio i porcellini d'India.


MOLTE PERSONE SONO ATRATTE DAI CUCCIOLI, E SONO CONSAPEVOLI DEI BENEFICI DELLA LORO COMPAGNIA. TUTTAVIA NON LI TENGONO IN CASA PER IL TIMORE CHE SIANO VEICOLO DI DIVERSE MALATTIE.




Tutti i modi per difendersi dalle infezioni che gli amici a quattro zampe potrebbero trasmettere
Gli animali fanno bene alla salute, ma non c'è pericolo che trasmettano anche qualche malattia? Esaminiamo alcune delle infezioni più frequenti trasmesse dagli animali, apparato per apparato, e vediamo come ci si può premunire.
Apparato digerente.
Cani, gatti, pollame, conigli, roditori e, più di tutti, le tartarughe, eliminano i batteri o i parassiti con le feci, da cui possono arrivare alla bocca dell'uomo, trasportati dalle mani sporche: i sintomi sono diarrea, "mal di pancia", febbre. Le infezioni che ne conseguono sono facili da diagnosticare (basta un esame delle feci). Per la prevenzione ci si deve lavare spesso le mani, far controllare periodicamente il proprio animale dal veterinario ed eseguire i trattamenti antiparassitari.
Apparato respiratorio.
L'infezione più importante è la psittacosi, una particolare polmonite con tosse o sintomi simili all'influenza, ma con mal di testa più intenso. Viene trasmessa solo dagli uccelli, fra cui colombi e pappagalli, soprattutto se tropicali, e gli agenti infettivi si trovano in tutti i materiali eliminati da questi volatili (feci, piume e ogni tipo di secrezione) e arrivano all'uomo attraverso l'apparato respiratorio. E' comunque rara e si cura con gli antibiotici.
Malattie del sistema nervoso.
Possono essere interessati cervello, nervi, occhi. Da segnalare la toxocara (che può riguardare cani e gatti), un parassita presente nelle feci. Per premunirsi basta far controllare il proprio animale regolarmente ed eseguire i trattamenti antiparassitari. Se il bambino dovesse toccare accidentalmente delle feci, per esempio in un parco pubblico, i genitori devono raccoglierle e portarle al laboratorio per ricercare la presenza del parassita: se presente, è necessario eseguire la terapia. Gli escrementi dei criceti possono invece trasmettere la coriomeningite linfocitaria: il microbo responsabile si diffonde nell'aria. I sintomi sono simili all'influenza, ma nel 20-25% dei casi si ha la meningoencefalite. La malattia può essere trasmessa solo dai criceti infetti, perciò basta far controllare spesso anche questi animali. Pelle
Le infezioni sono numerose e possono essere dovute a parassiti o funghi. Ce ne si accorge perchè la pelle diviene rossa, desquamata, con prurito. La più frequenta è la tigna, trasmessa soprattutto dal gatto persiano a pelo lungo. Sono infezioni che si possono prevenire controllando il mantello dell'animale: se si vedono aree in cui l'animale ha perso il pelo, oppure in cui la pelle sottostante è arrossata, va consultato il veterinario.



Sangue
Sono due le infezioni importanti: la toxoplasmosi e la malattia da graffio di gatto. Il gatto può contrarre la toxoplasmosi se mangia carni poco cotte, oppure se è contagiato da altri gatti infetti. Il gatto che vive e mangia in casa non corre rischi e l'uomo eviterà la toxoplasmosi, come tutte le altre infezioni trasmesse per via digestiva, lavando bene la verdura ed evitando di mangiare carni crude o poco cotte. La malattia da graffio di gatto la trasmettono solo i cuccioli, ma è una malattia rara: su 7.200.000 gatti se ne hanno solo 3.000 casi in un anno. Quasi sempre guarisce da sola senza dover nemmeno assumere antibiotici.

Malattie sistemiche
La leishmaniosi è una malattia che si trasmette da un cane all'altro e dal cane all'uomo, trasportata da un particolare tipo di insetti, i pappataci, che, bucando prima un cane infetto e poi uno sano, oppure l'uomo, trasmettono l'infezione.
Nell'uomo dà febbre alta, mancanza di appetito, ingrossamento di fegato, milza, linfonodi e diminuzione di globuli rossi, bianchi e piastrine. Si cura con gli antibiotici, ma si può prevenire facendo controllare il proprio cane quando ha malessere, è svogliato, rifiuta il cibo. Per chi abita in campagna o nelle periferie della città, è opportuno, se si sa che nella zona è presente la leishmaniosi, usare insetticidi, repellenti e mettere vicino alla cuccia una lampada che attiri e uccida gli insetti.







Fonte: La redazione