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Medicina di base (Articoli - 2003-07-09 20:55:05)

Peeling

Ovidio duemila anni fa circa, consigliava alle donne romane complicate ricette cosmectiche per eliminare dalla pelle macchie scure, segni del tempo.

I soft peeling: Ovidio duemila anni fa circa, consigliava alle donne romane complicate ricette cosmectiche per eliminare dalla pelle macchie scure, segni del tempo.
Sembra strano adesso pensare che, con quelle sostanze, si potesse rendere più bella la pelle. Tuttavia, la scoperta recente, o forse la riscoperta, che gli alfaidrossicadi, sostanze naturali che si trovano in alcunì frutti e vegetali, nel miele e nella canna da zucchero fanno un gran bene alla pelle ci può spiegare i successi riportatì dai medici dell'antìca Roma.
L'acido glicolico, in partìcolare, applicato sulla cute a una concentrazione del 70% riesce a «ringiovanire» la pelle riducendo le macchie scure provocate dall'età e dall'eposizione ai raggì del sole, le cheratosi seborroiche (chìazze brunastre e rilevate), le piccole rughe del viso, le piccole cicatrici esito di acne o varicella.

Il peeling chimico
Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.


Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.


Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.


Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.


Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.


Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.

Rappresenta una tecnica di rinnovamento della struttura cutanea basata sull'uso di sostanze caustiche atte ad eliminare gli strati superficiali della cute.
A seconda della profondità del trattamento riusciremo a risolvere tutte le condizioni patologiche a sede epidermica trattando i disordini pigmentari, le cheratosi attiniche, e l'acne in fase attiva.

La selezione del paziente
Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.

Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.


Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.

Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.


Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.


Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.

Per ottenere un buon risultato è fondamentale una corretta selezione del paziente da sottoporre al trattamento.
Il paziente ottimale deve avere una cute chiara (fototipo 1-111), sottile e non steatosica. I fototipi alti debbono essere esclusi dal trattamento, specialmente se profondo, perché la cute risponde alle aggressioni chimiche sia con l'EGF che con la stimolazione dei melanociti e la pigmentazione della cute, questa, se in eccesso, può determinare macchie cutanee definitive.

Gli alfa-idrossi acidi
Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.


Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.


Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.


Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.


Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.

Sono degli acidi organici che si ritrovano in natura, soprattutto nella frutta (acidi fruttati). Tra questi ricordiamo l'acido glicolico, l'acido lattico, l'acido malico, l'acido citrico e l'acido tartarico. L'acido glicolico è quello che oggi ha avuto maggior diffusione sia per uso medico che per uso cosmetico.
L'azione è funzione della concentrazione idrogenioníca delle soluzioni e può andare da una diminuzione della coesione tra i cheratinociti sino all'epidermolisi.

L' acido glicolico
Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la
Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la pelle trattata diventa leggermente arrossata.
Con una corretta applicazione dì questa sostanza non si possono verificare effetti collateralì, rischi di cicatrici o dì brutti esiti, proprio per la carattefistica dell'azìone.
Non provoca neanche sensibilizzazione alla luce, e può essere applicato sino a pochi giorni prima dell'esposizione al sole. Gli effetti si vedono dopo un certo numero di applicazioni (di solito sei), mentre al microscopio già dalla prima applicazione si vede l'allontanamento dei cheratinociti dello strato corneo.
Quando è utile? Chi e cosa curare con il peeling a base di acido gficolico?
In teoria tutte le persone che vogliono migliorare l'aspetto della propria pelle, cancellando i segni dell’invecchiamento cutaneo o del foto-invecchiamento (cioé il processo precoce di invecchiamento provocato dai raggi, solari), a qualsiasi età e in qualsiasi zona del corpo: il viso, il decolleté, il collo, il tronco, il dorso delle mani. Ma anche tutti coloro che hanno esiti cicatriziali di acne, neoformazioni benigne della pelle, verruche piane (particolormento adatto nei bambini per l'assoluta manzanza di dolore). Le indicazioni, sempre in teoria, sono illimitate; si sta provando l'uso dell'acido glicolico per attenuare le smagliature, o per togliere i tatuaggi (con modificazioni tecniche).
I Limiti: innanzitutto, é necessania una buona tecnica da parte dell'operatore che sia in grado di sfruttarne tutte le potenzialitá ev
Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la pelle trattata diventa leggermente arrossata.
Con una corretta applicazione dì questa sostanza non si possono verificare effetti collateralì, rischi di cicatrici o dì brutti esiti, proprio per la carattefistica dell'azìone.
Non provoca neanche sensibilizzazione alla luce, e può essere applicato sino a pochi giorni prima dell'esposizione al sole. Gli effetti si vedono dopo un certo numero di applicazioni (di solito sei), mentre al microscopio già dalla prima applicazione si vede l'allontanamento dei cheratinociti dello strato corneo.
Quando è utile? Chi e cosa curare con il peeling a base di acido gficolico?
In teoria tutte le persone che vogliono migliorare l'aspetto della propria pelle, cancellando i segni dell’invecchiamento cutaneo o del foto-invecchiamento (cioé il processo precoce di invecchiamento provocato dai raggi, solari), a qualsiasi età e in qualsiasi zona del corpo: il viso, il decolleté, il collo, il tronco, il dorso delle mani. Ma anche tutti coloro che hanno esiti cicatriziali di acne, neoformazioni benigne della pelle, verruche piane (particolormento adatto nei bambini per l'assoluta manzanza di dolore). Le indicazioni, sempre in teoria, sono illimitate; si sta provando l'uso dell'acido glicolico per attenuare le smagliature, o per togliere i tatuaggi (con modificazioni tecniche).
I Limiti: innanzitutto, é necessania una buona tecnica da parte dell'operatore che sia in grado di sfruttarne tutte le potenzialitá evitandone i rischi: bisogna verficare bene le condzioni della pelle del soggetto da trattare, escludere la presenza di macchie «pericolose» o a rischio, di particolari malattie dermatologiche (herpes simplex, per esempio), di altre condizioni che ne sconsiglino l'applicazione. Bisogna applicare l'acido glicofico con uniformità, avere il tempo necessario per aspettare che faccìa effetto, far sciacquare bene con acqua la pelle trattata (oppure ne, quano la tecnica lo prevede), Non si vede il risultato cosmetico o terapeutíco alla prima applicazione, e quindi l'effetto si sviluppa lentamente.
Si tratta in definitiva di una soluzione efficace e quasi priva di rischi, ma che deve essere eseguita con la necessaria corretezza.
Può essere utilizzata singolarmente per il peeling superficiale o essere utilizzata prima dei TCA al 35% per aumentare la penetrazione di quest'ultimo.

Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la pelle trattata diventa leggermente arrossata.
Con una corretta applicazione dì questa sostanza non si possono verificare effetti collateralì, rischi di cicatrici o dì brutti esiti, proprio per la carattefistica dell'azìone.
Non provoca neanche sensibilizzazione alla luce, e può essere applicato sino a pochi giorni prima dell'esposizione al sole. Gli effetti si vedono dopo un certo numero di applicazioni (di solito sei), mentre al microscopio già dalla prima applicazione si vede l'allontanamento dei cheratinociti dello strato corneo.
Quando è utile? Chi e cosa curare con il peeling a base di acido gficolico?
In teoria tutte le persone che vogliono migliorare l'aspetto della propria pelle, cancellando i segni dell’invecchiamento cutaneo o del foto-invecchiamento (cioé il processo precoce di invecchiamento provocato dai raggi, solari), a qualsiasi età e in qualsiasi zona del corpo: il viso, il decolleté, il collo, il tronco, il dorso delle mani. Ma anche tutti coloro che hanno esiti cicatriziali di acne, neoformazioni benigne della pelle, verruche piane (particolormento adatto nei bambini per l'assoluta manzanza di dolore). Le indicazioni, sempre in teoria, sono illimitate; si sta provando l'uso dell'acido glicolico per attenuare le smagliature, o per togliere i tatuaggi (con modificazioni tecniche).
I Limiti: innanzitutto, é necessania una buona tecnica da parte dell'operatore che sia in grado di sfruttarne tutte le potenzialitá evitandone i rischi: bisogna verficare bene le condzioni della pelle del soggetto da trattare, escludere la presenza di macchie «pericolose» o a rischio, di particolari malattie dermatologiche (herpes simplex, per esempio), di altre condizioni che ne sconsiglino l'applicazione. Bisogna applicare l'acido glicofico con uniformità, avere il tempo necessario per aspettare che faccìa effetto, far sciacquare bene con acqua la pelle trattata (oppure ne, quano la tecnica lo prevede), Non si vede il risultato cosmetico o terapeutíco alla prima applicazione, e quindi l'effetto si sviluppa lentamente.
Si tratta in definitiva di una soluzione efficace e quasi priva di rischi, ma che deve essere eseguita con la necessaria corretezza.
Può essere utilizzata singolarmente per il peeling superficiale o essere utilizzata prima dei TCA al 35% per aumentare la penetrazione di quest'ultimo.

Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la pelle trattata diventa leggermente arrossata.
Con una corretta applicazione dì questa sostanza non si possono verificare effetti collateralì, rischi di cicatrici o dì brutti esiti, proprio per la carattefistica dell'azìone.
Non provoca neanche sensibilizzazione alla luce, e può essere applicato sino a pochi giorni prima dell'esposizione al sole. Gli effetti si vedono dopo un certo numero di applicazioni (di solito sei), mentre al microscopio già dalla prima applicazione si vede l'allontanamento dei cheratinociti dello strato corneo.
Quando è utile? Chi e cosa curare con il peeling a base di acido gficolico?
In teoria tutte le persone che vogliono migliorare l'aspetto della propria pelle, cancellando i segni dell’invecchiamento cutaneo o del foto-invecchiamento (cioé il processo precoce di invecchiamento provocato dai raggi, solari), a qualsiasi età e in qualsiasi zona del corpo: il viso, il decolleté, il collo, il tronco, il dorso delle mani. Ma anche tutti coloro che hanno esiti cicatriziali di acne, neoformazioni benigne della pelle, verruche piane (particolormento adatto nei bambini per l'assoluta manzanza di dolore). Le indicazioni, sempre in teoria, sono illimitate; si sta provando l'uso dell'acido glicolico per attenuare le smagliature, o per togliere i tatuaggi (con modificazioni tecniche).
I Limiti: innanzitutto, é necessania una buona tecnica da parte dell'operatore che sia in grado di sfruttarne tutte le potenzialitá evitandone i rischi: bisogna verficare bene le condzioni della pelle del soggetto da trattare, escludere la presenza di macchie «pericolose» o a rischio, di particolari malattie dermatologiche (herpes simplex, per esempio), di altre condizioni che ne sconsiglino l'applicazione. Bisogna applicare l'acido glicofico con uniformità, avere il tempo necessario per aspettare che faccìa effetto, far sciacquare bene con acqua la pelle trattata (oppure ne, quano la tecnica lo prevede), Non si vede il risultato cosmetico o terapeutíco alla prima applicazione, e quindi l'effetto si sviluppa lentamente.
Si tratta in definitiva di una soluzione efficace e quasi priva di rischi, ma che deve essere eseguita con la necessaria corretezza.
Può essere utilizzata singolarmente per il peeling superficiale o essere utilizzata prima dei TCA al 35% per aumentare la penetrazione di quest'ultimo.

Agisce sulle cellule dello strato corneo dell'epidermide (i cheratinociti) allontanando delicatamente gli strati superficiali. Si ottiene, in questo modo, un peeling delicato che permette il rinnovamento della superfice cutanea, e un considerevole miglioramento estetico.
Il peeling eseguito in questo modo non presenta i rischi tipici di questa tecnica: l’esfogliazione è progressiva, non dolorosa (si avverte solo una sensazione di calore che indica il momento in cui si deve sciacquare la parte trattata con acqua per allontanare l'acido glicolico) e «invisibile». Dopo il trattamento, eseguito da un medico esperto (dermatologo, chirurgo, chirurgo plastìco, medìco estetìco) la pelle trattata diventa leggermente arrossata.
Con una corretta applicazione dì questa sostanza non si possono verificare effetti collateralì, rischi di cicatrici o dì brutti esiti, proprio per la carattefistica dell'azìone.
Non provoca neanche sensibilizzazione alla luce, e può essere applicato sino a pochi giorni prima dell'esposizione al sole. Gli effetti si vedono dopo un certo numero di applicazioni (di solito sei), mentre al microscopio già dalla prima applicazione si vede l'allontanamento dei cheratinociti dello strato corneo.
Quando è utile? Chi e cosa curare con il peeling a base di acido gficolico?
In teoria tutte le persone che vogliono migliorare l'aspetto della propria pelle, cancellando i segni dell’invecchiamento cutaneo o del foto-invecchiamento (cioé il processo precoce di invecchiamento provocato dai raggi, solari), a qualsiasi età e in qualsiasi zona del corpo: il viso, il decolleté, il collo, il tronco, il dorso delle mani. Ma anche tutti coloro che hanno esiti cicatriziali di acne, neoformazioni benigne della pelle, verruche piane (particolormento adatto nei bambini per l'assoluta manzanza di dolore). Le indicazioni, sempre in teoria, sono illimitate; si sta provando l'uso dell'acido glicolico per attenuare le smagliature, o per togliere i tatuaggi (con modificazioni tecniche).
I Limiti: innanzitutto, é necessania una buona tecnica da parte dell'operatore che sia in grado di sfruttarne tutte le potenzialitá evitandone i rischi: bisogna verficare bene le condzioni della pelle del soggetto da trattare, escludere la presenza di macchie «pericolose» o a rischio, di particolari malattie dermatologiche (herpes simplex, per esempio), di altre condizioni che ne sconsiglino l'applicazione. Bisogna applicare l'acido glicofico con uniformità, avere il tempo necessario per aspettare che faccìa effetto, far sciacquare bene con acqua la pelle trattata (oppure ne, quano la tecnica lo prevede), Non si vede il risultato cosmetico o terapeutíco alla prima applicazione, e quindi l'effetto si sviluppa lentamente.
Si tratta in definitiva di una soluzione efficace e quasi priva di rischi, ma che deve essere eseguita con la necessaria corretezza.
Può essere utilizzata singolarmente per il peeling superficiale o essere utilizzata prima dei TCA al 35% per aumentare la penetrazione di quest'ultimo.




Soluzione di Jessner
Caratteristiche del Prodotto
La Soluzione di Jessner è composta da:
Resorcinolo 14 gm.
Acido Salicilico 14 gm.
Acido Lattico 14 cc.
Q. S. Etanolo 100 cc.
Con questa soluzione la profondità del peeling dipende dal numero degli strati applicati.

Tossicità
L'assorbimento del Resorcinolo, contenuto nella soluzione, può dare problemi di tossicità, per cui
Caratteristiche del Prodotto
La Soluzione di Jessner è composta da:
Resorcinolo 14 gm.
Acido Salicilico 14 gm.
Acido Lattico 14 cc.
Q. S. Etanolo 100 cc.
Con questa soluzione la profondità del peeling dipende dal numero degli strati applicati.

Tossicità
L'assorbimento del Resorcinolo, contenuto nella soluzione, può dare problemi di tossicità, per cui il prodotto viene utilizzato solo sul volto.

Indicazioni
Piccole rugosità, iperpigmentazioni.

Tecnica di Esecuzione
IL primo trattamento si effettua con un solo delicato passaggio. Per l'applicazione si procede nel solito ordine: dalla fronte alle regioni temporali, guance, regione nasale, arca periorbitale e palpebre. Il paziente avvertirà un bruciore transitorio che può essere facilmente controllato con un ventilatore portatile.
Se dopo questo primo peeling la reazione è poco evidente, alla seconda seduta si possono eseguire due passaggi, ed eventualmente tre alla terza.
La profondità dei peeling può essere controllata valutando il grado di arrossamento e il successivo sbiancamento della cute.

ACIDO SALICILICO
L'acido salicilico agisce come cheratinolitico agendo selettivamente sulla cheratina presente nelle cellule dello strato corneo della cute.
Il prodotto viene utilizzato per trattamenti medio profondi con effetti circoscritti a livello dell'epidermide sulla quale si ottengono un rapido assottigliamento dello strato corneo ed un forte aumento del turnover cellulare degli strati sottostanti.
Indicazioni:
• pigmentazioni lieve o moderate in soggetti anziani
• acne in fase comedonica e papulo-pustolosa: in questi casi l'acido salicilico è molto efficace ad eliminare il tappo cheratinico e nel liberare il comedone dal contenuto sebaceo, inoltre penetra rapidamente nelle lesioni infiammate dove svolge azione essicant
Caratteristiche del Prodotto
La Soluzione di Jessner è composta da:
Resorcinolo 14 gm.
Acido Salicilico 14 gm.
Acido Lattico 14 cc.
Q. S. Etanolo 100 cc.
Con questa soluzione la profondità del peeling dipende dal numero degli strati applicati.

Tossicità
L'assorbimento del Resorcinolo, contenuto nella soluzione, può dare problemi di tossicità, per cui il prodotto viene utilizzato solo sul volto.

Indicazioni
Piccole rugosità, iperpigmentazioni.

Tecnica di Esecuzione
IL primo trattamento si effettua con un solo delicato passaggio. Per l'applicazione si procede nel solito ordine: dalla fronte alle regioni temporali, guance, regione nasale, arca periorbitale e palpebre. Il paziente avvertirà un bruciore transitorio che può essere facilmente controllato con un ventilatore portatile.
Se dopo questo primo peeling la reazione è poco evidente, alla seconda seduta si possono eseguire due passaggi, ed eventualmente tre alla terza.
La profondità dei peeling può essere controllata valutando il grado di arrossamento e il successivo sbiancamento della cute.

ACIDO SALICILICO
L'acido salicilico agisce come cheratinolitico agendo selettivamente sulla cheratina presente nelle cellule dello strato corneo della cute.
Il prodotto viene utilizzato per trattamenti medio profondi con effetti circoscritti a livello dell'epidermide sulla quale si ottengono un rapido assottigliamento dello strato corneo ed un forte aumento del turnover cellulare degli strati sottostanti.
Indicazioni:
• pigmentazioni lieve o moderate in soggetti anziani
• acne in fase comedonica e papulo-pustolosa: in questi casi l'acido salicilico è molto efficace ad eliminare il tappo cheratinico e nel liberare il comedone dal contenuto sebaceo, inoltre penetra rapidamente nelle lesioni infiammate dove svolge azione essicante
• iperpigmentazioni melaniche: risulta particolarmente efficace nelle macchie post-infiammatorie e in quelle da gravidanza o anticoncezionali
• riduzione delle rughe superficiali e di media profondità donando alla pelle luminosità ed elasticità

Modalità del trattamento
La manovra viene eseguita trattando tutto il viso con un pennello a ventaglio partendo dalla fronte e scendendo sulle guance fino al mento, poi si tratta il naso.
Subito dopo l'applicazione il paziente percepisce una sensazione pungente di bruciore che dura circa tre minuti, scomparendo poi quasi istantaneamente; il disagio sembra dovuto ad un effetto anestetico dell'acido salicilico che si esplica quando la sostanza raggiunge le papille dermiche dove hanno sede i recettori sensoriali.
L'interruzione del trattamento avviene automaticamente nel momento in cui l'evaporazione dell'alcool della soluzione è completa, per la quale sono necessari appunto circa 3 minuti, a questo punto cessa il bruciore e restano sulla cute i residui dell'acido salicilico sotto forma di polvere bianca che viene in parte rimossa con acqua.
Per potenziare l'effetto si può non risciacquare e fare una seconda applicazione.
Al secondo-terzo giorno inizia ad evidenziarsi il processo di esfoliazione più consistente e rapido nella parte centrale del viso, più lento sulla fronte e sulle parti laterali, con la comparsa in superficie di chiazze di color bruno costituiti da ammassi di corneociti
Caratteristiche del Prodotto
La Soluzione di Jessner è composta da:
Resorcinolo 14 gm.
Acido Salicilico 14 gm.
Acido Lattico 14 cc.
Q. S. Etanolo 100 cc.
Con questa soluzione la profondità del peeling dipende dal numero degli strati applicati.

Tossicità
L'assorbimento del Resorcinolo, contenuto nella soluzione, può dare problemi di tossicità, per cui il prodotto viene utilizzato solo sul volto.

Indicazioni
Piccole rugosità, iperpigmentazioni.

Tecnica di Esecuzione
IL primo trattamento si effettua con un solo delicato passaggio. Per l'applicazione si procede nel solito ordine: dalla fronte alle regioni temporali, guance, regione nasale, arca periorbitale e palpebre. Il paziente avvertirà un bruciore transitorio che può essere facilmente controllato con un ventilatore portatile.
Se dopo questo primo peeling la reazione è poco evidente, alla seconda seduta si possono eseguire due passaggi, ed eventualmente tre alla terza.
La profondità dei peeling può essere controllata valutando il grado di arrossamento e il successivo sbiancamento della cute.

ACIDO SALICILICO
L'acido salicilico agisce come cheratinolitico agendo selettivamente sulla cheratina presente nelle cellule dello strato corneo della cute.
Il prodotto viene utilizzato per trattamenti medio profondi con effetti circoscritti a livello dell'epidermide sulla quale si ottengono un rapido assottigliamento dello strato corneo ed un forte aumento del turnover cellulare degli strati sottostanti.
Indicazioni:
• pigmentazioni lieve o moderate in soggetti anziani
• acne in fase comedonica e papulo-pustolosa: in questi casi l'acido salicilico è molto efficace ad eliminare il tappo cheratinico e nel liberare il comedone dal contenuto sebaceo, inoltre penetra rapidamente nelle lesioni infiammate dove svolge azione essicante
• iperpigmentazioni melaniche: risulta particolarmente efficace nelle macchie post-infiammatorie e in quelle da gravidanza o anticoncezionali
• riduzione delle rughe superficiali e di media profondità donando alla pelle luminosità ed elasticità

Modalità del trattamento
La manovra viene eseguita trattando tutto il viso con un pennello a ventaglio partendo dalla fronte e scendendo sulle guance fino al mento, poi si tratta il naso.
Subito dopo l'applicazione il paziente percepisce una sensazione pungente di bruciore che dura circa tre minuti, scomparendo poi quasi istantaneamente; il disagio sembra dovuto ad un effetto anestetico dell'acido salicilico che si esplica quando la sostanza raggiunge le papille dermiche dove hanno sede i recettori sensoriali.
L'interruzione del trattamento avviene automaticamente nel momento in cui l'evaporazione dell'alcool della soluzione è completa, per la quale sono necessari appunto circa 3 minuti, a questo punto cessa il bruciore e restano sulla cute i residui dell'acido salicilico sotto forma di polvere bianca che viene in parte rimossa con acqua.
Per potenziare l'effetto si può non risciacquare e fare una seconda applicazione.
Al secondo-terzo giorno inizia ad evidenziarsi il processo di esfoliazione più consistente e rapido nella parte centrale del viso, più lento sulla fronte e sulle parti laterali, con la comparsa in superficie di chiazze di color bruno costituiti da ammassi di corneociti staccati; il tutto è destinato a scomparire senza lasciare traccia.

Fonte: La redazione