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Medicina naturale (Articoli - 2011-11-03 10:38:48)

Pranoterapia e Riflessologia Plantare

Che cos'e' la Pranoterapia e la Riflessologia, in quali casi può essere d'aiuto per risolvere problemi di salute e per il benessere del nostro corpo.

LA PRANOTERAPIA
In quest’ultimo periodo si leggono articoli o si viene documentati anche attraverso i mass media sulle molteplici tecniche naturali per combattere il dolore, fra le quali viene menzionata anche la Pranoterapia.

Ciò nonostante su questa parola vi è ancora molta “confusione” e pressapochismo: c’è ancora chi la unisce a pratiche esoteriche o alla magia, alla lettura delle carte ecc…., ma sarà solo la serietà e l’applicazione di chi opera in questo campo e soprattutto i risultati conseguiti che parleranno a favore di tale pratica, innalzandola da semplice attività, spesso coperta da mistero, ad un vero e proprio sussidio da affiancare ad altre tecniche per raggiungere un unico scopo: alleviare – eliminare il dolore.

La Pranoterapia quindi è una tecnica per controllare ed eliminare il dolore, vecchia come il mondo perché inconsciamente ogni mamma la esercita sul suo bambino al momento dell’insorgere di un pianto convulso, o quando egli è nervoso, per infondergli calma e sicurezza.
Se ne deduce che molte persone possono avere una predisposizione per questa pratica, ma ve ne sono solo alcune che posseggono tanta e tale energia da poterla donare agli altri.

E’ quindi un vero e proprio “atto d’amore” in cui il Pranoterapeuta dà una parte di sé per ottenere anche in cambio la soddisfazione di avere alleviato un dolore o aiutato una guarigione.

Le mani vengono utilizzate come mezzo per percepire e trasmettere sensazioni, ma il vero fautore dell’energia positiva è un atto di volontà che deve partire dal Pranoterapeuta. Le sue conoscenze specifiche ed approfondite sull’anatomia del corpo umano e sulle sintomatologie, gli permetteranno di ricercare non solo la zona da trattare, ma anche l’origine, la causa del dolore, per riuscire a rimuoverlo ed eliminarlo.
La Pranoterapia non è un argomento solo di oggi perché se ne comincia a parlare come se fosse una “moda” o lo spunto per un nuovo articolo.
Essa affonda le sue radici nella notte dei tempi.

Nel passato la Pranoterapia veniva applicata direttamente senza nessun riferimento né all’anatomia, né alla medicina tradizionale, aspetti che oggi invece vengono ritenuti basilari e indispensabili come completamento e applicazione della tecnica.

Va comunque sottolineato che a prescindere dagli aspetti teorici che rappresentano la base di riferimento, riveste grande importanza la sensibilità percettiva di ogni Pranoterapeuta sul Cliente già dalla prima seduta.

Tale sensibilità sarà accresciuta via via che l’energia modificherà lo stato di malattia del Cliente. Sarà questo stato di benessere ad evidenziare il fatto che tali benefici siano collegati ad atti di volontà e disponibilità verso gli altri.

CONCETTO DI PRANO-STATICA E PRANO-DINAMICA
Questa tecnica può essere di due tipi:
la PRANO-STATICA, che è la forma più conosciuta, tradizionale, dove l’Operatore pone le mani sulla zona dolente sempre in sosta ed attende solo il ritorno della sua energia.

La PRANO-DINAMICA, invece è l’evoluzione e lo sviluppo moderno della tecnica di base, dove la mano dell’Operatore si muove, sfiora e tocca la parte interessata, coordinando il suo lavoro con azioni particolari, sempre però dal lettino e senza invadere campi che non gli sono propri.




LA RIFLESSOLOGIA
Questa tecnica nasce istintivamente nell’uomo come “gesto di tenerezza” (vedi Massaggio Zonale) o come aiuto istintivo in caso di dolore (vedi comprimere una zona dolente o massaggiare la zona colpita).

La natura stessa, facendo camminare l’uomo a piedi scalzi ha creato, da sola, una forma di pressione su certi punti sotto la pianta dei piedi, creando in tutto l’insieme degli apparati dell’individuo un gioco di equilibrio e di benessere.

“Sapere aiutare è il capolavoro dell’amore. E’ una delle cose più belle Nell’arte difficile della vita. Chi è sano non sa quanto è ricco. Chi può aiutare gli altri ad esserlo, lo è ancora di più”

Nella notte dei tempi, circa 2300 anni a.C., cioè più 4300 anni fa si è ritrovata nella tomba di Akhmahor, un medico vissuto all’inizio della sesta dinastia egizia, una pittura murale che evidenzia la figura del medico che tratta le dita del piede di un paziente.
In America è una tecnica praticata in molte tribù di indigeni e ancora oggi viene utilizzata nelle riserve indiane.

In Europa si inizia a parlare di Riflessologia intorno al 1852 da parte dei medici Adamus e Altatis.

La moderna Riflessologia nasce con una sua tecnica specifica sotto la guida del Dott. William Fitzgerald, un medico americano nato nel 1872 e vissuto fino al 1942.

Egli iniziò a provare l’effetto delle sue intuizioni intorno al 1902 e sperimentò praticamente la terapia Zonale, lavorando sulle mani per alleviare i vari dolori.

Scrisse un testo sulla “Terapia Zonale, come alleviare il dolore a casa propria” che stimolò gli interessi di un medico, il Dott. Rilej e della sua terapista Eunice Inghàm che ampliarono la ricerca e la sperimentazione della Terapia Zonale, trattando inizialmente la mano e passando successivamente ai piedi, dopo aver intuito che questa parte del corpo era molto più sensibile della mano.

Anche la loro tecnica e gli attrezzi usati differivano: mentre il primo trattava i clienti con pettini elastici ed attrezzi vari, la seconda usava solo le dita delle mani e spesso il pollice.

La tecnica della Inghàm si divulgò in tutta Europa, e quando morì a 85 anni, nel 1974 aveva formato una valida scuola e fra i suoi numerosi allievi l’esponente più famosa è Hanna Marquand, la quale in Germania sviluppò questa tecnica e si espresse con una valida scuola.
In Italia, la Riflessologia ha avuto come esponente di spicco Elipio Zamboni, cresciuto ai corsi della Marquand e fondatore anch’egli di una corrente delle migliori scuole italiane.

In quali patologie la Riflessologia plantare e la pranoterapia aiutano a farci stare in salute
È la filosofia che contraddistingue chi pratica una delle due tecniche, Pranoterapia e/o Riflessologia Plantare, con le quali si può intervenire per:

Cervicalgie – Lombalgie – Artrosi – Artriti – Traumi sportivi – Ansia – Depressione – Infiammazioni – Noduli – Cicatrizzazione ferite – Disturbi ad occhi e orecchie - Cisti
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Per chi volesse avvicinarsi ad una delle due tecniche iniziano a gennaio 2012 i corsi di base (5 lezioni, una al mese).

Fonte: Centro Studi Pranoterapia E Riflessologia Bologna